Come fa notare padre Zuldorf, uno dei problemi con questi spostamenti di feste legate al loro giorno preciso è di mandare in tilt tutta la simbologia biblica (quella legata, per es., al 40esimo giorno nel caso dell’Ascensione). Inoltre, afferma Zuldorf, non si può non trovare alquanto “arrogante” il fatto di spostare a piacimento (e solo in alcuni luoghi) una delle feste cristiane più antiche e fondate nella sacra Scrittura. Leggiamo infatti nella Bibbia che nove, non sei, sono i giorni passati tra l’ascesa di Gesù al Padre e la conseguente discesa dello Spirito Santo (nove è pienezza, sei = imperfezione, cosa assai disdicevole per lo Spirito Santo).
Inoltre il giovedì dell’Ascensione è fissato a quaranta giorni dalla Pasqua almeno dalla fine del IV secolo in sintonia con il dettato neotestamentario molto preciso. In Occidente, tra i latini, lo menziona Sant’Agostino (+ 430) parlando di Quadragesima Ascensionis. Nell’Oriente Greco, San Gregorio di Nissa ne parla già nel 388. Una tradizione che ha quindi solo 16 secoli! I cristiani (anche cattolici) d’Oriente, non si sono mai sognati di trasferire la festa dell’Ascensione. Cosa mai dovranno pensare di noi, che senza batter ciglio ignoriamo secoli di storia, tradizioni, Bibbia e Padri, per...comodità di clero e popolo, paludata di famosi e fumosi “motivi pastorali” (come se dopo 16 secoli fossimo i primi a scoprirli)?
1 commento:
io sono per il giovedì... e farlo diventare festivo anche civilmente come già nella laicissima francia...
pax tibi,
frabio
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