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martedì 27 ottobre 2009

Intervista del Cantuale a Giovanni Vianini, il maestro di gregoriano dell'Internet.


Cantuale Antonianum ha rivolto qualche domanda, a mo' di intervista, a Giovanni Vianini, maestro di Gregoriano e direttore della Schola Gregoriana Mediolanensis (questo il loro sito) nata nel 1981.
La passione per la musica sacra ha accompagnato Giovanni Vianini (69 anni) fin da ragazzo, quando andava a rubare la chiave dell’organo nella chiesa di S. Stefano a Milano per studiare il largo di Haendel nonostante il sacrestano si arrabbiasse.
Cresciuto tra lavoro per necessità e passione per il canto e per la musica organistica, vi si è dedicato prima come autodidatta, poi conseguendo il diploma al conservatorio Verdi di Milano. Per Vianini la musica sacra è una vera e propria "missione", vissuta con competenza acquisita attraverso lo studio e le prove, ma illuminata dalla fede e al servizio della fede.
Organista e studioso di organaria, ha costruito tre organi a canne con trasmissione meccanica; ha allargato nel tempo la propria competenza musicale, rivolgendosi allo studio della musica medioevale (con salterio e arpa provenzale), e della musica rinascimentale, con lo studio degli strumenti a fiato (dulciana, cromorni, chalmey, flauti diritti). Per dieci anni è stato direttore della Cappella Musicale della Basilica di S. Marco in Milano.
Un giorno, durante una funzione in chiesa, alla vista di strumenti musicali del tipo sassofono, batteria e chitarra elettrica, fu spronato alla decisione di formare un coro che potesse cantare un repertorio più consono alla sacralitàdella della liturgia, quale il gregoriano, i corali di Bach e di un autore come Palestrina. Da quel momento ha avuto oltre mille allievi, diffondendo con impegno e tenacia la sua visione della musica liturgica.
Ogni seconda Domenica del mese, con la schola, presta un servizio liturgico durante la messa vespertina delle ore 18 all' Abbazia di Chiaravale Milano con un programma di Canto Gregoriano. Ogni terza Domenica del mese è presente con la schola durante la messa delle ore 18,30 nella Basilica di S. Marco in Milano con un programma di Canto Ambrosiano. Numerosi sono i concerti da lui diretti in Italia e in Svizzera. Ogni anno tiene concerti all'Abbazia cistercense di Morimondo, Chiaravalle Milanese, Rivalta Scrivia, Basilica di S. Maria Maggiore di Lomello Pv., Basilica di S. Maria delle Grazie di Milano, Certosa di Pavia, Sala Colonne Museo Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci, Museo Diocesano, Palazzo Reale e in altri luoghi.
Nell' Ottobre del 2000 presso l'Università Statale di Milano, S.Em. il Card. C.M. Martini , Arcivescovo di Milano, consegnava un riconoscimento a Giovanni Vianini per il lavoro da lui svolto nel tenere vivo e attuale il canto ambrosiano e gregoriano.
Recentemente, su stimolo iniziale dei suoi figli, ha iniziato ad usare YouTube come "deposito" virtuale per i suoi video musicali, dedicati allo studio del canto Gregoriano. Ha scoperto che possono rivelarsi un'ottima risorsa per i cantori che desiderano provare anche a casa i pezzi musicali: questo l'indirizzo del suo canale, che spesso "saccheggiamo" per la comune causa:
http://www.youtube.com/user/vianinigiovanni

Intervista del Cantuale Antonianum a Giovanni Vianini.


- Come è nata la tua passione per il Gregoriano e l'idea di mettere insieme una Schola Cantorum?
Sono cresciuto in Chiesa, facevo il chierichetto, ho cantato per anni nella Cappella Musicale del Duomo di Milano come contralto, ho avuto la fortuna di conoscere la bellezza in liturgia, i comportamenti, le attenzioni, la sensibilità ai testi sacri e la loro interpretazione nel canto sacro, e ho fatto attenzione anche all'importanza dell'immagine, dell'abito liturgico (importantissimo!), al modo di cantare, soave, ben modulato, umile e gioioso, sempre rispettoso del testo sacro. Sento nostalgia di quando, una volta, la Messa terminava e l'organo suonava maestosamente, mentre la gente, in silenzio usciva dal luogo sacro (non come oggi che dopo la Messa cominciano tutti a parlare chiassosamente, dimenticando che la Chiesa è un luogo sacro....)

