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domenica 24 ottobre 2010

Tiara sì, tiara no: ma i Papi hanno davvero rinunciato alla Tiara?

A proposito dello stemma del Papa, con tiara o senza tiara, che tanto fa discutere in queste settimane, ho trovato delle interessantissime precisazioni, con abbondanti note storiche e araldiche intorno al tema della tiara papale su questo blog (che riproduce un articolo di un famoso araldista). Ottimi spunti si trovano anche in questo articolo di Rinascimento Sacro.
Ve ne riporto una piccola parte, tanto per smentire le "leggende metropolitan-ecclesiastiche" divulgate dai soliti interessati ad imporre la propria interpretazione... il resto ve lo leggete da soli, se vi interessa:

"Appare infondata l’argomentazione secondo la quale la tiara andrebbe soppressa in quanto il Papa Paolo VI vi avrebbe rinunciato, quando nel 1964 offrì la tiara donatagli dalla diocesi di Milano perché fosse venduta per la fame nel mondo; pertanto, non essendo questa più in uso, dovrebbe sparire anche dalle armi papali. Non fu assolutamente questa l’intenzione del Pontefice, bensì quella di offrire per la fame nel mondo quanto il Papa aveva di più prezioso e che più compiutamente lo simboleggiava: il triregno. Infatti né Paolo VI (una replica della bellissima tiara offerta per la fame nel mondo fu commissionata per la Sacrestia Pontificia), né Giovanni Paolo II hanno mai inteso rinunciarvi o interrotto l’uso della tiara sui loro stemmi: l’articolo dell’Osservatore Romano [si riferisce all'articolo del Card. Montezemolo che spiegava il perchè non ci fosse la tiara sul nuovo stemma di Benedetto XVI] tace il fatto che non solo lo stesso Paolo VI continuò ad usare il triregno sulle proprie armi, ma a lui si deve la costituzione De Romano Pontifici eligendo, promulgata il 1-10-1975, la quale comprende il cerimoniale per l’incoronazione del Pontefice, che prevede l’imposizione della tiara [cap. VII].
Infatti, nel 1978, eletto Sommo Pontefice Giovanni Paolo I, i cerimonieri pontifici prepararono uno dei triregni della Sacrestia Pontificia per l’incoronazione del nuovo Papa, secondo quanto previsto dalla succitata
costituzione del 1975, e come del resto si aspettava lo stesso Papa Giovanni Paolo I. Altrimenti decise l’allora maestro delle cerimonie, Mons. Virgilio Noè, assertore della riforma liturgica nata dopo il Concilio Vaticano II, il quale, influenzato e partecipe del clima avverso a ciò fra particolari ambienti del clero legato alle posizioni più progressiste, oltre che per quelle che ritenne valide motivazioni di opportunità politica ed ecumeniche, volle eliminare l’imposizione della tiara al Pontefice. Le motivazioni addotte procedevano da una mancanza di conoscenza e comprensione della storia e dei reali significati della tiara e della sua solenne imposizione, e da una volontà di revisione e modernizzazione dei simboli antichi, senza curarsi del loro valore e significato,
asserendone la non comprensibilità odierna. Nella visione di Mons. Noè si trattava di cerimonie supplementari delle quali non si volevano o sapevano leggere i più autentici e profondi significati, ma solo un univoco  significato politico, temporale. Ciò anche per il timore di irritare i protestanti con ciò che si voleva considerare una solennità eccessiva ed una sottolineatura del Primato del Papa.
Il Sommo Pontefice non è in realtà incoronato come un Re, poiché non riceve l’unzione e la consacrazione regale: egli è già consacrato vescovo, e quindi non si tratta di un atto propriamente liturgico, bensì qualcosa di più vicino alla vestizione di un vescovo prima di un pontificale: è il vescovo di Roma, Pontefice Romano, che viene per la prima volta solennemente rivestito delle insegne che gli sono proprie.
Anche il Papa Giovanni Paolo II non era affatto contrario all’imposizione della tiara, né al suo uso, ritenendo inoltre di aver pieno diritto di usarla anche senzala cerimonia dell’imposizione, alla quale non si volle procedere all’atto della sua elezione, dopo il precedente recentissimo dell’intronizzazione di Giovanni Paolo
I senza l’incoronazione. Infatti, nonostante un fugace tentativo di fargli sostituire la mitria alla tiara, il Papa Giovanni Paolo II ha voluto continuare a portare il triregno sulle proprie armi, ed a lui gli Ungheresi hanno donato un magnifico triregno nel 1981. Anche in occasione dell’elezione del Papa Benedetto XVI si è
pensato di riprendere l’imposizione della tiara e degli altri paramenti Pontifici sulla stessa tomba del primo Papa, S.Pietro, in forma non pubblica, per poi procedere alla loggia per la benedizione Urbi et Orbi. Oggi rimane comunque presente il senso del valore profondo della tiara. Dunque il preteso abbandono Paolino della tradizione della tiara non c’è mai stato".  (Maurizio Bettoja, Lo stemma di Benedetto XVI)

