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martedì 3 novembre 2009

Natuzza Evolo: la nonnina calabrese, gigante di spiritualità

Oggi si svolgono a Mileto (in Calabria) i funerali dell'ottantacinquenne Natuzza Evolo, la mistica mamma e contadina. Riposa in Cristo nel giorno di Tutti i santi, e proprio lei, che parlava amabilmente con le anime dei defunti, va ad incontrarle per sempre nella giornata a loro dedicata.
E' morta in silenzio, come era vissuta, lontano dal chiasso dei media ecclesiali e laici affamati di apparizioni, messaggi e miracoli. Appena conosciuta fuori della Calabria, eppure stimata e ascoltata dai Vescovi della sua terra, che l'hanno sempre tenuta in considerazione proprio per il suo nascondimento e per l'obbedienza totale che ha dimostrato verso la Gerarchia in ogni momento e occasione.
E il prodigioso, nella lunga vita di Natuzza, non è stato di certo inferiore a quello di santi grande del calibro di Padre Pio. Il prodigio più grande è stato il rispetto e la tranquillità che ha sempre circondato questa donna, la cui santità appare dal non aver mai voluto spettacolarizzare i suoi doni e i suoi carismi, se non perchè richiesta di una testimonianza da dare al Signore e alla Vergine Santa.
Molto prima che a Medjugorje (dal 1934) la Madonna è apparsa per 75 anni a questa semplice contadina della Calabria, a cui spuntavano ciclicamente le stimmate e che dialogava con il suo "angelo custodio".


Una sola cosa desiderava Natuzza: una grande chiesa chiestale dalla Vergine Maria. Speriamo possa vederla completata dall'alto, dal Cielo. La casa di riposo e alcune parti dei centri per anziani e ammalati ha avuto la gioia di vederli realizzati. Ancora una volta, nel profondo Sud d'Italia, la mistica più intensa si rivela assolutamente concreta e attenta ai bisogni fisici e quotidiani dei figli di Dio. Come Padre Pio volle il suo Ospedale, così Natuzza con le opere del Centro Ospiti della Speranza e del Villaggio di Conforto.


Così dà la notizia il Messaggero:

«Natuzza Evolo santa subito». Martedì funerali a Mileto, attese 30mila persone

Domani, a Mileto, piccolo centro della Calabria il vescovo celebrerà i funerali, mentre cresce l’attesa di conoscere quale sarà l’orientamento della Chiesa, se vorrà o meno aprire (a livello diocesano) il processo di beatificazione.

Monsignor Luigi Renzo è costretto a dire messa all’aperto perché 30 mila persone, tante ne sono attese, non potevano stare tutte in chiesa e così d’accordo col sindaco (che ha proclamato il lutto cittadino) ha suggerito di allestire il funerale nella spianata che dovrebbe ospitare Villa della Gioia, la grande struttura religiosa voluta da Natuzza.

I devoti di Natuzza Evolo sono tantissimi e non solo in Italia. Paragonata a padre Pio da Pietrelcina è sempre stata conosciuta per le sue capacità di predire il futuro, per le stimmate che riceveva durante la Pasqua. Un caso che ha fatto parlare spesso di sè e ha indotto le autorità ecclesiastiche ad essere prudenti.

Si diceva che parlasse coi santi, con gli angeli e con le anime dei defunti, e che riuscisse a pure prevedere le cose prima che accadessero. La fama non poteva che oltrepassare il confine della regione Calabria. Durante il periodo della quaresima le si arrossavano le mani fino a sanguinare. Il fenomeno delle stigmate terminava subito dopo Pasqua. La prima volta che le apparvero aveva solo 10 anni e da allora i "miracoli" attorno a lei si sono moltiplicati. Non sapeva né leggere, né scrivere ma riusciva a parlare con coi santi, con la Madonna e dare risposte complesse, che solo una persona colta poteva dare.

«Sono rimasto impressionato - ha detto il vescovo - dalla profonda spiritualità di questa donna. Quello che mi ha sempre attratto in lei è stata la sua semplicità e il suo senso dell’obbedienza all’autorità ecclesiastica. Natuzza non ha mai fatto niente che potesse mettere in difficoltà la Chiesa. È stata sempre fedele alle indicazioni che i vescovi, che l’hanno conosciuta, le davano. Le è stato imposto agli inizi della sua missione pubblica di non ricevere la gente e lei, senza battere ciglio, ha ubbidito. Solo quando le hanno dato il via ha ricominciato a ricevere gente per dare loro conforto».

Monsignor Renzo, che ha conosciuto Natuzza per vari anni, è rimasto impressionato dalla sua profonda fede. «Quella di Natuzza è un’esperienza mistica che tocca quegli aspetti legati al rapporto intimo con Gesù Cristo. La sofferenza, che ha sempre accettato in silenzio, è la riprova del suo legame con la passione di Cristo. I fenomeni che lei avvertiva durante la settimana santa sono il segno del dono che Dio stesso le ha fatto. Natuzza con la sua forza spirituale è riuscita a comunicare con tutti».

Solo dopo che arriverà l’autorizzazione alla Conferenza episcopale calabra si potrà avviare la procedura della beatificazione. Saranno raccolte testimonianze e messi nella giusta luce gli aspetti più complessi della sua vita.

Natuzza nasce il 23 agosto 1924 a Paravati e a 10 anni riceve le stimmate per la prima volta. A 20 anni va in sposa a un compaesano, Pasquale Nicolace dal quale ha avuto 5 figli. Anche da sposata le visioni continuarono e la sua casa fu meta di continui pellegrinaggi da parte di persone che invocavano conforto. Lei si è sempre presentata come «l’umile serva del Signore». 



Una delle ultime interviste a Natuzza (dell'anno scorso)


Qui la Rassegna Stampa di Google News che conta oltre 80 articoli apparsi in un paio di giorni sui quotidiani italiani-

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