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giovedì 5 marzo 2009

I Lefebvriani americani danno ragione a chi dubita della volontà della FSSPX di riconciliarsi con Roma

Ho trovato questa lettera ad amici e benefattori del Superiore del Distretto statunitense della FSSPX, Arnaud Rostand, tramite il sito WDTPRS. Fr. Z, gentile e amabile come sempre, cerca di minimizzare (qui), facendo cogliere la situazione e i destinatari della lettera. Ma secondo altri pareri, e il fatto oggettivo che si tratta di una lettera pubblica, presente in internet sul sito ufficiale della Fraternità americana, qui non c'è molto da minimizzare. 
Si vogliono i colloqui (bene), ma si pretende che le scomuniche siano baggianate ed "errrori" di comprensione del Vaticano, si riafferma fedeltà a Lefebvre, lodandone la disobbedienza! I Lefebvriani, pur di tenersi buoni i loro ricchi benefattori, rischiano di pugnalare a morte la linea della riconciliazione che il Papa, mettendo in pericolo la sua stessa faccia, e per solo amore dell'unità, ha voluto misericordiosamente intraprendere, offrendo la mano. Adesso quella mano viene morsa. Giudicate voi dal tenore di questa parte della lettera, che vi traduco come meglio posso:


"Siamo grati al papa per il motu proprio, Summorum Pontificum del 7 luglio 2007. Abbiamo sempre espresso la nostra gratitudine a Sua Santità. E siamo anche grati perché sono state tolte le scomuniche; vediamo queste decisioni come segni coraggiosi e positivi. Non abbiamo paura di riconoscere questo, né abbiamo paura di comunicare il nostro apprezzamento. Come abbiamo già affermato, speriamo che il motu proprio come pure il nuovo decreto [quello he toglie le scomuniche ndt] aiuteranno ad eliminare, agli occhi di molti, l’invalida condanna della Tradizione Cattolica


Allo stesso tempo, riaffermiamo quello che abbiamo sempre detto. Rifiutiamo di riconoscere la validità delle scomuniche del 1988. Abbiamo più volte dichiarato che la consacrazione dei quattro vescovi da parte dell’Arcivescovo Marcel Lefebvre non fu illegittima. Al contrario, siamo più convinti che mai, che fu una assoluta necessità per mantenere la Messa Tridentina e per salvare la Tradizione Cattolica. Fu un atto meritorio ed eroico per la difesa e la salvaguardia della Dottrina Cattolica e della Liturgia.



Oggi esprimiamo la nostra gratitudine e fedeltà alle posizioni e alle decisioni dell’Arcivescovo Marcel Lefebvre. Dichiariamo la nostra riconoscenza anche ai quattro vescovi per aver accettato la loro consacrazione episcopale e per aver continuato a ordinare veri preti durante i vent’anni trascorsi, in modo tale da, e solo per, preservare la Tradizione Cattolica.



Riaffermiamo inoltre che il Concilio Vaticano II si è allontanato dal tradizionale insegnamento della Chiesa Cattolica; in particolare, ma non esclusivamente, nelle dichiarazioni Dignitatis Humanae sulla libertà religiosa e nella costituzione Lumen Gentium e il decreto Nostra Aetate sull’ecumenismo".

Sono proprio scoraggiato. Chi se ne è andato sbattendo la porta, ora si proclama unico salvatore della Patria della Tradizione Cattolica. Ma cosa dovrebbero dire tanti tradizionalisti seri, che hanno sofferto tanto eppure non si sono separati dall'unità? Spero proprio che siano loro a farsi sentire!
E poi, quella gelida affermazioni, sui "veri preti" che i quattro vescovi hanno continuato a ordinare? Diteci chiaro: noialtri, ordinati dalla Chiesa cattolica postconciliare siamo forse invalidamente ordinati? La vogliamo smettere di sputare veleno, mascherandolo come risposta a persecuzioni patite?
E, ciliegina sulla torta, si attacca genericamente nientemeno che la Costituzione DOGMATICA sulla Chiesa, la Lumen Gentium, lasciado perdere gli altri documenti meno vincolanti per la fede dei cattolici!
Una cosa è essere indignati dell'attacco mediatico contro quel pover'uomo di Williamson, un'altra è approfittarne per far passare ancora la solita minestra lefebvriana riscaldata. Abbiamo capito: potete gentilmente iniziare a dire come intepretereste le parti del Concilio che non vi sembrano esser state intepretate giustamente? Ci fareste un favore. Se invece non volete accettare il Concilio Vaticano II in quanto tale e per partito preso: arrivederci e grazie. 