A riprova delle "manovre araldiche" che il card. Noè continuava a portare avanti ce n'è una di marmo! Si tratta dello stemma di Giovanni Paolo II da Noè commissionato  per il pavimento di San Pietro. Tutti sanno che lo stemma di Giovanni Paolo II era timbrato da una tiara, eppure, il card. Noè, ligio alla sua ideologia lo fa raffigurare così, con una bella mitria:

Ecco l'ultimo numero della Costituzione del 1975 di Paolo VI che riguarda l'elezione del suo successore e che non fu, temerariamente, messa in atto. Non certo dal povero Giovanni Paolo I, ma dal suo enturage (in cui spiccava, naturalmente, Virgilio Noè, maestro delle Cerimonie Pontificie dal 1970 fino al 1982). Come tutti sanno, il Papa del sorriso non ebbe tempo di modificare questa costituzione, che ebbe valore anche per l'elezione e l'inizio del Pontificato di Giovanni Paolo II, e fu di nuovo disattesa.
.....
92. Infine il Pontefice sarà incoronato dal Cardinale Protodiacono e, entro un tempo conveniente, prenderà possesso della Patriarcale Arcibasilica Lateranense, secondo il rito prescritto.
Pertanto, dopo attenta e matura riflessione, stabiliamo e prescriviamo queste norme e dichiarando abrogati, come è stato sopra previsto, le Costituzioni Apostoliche e gli Ordinamenti emanati a questo riguardo dai Romani Pontefici, vogliamo che questa Nostra Costituzione abbia piena efficacia ora e in futuro, in modo che quanto in essa è stato esposto e stabilito sia esattamente osservato da tutti gli interessati ed ottenga, quindi, il suo adempimento, nonostante qualsiasi disposizione in contrario, anche se degna di specialissima menzione. Se poi, consapevolmente o inconsapevolmente, si agirà in maniera diversa da come abbiamo prescritto, dichiariamo che ciò sarà del tutto privo di valore.
Dato a Roma, presso S. Pietro, il giorno 1° del mese di ottobre 1975, anno tredicesimo del Nostro Pontificato.
PAULUS PP. VI

Disse il giorno dell'inizio del suo ministero il Papa Giovanni Paolo II, con scelte e precise parole, che fanno capire che la tiara non è affatto abolita, ma è lasciata alla libertà dei singoli Papi riceverla o meno:
"L’ultimo incoronato è stato Papa Paolo VI nel 1963, il quale, però, dopo il solenne rito di incoronazione non ha mai più usato il triregno lasciando ai suoi Successori la libertà di decidere al riguardo".
Giovanni Paolo II non la volle (non gli sembra il tempo opportuno per tornare a tale rito), ma non la abolì, e nel 1981 accettò addirittura una tiara in regalo dagli Ungheresi, anche se poi non l'usò mai; però mai la tolse dal suo stemma, come non l'avevano tolta i suoi  predecessori.

