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sabato 26 febbraio 2011

La messa è finita: quando le chiese sconsacrate vengono riutilizzate

A seguito di questo servizio su Repubblica online sulla mostra fotografica "La Messa è finita", ho trovato l'intera collezione di foto a questo link
Si tratta della testimonianza fotografica di una triste ma ben nota realtà: mentre si costruiscono orrendi mostri di cemento armato (chiamandoli impropriamente "chiese"), semplici ma decorosi edifici sacri del passato perdono la loro funzione e vengono adibiti ad altro: quando va bene diventano teatri o sale da convegno, ma anche mediateche o biblioteche. A volte finiscono per esser riutilizzate come ristoranti o addirittura officine meccaniche. Meglio così, ahimè, che veder luoghi cattolici diventare templi di altre religioni. Però rimane sconsolante pensare che dove si riponeva il santissimo Sacramento, ora c'è un registratore di cassa o un palcoscenico al posto dell'altare.

Alla FNAC di Milano (via Torino), dal 23 febbraio al 29 marzo, è allestita una Mostra fotografica di Andrea di Martino che presenta le tante soluzioni italiane di "riciclo" delle chiese dismesse dalla comunità cristiana.

chiesa-teatro

Birrerie, officine, laboratori… Andrea Di Martino racconta le nuove destinazioni d’uso delle chiese sconsacrate in Italia. Con questo lavoro ha vinto l’edizione 2010 del Premio Amilcare G. Ponchielli, creato dal GRIN. Le foto, rigorose e apparentemente semplici, fanno scoprire spesso realtà sorprendenti. «Quello che mi affascina nella fotografia di architettura, spesso statica, inanimata, priva di presenza umana, è la capacità di farmi immaginare la vita», racconta l’autore. «In questo senso le chiese sconsacrate sono per me luoghi molto particolari, hanno un richiamo a più voci: la vita sacra, la rinascita, la vita profana».
chiesa-salotto
chiesa-tavola calda

Che ne pensate del fenomeno "riutilizzo chiese sconsacrate"? Per vedere altre "realizzazioni" cliccate qui.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Da piangere
Cosa posso fare io, mio Dio?

lycopodium ha detto...

Non ho voluto guardare oltre per non disperarmi di più. Mi bastano queste foto.
Si preferisce disperdere umili testimonianze del passato, che non avevano altra pretesa che di rendere culto a Dio, senza sostituirle con nulla di adeguato al compito.
E quello che da più fastidio è la poco santa alleanza tra la sciatteria tipo anni ’70 (chiesa-garage) e l’idea del big dell’architettura come deus ex machina salvatore e redentore (spesso puri e semplici monumenti alla propria Idea e al proprio Genio): ciò che ne viene fuori è, in un modo o nell’altro, incongruo con l’opus Dei che è la liturgia.

Mauro ha detto...

Ha messo in rilievo una desolante contraddizione. Belle chiese che chiudono, orrende chiese che aprono.
Di chiese chiuse, ormai abbandonate al degrado, ce ne sono tante nel centro storico del mio paese. Non sono state neppure riutilizzate. Dispiace vedere così dimenticati i luoghi che testimoniano una fede antica, secolare, e capire che il passato, le radici, il cammino che la fede ha compiuto per arrivare fino a noi, sono diventati un peso inutile.

Ma la tristezza che mi fanno certe chiese nuove è comunque più grande, forse perché lì i fedeli continuano, giorno dopo giorno, a subire il peso del brutto sulla loro preghiera.

dakocliff ha detto...

ex chiesa ....

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