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mercoledì 28 aprile 2010

Approvata definitivamente la nuova traduzione del Messale in Inglese. E quella in Italiano dove è finita?

Oggi la traduzione in lingua inglese, completamente rinnovata, del Messale Romano (III edizione) ha ricevuto la sua definitiva "recognitio" da parte della Congregazione per il Culto divino. Ci sono voluti 10 anni di consultazioni, di discussioni, studi e dibattiti anche infuocati, ma alla fine tutti i paesi di lingua inglese sparsi nei cinque continenti sono riusciti a raggiungere l'obiettivo di un'unica nuova, teologicamente solida e letterariamente raffinata traduzione. Entro l'avvento dell'anno venturo sarà definitivamente archiviata l'orrenda traduzione anni '70 che ha seminato tanta disaffezione alla liturgia nei paesi anglosassoni, avvelenando il pozzo della preghiera con invenzioni e adattamenti che non hanno praticamente niente a che fare con l'originale latino.
Ora il mondo inglese ha una vera traduzione solidamente poggiata sui principi dell'istruzione "Liturgiam authenticam" (istruzione tanto invisa ai liturgisti dell'adattamento e della varietà...).

Ora la domanda che sorge spontanea è questa: "ma com'è possibile che gli anglofoni, che vanno dagli americani, agli inglesi, dagli indiani agli africani, fino agli australiani, si siano accordati e abbiano proceduto fin alla definitiva approvazione, e invece i nostri quattro vescovi italiani, che non hanno neanche la scusa della distanza, non sono ancora riusciti a trovare il tempo per approvare e sottomettere a Roma la nuova e tanto necessaria traduzione fedele del Messale nella lingua italica?"
Sono ormai 20 anni che aspettiamo la rinnovata e cattolica traduzione delle preghiere eucaristiche VA, B, C, D..... e ancora non si è visto nulla. Da 10 anni c'è la terza edizione del Messale latino di Paolo VI, e campa cavallo!
Certo, piuttosto che vedere nuovamente un pasticcio quale è risultata la nuova traduzione e stampa del Lezionario, meglio aspettare altri 100 anni. Eppure, mi chiedo, come mai in pochi mesi tradussero allegramente il primo Messale del '69 e invece adesso dopo anni e anni non si riesce ad ottenere neanche una bozza? Non credo sia svanita la conoscenza del latino. Ho paura che si faccia invece di tutto, in certe commissioni litigiose, per allontanare il più possibile nel tempo la sparizione della "gloriosa" traduzione (e conseguente adattamento) fatta alla fine dei "gloriosi" anni '60.
Certo, dobbiamo ribadirlo, rispetto alla coeva traduzione inglese, la nostra almeno è cattolica e formulata con un certo stile, anche se spesso preferisce inventare piuttosto che tradurre.
Se dunque oggi dobbiamo rallegrarci con gli anglo-parlanti per la meta raggiunta, che li aiuterà ad scoprire i tesori dei testi liturgici per 40 anni a loro veramente sottratti e nascosti dall'infantile e supersemplificante traduzione ICEL, ci chiediamo ancora: E NOI, QUANTO DOBBIAMO ASPETTARE?

La notizia della traduzione inglese VOX CLARA

1 commento:

Anonimo ha detto...

Come verrà tradotto il "pro multis"? La CEI sarà obbediente al Papa o stanno aspettando tempi (per loro) "migliori"?
Emilio

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