C'è poi chi dice che, nel 1996 Giovanni Paolo II promulgando la Costituzione Universi Dominici Gregis, che stabilisce le norme da lui volute per il Conclave e l'inizio del ministero petrino del suo successore, avrebbe con quell'atto soppresso l'uso della tiara. Ma a ben leggere non si trova menzione di tutto questo! Non è soppresso nulla. Viene solo mutata la formulazione dell'articolo 92, che non parla di "incoronazione" termine improprio, ma di solenne cerimonia di inaugurazione del pontificato, che allora prevedeva ancora l'imposizione della tiara, anche se ciò non si era fatto per gli ultimi due papi, come si è visto per i buoni uffici del Maestro delle Cerimonie in carica. Dunque così scrive nel 1996 Giovanni Paolo II:

92. Il Pontefice, dopo la solenne cerimonia di inaugurazione del pontificato ed entro un tempo conveniente, prenderà possesso della Patriarcale Arcibasilica Lateranense, secondo il rito prescritto.


Non viene precisato nulla di normativo in questo numero. I Papi, comunque, non sono legati al cerimoniale dei loro predecessori, nè in un senso nè in un'altro. Papa Benedetto si sottopose al cerimoniale organizzato da Pietro Marini, successore di Noè. Nel frattempo i solerti collaboratori cerimoniali del nuovo Papa avevano fatto in modo di far sparire la tiara non solo dalla liturgia, ma anche dall'araldica pontificia. Ahimè invano. La tiara fantasma continua a infestare il Vaticano, perfino nei giardini del Papa (per non parlare di tutte le carte intestate dei dicasteri pontifici....!)

Guarda, guarda: prove generali?

6 commenti:

Anonimo ha detto...

L'eliminazione della tiara dall'araldica pontificia, e la sua sostituzione con la mitria (il che, di fatto, lo riduce allo stemma di un semplice vescovo), va nella direzione di individuare il papa come un "primus inter pares", nello spirito di "collegialità" che molti vogliono attribuire al Concilio. Poi, oserei dire, con rispetto evangelico, il papa da "primus" finisce per essere considerato da questi personaggi "postremus inter pares"...

Querculanus ha detto...

Secondo me, si è sbagliata completamente tattica. Era stata ottima l'idea di donare al Papa un nuovo drappo con la tiara. L'errore è stato di aver strombazzato troppo l'evento, facendo credere che il Papa avesse modificato il suo stemma. È ovvio che questo ha mobilitato subito le vestali dell'ortodossia progressista, che hanno ottenuto senza difficoltà l'ovvia smentita da parte vaticana. Se si fosse taciuto (ma quando si imparerà ad agire diplomaticamente?), nessuno avrebbe avuto nulla da ridire e il drappo verrebbe ancora usato...

A.R. ha detto...

Concordo pienamente con il commento di Querculanus.

lycopodium ha detto...

E dire che c'era l'argomento principe, che purtroppo è stato eclissato, espresso ottimamente nel post di RS: "Ma alla fine sta il vero paradosso. Si voleva episcopalizzare lo stemma del Papa, in realtà le si è tolto il sommo onore. Infatti, l’unica cosa che ci si è dimenticati di mettere, all’apice, sopra il tutto, è lo splendore della Croce di Cristo".
Immagino che, una futura prossima battaglia sullo stemma, debba focalizzarsi proprio qui e non altrove.

Anonimo ha detto...

il nuovo stemma papale ha da un lato "episcopalizzato" le armi del papa (ma siccome la mitria non fa parte delle armiepiscopali in cui invece c'è il cappello coi fiocchi, sarebbe più esatto dire che è stato protestantizzato, essendo la mitria in uso negli stemmi di certe correnti protestanti che hanno l'episcopato o una parvenza di esso), e dall'altro lato ha "tiarizzato" (con le tre bande orizzontali, chiarissimo ed inequivocabile richiamo alle tre corone) la mitria.

insomma il nuovo stemma è bruttissimo. Il vescovo di Roma non ha mai usato una mitria difforme da quella degli altri vescovi, mettergliene una diversa sullo stemma non è stata una gran cosa.

Anonimo ha detto...

Non si deve aver paura d'esser quel che si è. La Tiara o Triregno è del Papa come la Corona è del Re. Il Papa faccia il Papa, senza timore dei simboli, ne ha l'autorità. ACG

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