- Come ti pare venga percepita dal popolo di Dio e dai pastori la messa animata con il canto gregoriano quando hanno l'occasione di partecipare ad una celebrazione animata dalla vostra Schola?
Il gradimento è evidente, viviamo in un periodo di collegamento generazionale, ci sono persone che hanno conosciuto il gregoriano quando era "nel quotidiano" , cioè quando ogni celebrazione conteneva questo canto; molte di queste persone lo rivivono volentieri, alcuni si lamentano per l'incapacità di poterlo studiare o insegnare o organizzarsi per farlo continuare. Questo, certo, richiede organizzazione, ma tutto è possibile se si vuole, ci deve essere una volontà convinta, io esperimento tutto questo: a volte mi sembra di essere un grosso motore che funzione in continuazione. Le idee mi vengono con la molta esperienza e pratica, e tutto mi sembra logico e facile, mai stanco di produrre attenzione verso il "canto più bello del mondo", definizione che mi diede il maestro Giulini al termine di una Messa in canto gregoriano alla Chiesa del Carmine a Milano.

Noto oggi un grande interesse e un profondo respiro. "Questa sì che è una Messa": è l'ultimo commento che abbiamo ricevuto. Il celebrante, infatti, durante l'omelia, parlava dell'importanza del canto gregoriano nella litugia, diceva: "basta con i salti, balletti, tamburelli bongo e chitarre, la spiritualità arriva solo dal canto gregoriano e dalla vera polifonia sacra". Il canto gregoriano dà più spiritualità e favorisce la preghiera interiore di ogni fedele. Una signora al termine di una Messa in gregoriano mi ha detto: "Sa che mi sembrava di essere gia in Paradiso?".

- Hai mai avuto rimostranze o opposizioni sul genere di musica che proponi con la Schola Mediolanensis da parte di chi magari pensa che sia troppo elitaria e poco "pastorale"?
Forse qualcuno non è apertamente d'accordo, (devo dire onestamente che non l'ho mai constatato), ma penso che si "converte" subito dopo aver sentito e visto questa bellezza.
Cerco di essere pratico e di fare una cronaca vera:
Quando cantiamo la Messa in gregoriano la gente arriva numerosa, molti telefonano per prenotarsi o per chiedere, addirittura, quanto costa il biglietto di ingresso (ovviamente rispondo che è semplicemente una liturgia e quindi la frequenza è, come sempre, aperta e gratuita per tutti). All'Abbazia di Chiaravalle i monaci mi dicono: "Quando ci siete voi la chiesa si riempie". In altre chiese dove normalmente la frequenza è di tot persone, l'affluenza aumenta fino a colmare le navate. Quindi, mi pare che i programmi proposti siano condivisi perchè fruibili, perchè presentati nel modo giusto, divulgati attentamente anche tramite varie TV, quotidiani, settimanali, passa parola, esposizione di locandine. Tutto questo richiede un grande lavoro di gestione, ma, ovviamente, ne vale la pena; io credo fermamente nell'importanza di questo lavoro.

- Che consigli daresti, vista la tua esperienza, a dei giovani di parrocchia che desiderano iniziare un gruppo di animazione in gregoriano per la loro realtà locale?
Consiglierei di provare a sperimentare il canto gregoriano, di partire dalle cose semplici: Missa de Angelis (la Messa più divulgata e praticata nel mondo) Adoro te devote, Ubi caritas, Veni Creator Spiritus, Ave Maria, Salve Regina, e poi di lasciarsi trasportare dalla bellezza. Con questo canto gregoriano è subito differenza, verso la logica della preghiera e lode a Dio. Io, ancora oggi, dopo più di 50 anni di pratica in liturgia, ho i brividi dalla bellezza prodotta da questo canto; sento l'aiuto di chi mi ha insegnato, direttamente o indirettamente, con le loro esecuzioni, sento il dovere di portare avanti quello che ho conosciuto, perchè, lontano da manie o mode temporanee, il canto gregoriano è il canto più logico e naturale per la preghiera cantata; per la sua profonda spiritualità, è un canto, ancora e sempre, attuale. Il problema del Latino non esiste, basta fornire le traduzioni a fronte , e poi - perché no - un po' di pratica dei testi latini non fa male, è vivere la nostra cultura, la nostra tradizione, la nostra identità, la nostra storia, è da li che siamo arrivati, è da li che non dobbiamo allontanarci (altri consigli tecnici qui).

Ho sperimentato questa proposta anche in scuole medie e superiori. I giovani sono aperti alla conoscenza della bellezza, basta presentare e proporre la cosa con onestà ed entusiasmo. Poi ti trovi che cantano Salve festa dies come se lo avessero sempre cantato; la loro mente e il loro cuore ti donano con sorprendente bellezza il canto gregoriano in modo così naturale e ti dici: "ma allora farò sempre questo, allora non ci sono problemi, allora questo patrimonio avrà sempre vita, basta crederci". E io ci credo.

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