Come si vede da questo testo, chi propugna l'ermeneutica della rottura, ricordiamolo bene, non è solo chi viene considerato ultraprogressista, ma anche chi - dalla sponda opposta - ribadisce ancor oggi, in barba agli insegnamenti pontifici, che il Vaticano II:  "has broken away from the traditional teaching of the Catholic Church".

Mi fermo qui, sperando in autorevoli richiami contro lettere di tale tenore interne o esterne alla Fraternità Lefebvriana.

Testo originale della Lettera di Marzo del Superiore del Distretto americano della FSSPX:

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Si tocca il tasto dolente: "chi sono, ma soprattutto cosa vogliono i"benefattori" della fraternità??". Io personalmente non lo sò!
Certo è che i "veri" tradizionalisti, "seri", come afferma lei non sono mai fuoriusciti dalla comunione.

Luisa ha detto...

E quando chi vuole mettere i bastoni nelle ruote a questo cammino di riunione che non fa che cominciare, smetterà di andare in giro per il mondo virtuale a cercare testi tendenti a discreditare la FFSPX e fidandosi di traduzioni approssimative ?
A quando una dischiarazione di un rappresentante della FFSPX in Papausia ?
Trovo molto sgradevole questo desiderio di ostacolare un cammino già difficoltoso, questa ricerca di informazioni che vanno nel senso desiderato da chi in fondo non condivide la volontà del Santo Padre!
Che senso ha continuare a nutrire la polemica?
Perchè non rispettare la decisione del Papa?
E nel silenzio e con umiltà, ancor più quando si tratta di religiosi, ma anche il semplice fedele, pregare e ancora pregare, come ce lo ha chiesto Benedetto XVI?

A.R. ha detto...

Cara Luisa, questa è una lettera dei Superiori Americani, non viene dalla Papuasia... Il silenzio l'aveva chiesto ai suoi Mons. Fellay: se i suoi non aderiscono alle sue direttive, cosa dobbiamo farci?
Non si vuole ferire nessuno, ma nemmeno nascondere la verità o girarsi dall'altra parte.
Ci sono delle giuste richieste, ma anche tanta retorica antiecclesiale nelle parole del Superiore statunitense.

Anonimo ha detto...

Mi sembra proprio che il percorso di avvicinamento della FSSPX abbia provocato delle resistenze al suo interno. C'è chi vuole ritrovare la comunione con la Santa Sede (lo speriamo), e c'è chi non ne vuole (ancora?) sentire parlare.

Come giudicare questi constrasti? Come sempre, con il metro dell'amore, dell'amore per la Chiesa, e dell'amore per il Papa. L'amore comunque è luce, che illumina le infedeltà, e le evidenzia, ma al fine soltanto di cercare e suscitare la fedeltà, e l'unità.

Per questo fa bene fr.A.R.: non spegniamo i riflettori su questi proclami di infedeltà, e non spegniamo la preghiera e il desiderio di unità, che è amore per la Chiesa e per le sue pecore disperse.

Luisa ha detto...

Avevo letto su un altro blog un commento di fr. A.R. molto critico nei confronti della FFSPX, definendo una vergogna intollerabile certe frasi di mons. Fellay, basandosi su un errore di traduzione, e con un`interpretazione tutta sua della lettera della FFSPX al Papa.
Un`interpretazione che non lasciava alcun dubbio sul pregiudizio molto negativo nei confronti della FFSPX ed è contro questo che mi insorgo.
Lo ripeto troverei molto più utile e saggio pregare piuttosto che nutrire una polemica, lasciamo lavorare i teologi, lasciamo svolgersi queste discussioni al riparo delle nostre opinoni, e accompagniamole con le nostre preghiere, è così che aiuteremo il Santo Padre e la Chiesa,

Luisa ha detto...

