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mercoledì 2 luglio 2008

Per una unione con l'ortodossia bizantina

La bolla di unione del concilio di FirenzeCi siamo giustamente rallegrati per gli incontri e i discorsi ecumenici dei giorni precedenti tra il Papa e il Patriarca di Costantinopoli. Ma i risultati concreti, nel senso di comunione canonica vera e propria, sembrano sempre lontani.

Dagli anni '60 ad oggi c'è senz'altro più amore, comprensione, conoscenza, appianamento di questioni, ma nessun passo compromettente e vincolante delle rispettive gerarchie.

Epuure 569 anni fa, il 6 luglio 1439, durante la VI sessione del Concilio di Firenze, si era andati molto più avanti. Latini e Greci avevano firmato un documento di unione, in cui risolvevano a livello telogico le loro divergenze. Forse alcune deliberazioni della bolla di unione sigillata da Papa Eugenio IV oggi avrebbero bisogno di essere riviste e limate (in particolare quelle che riguardano il primato petrino), ma per il resto perchè non riproporle e considerare concluse definitivamente alcune questioni che paiono invece ciclicamente riaprirsi?

Il Vaticano I e le definizioni dogmatiche mariane chiaramente sono problemi successivi e vanno affrontati con coraggio e realismo. Ma almeno quello che era già stato risolto e sottoscritto perchè non divulgarlo e tenerlo buono anche oggi, smettendo sia da parte orientale che occidentale, di rivangare sempre le stesse vecchie accuse?

Vi riporto qui una parte saliente della bolla di unione con i greci, che riguarda il Filioque:

"Addotte, quindi, le testimonianze scavate dalle divine scritture e da molti passi dei santi dottori orientali ed occidentali, poiché qualcuno dice che lo Spirito santo procede dal Padre e dal Figlio, qualcuno, invece, che procede dal Padre attraverso il Figlio, dato che con diverse formulazioni tutti intendono la medesima realtà, i Greci affermano che dicendo che lo Spirito santo procede dal Padre non intendono escludere il Figlio; ma poiché sembrava loro, come dicono, che i Latini asseriscono che lo Spirito santo procede dal Padre e dal Figlio come da due principi e da due spirazioni, per questo si astengono dal dire che lo Spirito santo procede dal Padre e dal Figlio.

I Latini dal canto loro affermano che dicendo che lo Spirito santo procede dal Padre e dal Figlio non intendono escludere che il Padre sia la fonte e il principio di ogni divinità, cioè del Figlio e dello Spirito santo; né vogliono negare che il Figlio abbia dal Padre [il fatto] che lo Spirito santo procede dal Figlio; né ritengono che vi siano due principi o due spirazioni; ma affermano che unico è il principio ed unica la spirazione dello Spirito santo, come finora hanno asserito.

E poiché da tutto ciò scaturisce un unico ed identico senso della verità, finalmente con lo stesso senso e con lo stesso significato essi si sono intesi e hanno convenuto nella seguente formula d'unione, santa e gradita a Dio.

Nel nome della santa Trinità, Padre, Figlio e Spirito santo, con l'approvazione di questo sacro ed universale concilio fiorentino, definiamo che questa verità di fede debba essere creduta e accettata da tutti i cristiani; e così tutti debbono professare che lo Spirito santo è eternamente dal Padre e dal Figlio, che ha la sua essenza e l'essere sussistente ad un tempo dal Padre e dal Figlio, e che dall'eternità procede dall'uno e dall'altro come da un unico principio e da un'unica spirazione; e dichiariamo che quello che affermano i santi dottori e padri - che lo Spirito santo procede dal Padre per mezzo del Figlio, - tende a far comprendere che anche il Figlio come il Padre è causa, secondo i Greci, principio, secondo i Latini, della sussistenza dello Spirito santo.
E poiché tutto quello che è del Padre, lo stesso Padre lo ha dato al Figlio con la generazione, meno l'essere Padre; questa stessa processione della Spirito santo dal Figlio l'ha dall'eternità anche il Figlio dal Padre, da cui è stato pure eternamente generato.

Definiamo, inoltre, che la spiegazione data con l'espressione Filioque, è stata lecitamente e ragionevolmente aggiunta al simbolo per rendere più chiara la verità e per necessità allora incombenti"

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