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lunedì 10 dicembre 2012

Le lingue dei cattolici: qualche spunto dai tweet del Papa

Mentre Papa Benedetto si appresta a far volare il suo primo messaggio attaccato alla zampetta dell'uccellino blu di Twitter, proviamo a sfruttare qualche dato, ottenibile gratuitamente dall'account @Pontifex, per fare una riflessione a proposito delle lingue e del loro peso nella comunicazione dei cattolici.

Stando ai numeri di questa mattina, 10 dicembre, le varie sezioni divise per lingua dell'account papale di Twitter, riportavano i seguenti followers (iscritti). Ho aggiornato con i dati del pomeriggio (ore 18), ma non ci sono praticamente variazioni percentuali:

mattina pomeriggio
Inglese 599.180 602.615
Spagnolo 137.226 138.429
Italiano 81.946 83.480
Portoghese 22.171 22.365
Tedesco 16.691 16.847
Francese 14.538 14.755
Polacco 8.400 8.546
Arabo 6.241 6.314
totale: 886.393 893.351

Già le cifre sono eloquenti, e in continuo cambiamento, ma proviamo a vederle in modo grafico, con le percentuali che vi ho elaborato e che dovrebbero rimanere più stabili, anche con la crescita dei numeri assoluti:


Mi pare che dal grafico si evinca con lucida chiarezza che l'Inglese è oggi non solo la lingua principale per la comunicazione nel mondo, ma che una considerevole maggioranza di chi è cattolico o comunque interessato ai messaggi del Papa gradisce principalmente e parla questa lingua: sono più di 2 su 3. Lo spagnolo, poi, è oggi la seconda lingua più parlata dai cattolici: nemmeno questa è una sorpresa, non solo per i numeri dell'America Latina, ma anche per quelli degli USA, in cui ormai lo spagnolo è la seconda lingua stabilmente parlata e diffusa. Certo il distacco è enorme, ma resta l'importanza stategica della lingua spagnola.
L'italiano si conferma, se pur con largo distacco, una delle lingue della Chiesa. Si sa che molti ecclesiastici, e oggi anche tanti studenti laici, passati per Roma o per l'Italia nelle facoltà pontificie, sanno bene la nostra lingua e possono seguire le parole del Papa che - per il fatto di essere vescovo della capitale d'Italia - deve comunque prediligere ed esprimersi nel nostro idioma.
Insieme Inglese, Spagnolo e Italiano assommano ad oltre il 93% dei followers del Papa. Possiamo ritenere che questi iscritti su Twitter riflettano più o meno anche l'interesse dei cattolici che parlano le rispettive lingue? Penso di sì, e bisogna tenerne conto nella strategia e nell'attività di comunicazione internazionale dei cattolici (visto che le risorse sono sempre limitate). Con tre lingue prendo quasi tutti, visto che tradurre costa.... ognuno deve fare i suoi conti.
Certo, per es., mi sarei aspettato un numero maggiore di interessati al Papa nella lingua portoghese, vista la sua diffusione in particolare nell'immenso Brasile (ma forse qui influisce il digital-divide).
Tedesco e Francese, almeno per quanto riguarda la vita cattolica, sono oggi residuali. Ciascuna di esse conta appena per un decimo rispetto al peso dello Spagnolo, in netta ascesa.
Se poi consideriamo che su Twitter gli anziani sono una minoranza (come in genere su Internet, anche se stanno costantemente aumentando, per l'invecchiare di tutti noi....), si può cogliere come ogni comunicatore cattolico che voglia essere preso in considerazione nel panorama internazionale non può per nulla trascurare l'Inglese e lo Spagnolo. Il Tedesco, il Francese e le altre lingue sono destinate ad una parte minoritaria, ma non per questo trascurabile: gli opinion leader cattolici che parlano queste lingue hanno bisogno di essere considerati. Discorso a parte merita l'Arabo: è evidente che la Santa Sede voglia dare un segnale di vicinanza e di interessamento per i cristiani che parlano questa lingua e per i musulmani che possono conoscere meglio la nostra fede (se sono interessati....). Perché non allora il Cinese? - si chiederà qualcuno- . Per un semplice motivo: Twitter in Cina non arriva ancora, è filtrato. Troppa libertà fa male. Se e quando potrà entrare a svolazzare in quel grande paese non è escluso che anche il Papa inizierà a twittare in mandarino.

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