Mi sembra di capire che fr.A.R. fa parte di coloro che dubitano della volontà della FFSPX di riconciliarsi con Roma.
Con questa chiave di lettura che per me è un pre-giudizio, vanno letti i diversi interventi molto critici qui su questo blog e altrove.
Perchè sottolineare solo gli interventi che vanno nel senso della propria opinione?
Perchè, anche basandosi su cattive traduzioni, insistere così pesantemente sulle dichiarazioni dei singoli ?
Solo Mons. Fellay ha l`autorità necessaria per rilasciare dichiarazioni che legano la FFSPX, e ho piena fiducia nella sua sincera e profonda volontà di lavorare per la riunificazione.
Onorandomi inoltre di conoscere diverse persone che seguono la FFSPX, posso testimoniare con quanta gioia hanno accolto la decisione del Santo Padre pur essendo consapevoli del lungo cammino di chiarificazione che comincia e resta da percorrere.
Allora si potrebbe cessare di andare alla ricerca dell`intervento che confermerebbe la propria opinone?
Non si potrebbe semplicemente pregare e fare fiducia a chi si sta impegnando con sincerità per questa così importante riconciliazione?

A.R. ha detto...

Mi piacerebbe poterlo fare, cara Luisa, ma uno dei miei compiti è proprio quello di teologo e insegnante di ecclesiologia, e mi tocca trattare proprio della Lumen Gentium, della sua interpretazione e del modo di intendere la Chiesa alla luce della Tradizione. Il problema della FSSPX è che cerca di appropriarsi per sè sola del "sigillo di autenticità" tradizionale (dando addirittura dell'eretico a chi semplicemente ha una diversa teologia, che viene immediatamente confusa con dottrina). Ma oramai gli stessi sostenitori laici della Fraternità si stanno stancando di questo rinfocolare le polemiche e vedono nel Papa troppa generosità malamente (o per niente) corrisposta da parecchi sacerdoti arrabbiati (non si capisce perchè).

Anonimo ha detto...

"I Lefebvriani, pur di tenersi buoni i loro ricchi benefattori [...]". Mi garberebbe sapere, proprio perché non lo so e senz'alcuna intenzione polemica, se l'articolista può dire chiaramente chi sono i benefattori della FSSPX.Grazie.

A.R. ha detto...

La lettera è indirizzata esplicitamente da Don Arnaud Rostand ad "amici e benefattori".
Bisogna chiedere a lui esattamente chi siano.
Quello che mi preoccupa, se posso fare un paragone che non vuole per nulla offendere mons. Lefebvre e la sua integrità morale, ho paura che l'incapacità di distanziarsi dal "padre fondatore" e dai suoi errori di valutazione, sia simile nella FSSPX a quello che sta avvenendo per i poveri Legionari di Cristo (pur in situazioni ovviamente diversissime). E' sempre difficile voltare pagina e staccarsi anche da certe radici che sebbene non possano essere completamente rinnegate (e nessuno lo chiede) non possono però essere continuamente lodate anche contro la verità che il Papa ha mostrato.
Per il resto io sono il primo ad esultare per il cammino di riconciliazione. Certo se i fratelli della FSSPX fossero docili come i Redentoristi transalpini, sarebbe molto più facile riconciliarli con Roma.

Luisa ha detto...

Dicendo di non voler offendere Mons. Lefebvre, ma facendo lo stesso il suo paragone "vertiginoso", lei in realtà offende la memoria di Mons. Lefebvre, uomo buono, integro, dalla moralità ineccepibile .
Osare, a sostegno della propria opinione, ravvicinare padre Maciel e Mons. Lefebvre mi lascia basita.
La FFSPX non si staccherà di certo dalle sue radici, che non sono marcie, ma, e in questo lei ha ragione, dovrà accettare di mettersi attorno ad un tavolino e discutere, dovrà aprirsi ed essere pronta a fare i passi dovuti e necessari e così rispondere alla generosità di Benedetto XVI.

Anonimo ha detto...

Traduzione completa della lettera: http://musicasacra.forumfree.net/?t=37423216&view=getlastpost#lastpost

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