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giovedì 1 ottobre 2009

Chiara, pianticella del Serafico Padre


La figlia primogenita di San Francesco e insieme a lui prima custode del carisma della minorità e fraternità: la seguace più intransigente del Serafico Patriarca nella sua speculare e complementare vocazione. Senza Chiara non si capisce pienamente Francesco, e si rischia di perdere la metà del francescanesimo "non illuminata dal sole", quella che vive nel chiuso dei monasteri, costituita da vigili e attente spose in attesa del ritorno del loro Sposo.
Se le povere dame sono "sorelle" per i frati, ricordo invece che -tradizionalmente- Chiara viene chiamata "Madre" anche dal ramo maschile dei francescani, riconoscendola a fondamento dello spirito minoritico accanto al "Padre" serafico.
Per Chiara e le sue sorelle, quel trovatore e poeta d'un san Francesco compose anche un canto, che ci viene riportato così nei manoscritti:

Parole con melodia per le povere signore del monastero di San Damiano

Audite, poverelle dal Signore vocate
ke de multe parte et province sete adunate:
vivate sempre en veritate
ke en obedientia moriate.

Non guardate a la vita de fore,
ka quella dello spirito è migliore.
Io ve prego per grand'amore
k'aiate discrecione de le lemosene ke ve dà el Segnore.

Quelle che sunt adgravate de infirmitate,
et le altre che per loro sò adfatigate,
tutte quante lo sostengate en pace,
Ka multo venderite cara questa fatiga,

ka ciascuna serà regina
en celo coronata cum la Vergene Maria
.

Purtroppo, mentre le parole si sono conservate, la melodia composta da Francesco si è persa (come quella del Cantico di Frate Sole). Ci ha pensato Branduardi, recentemente, a colmare la lacuna, inventando una melodia che trovate qui.

Nel 2007 il film per la TV Chiara e Francesco ha cercato di mettere bene in luce il rapporto e la "santità doppia" vissuta dai due santi di Assisi. Ve ne ripresento una clip, quella che illustra la decisione di Chiara diciottenne, la sua fuga e la consacrazione. Tutto si svolge nella notte della Domenica delle Palme, il 28 marzo 1211.



Dalla Vita di Santa Chiara
Capitolo IV


Come per opera del beato Francesco mutò vita e passò dal mondo alla vita religiosa

Ben presto, perché la polvere del mondo non abbia ad appannare lo specchio di quell'anima tersa e il contatto con la vita mondana non ne contagi la pura giovinezza, il padre santo si affretta a sottrarre Chiara dalle tenebre del mondo.

Era prossima la solennità delle Palme, quando la fanciulla con cuore ardente si reca dall'uomo di Dio, per chiedergli che cosa debba fare e come, ora che intende cambiare vita.
Il padre Francesco le ordina che il giorno della festa, adorna ed elegante, vada a prendere la palma in mezzo alla folla, e la notte seguente, uscendo dall'accampamento, converta la gioia mondana nel pianto della passione del Signore.
Venuta dunque la domenica, la fanciulla entra in chiesa con le altre, radiosa di splendore festivo tra il gruppo delle nobildonne. E lì avvenne - come per un significativo segno premonitore - che, affrettandosi tutte le altre a prendere la palma, Chiara, quasi per un senso di riserbo, rimane ferma al suo posto: ed ecco che il vescovo discende i gradini, va fino a lei e le pone la palma tra le mani.

La notte seguente, pronta ormai ad obbedire al comando del Santo, attua la desiderata fuga, in degna compagnia. E poiché non ritenne opportuno uscire dalla porta consueta, riuscì a schiudere da sola, con le sue proprie mani, con una forza che a lei stessa parve prodigiosa, una porta secondaria ostruita da mucchi di travi e di pesanti pietre.

Abbandonati, dunque, casa, città e parenti, si affrettò verso Santa Maria della Porziuncola, dove i frati, che vegliavano in preghiera presso il piccolo altare di Dio, accolsero la vergine Chiara con torce accese.
Lì subito, rinnegate le sozzure di Babilonia, consegnò al mondo il libello del ripudio; lì, lasciando cadere i suoi capelli per mani dei frati, depose per sempre i variegati ornamenti.

Né sarebbe stato giusto che, alla sera dei tempi, germogliasse altrove l'Ordine della fiorente verginità, se non lì, nel tempio di colei che, prima tra tutte e di tutte la più degna, unica fu madre e vergine.
Questo è quel famoso luogo nel quale ebbe inizio la nuova schiera dei poveri, guidata da Francesco: così che appare chiaramente che fu la Madre della misericordia a partorire nella sua dimora l'uno e l'altro Ordine.

Poi, dopo che ebbe preso le insegne della santa penitenza davanti all'altare di santa Maria e, quasi davanti al talamo nuziale della Vergine, l'umile ancella si fu sposata a Cristo, subito san Francesco la condusse alla chiesa di San Paolo, con l'intenzione che rimanesse in quel luogo finché la Volontà dell'Altissimo non disponesse diversamente.

Miniatura medievale, Francesco riceve i voti di santa Chiara e le taglia i capelli

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