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lunedì 28 marzo 2011

Patriarca a quarant'anni: insediato ieri il nuovo Arcivescovo Maggiore dei Greco-cattolici ucraini

L'elezione di Sviatoslav Schevchuk ad Arcivescovo Maggiore della Chiesa Greco-Cattolica dell'Ucraina è stata confermata da Papa Benedetto XVI il 25 marzo, e ieri, domenica 27, il nuovo capo della più popolosa Chiesa orientale unita a Roma (oltre 5 milioni di fedeli) si è insediato nella sua cattedrale di Kyev.
Il Santo Sinodo ha scelto il più giovane dei suoi membri (il terzo più giovane di tutti i vescovi dell'orbe cattolico!), l'appena 40enne Sviatoslav Schevchuk, da nemmeno due anni ausiliare in Argentina, per gli ucraini in diaspora (più di 300 mila i greco-cattolici). Succede al cardinal Lubomyr Usar, ottuagenario leone che ha guidato la sua Chiesa, dopo le catacombe del regime comunista, fino alla fioritura attuale.
Sua novella Beatitudine Sviatoslav Schevchuk è nato il 5 maggio 1970 a Styj nella regione di Lviv. Ordinato sacerdote il 26 giugno 1994 è poi venuto in Italia, e ha conseguito la laurea in Teologia Morale presso la Pontificia Università di San Tommaso d’Aquino a Roma (1999). Ha ricoperto vari incarichi, tra cui: Prefetto del Seminario "dello Spirito Santo" di Lviv (1999-2000); Vice-Decano della Facoltà di teologia dell’Accademia di Teologia di Lviv (2001); Vice-Rettore del Seminario "dello Spirito Santo" a Lviv (2000-2007) e in seguito Rettore del medesimo Seminario (2007). Poi il 14 gennaio 2009 il Santo Padre lo ha nominato Vescovo titolare di Castra di Galba e Ausiliare dell’Eparchia di Santa Maria del Patrocinio in Buenos Aires (Argentina). Se il Papa decidesse, al prossimo Concistoro, di farlo cardinale - come quasi sempre avviene con il capo dei greco-cattolici ucraini - Schevchuk risulterebbe il più giovane cardinale dei tempi moderni, una quindicina d'anni più piccolo del più giovane attuale membro del senato papale!
Parla diverse lingue: spagnolo, inglese, polacco; legge e capisce anche lo slavonico, il  greco, e l'italiano.
Con grande umiltà e senso della continuità ha affermato, nelle sue prime interviste, che la cosa più importante per lui non è la pianificazione del futuro, ma consolidare ciò che è già stato realizzato dai sui predecessori: Slipyj, Lubachivsky e Husar, continuando ad essere un buon sacerdote, aperto alle persone che hanno sempre bisogno di essere condotte alla salvezza. (qui la fonte). La strategia unica è: santità e unità per il popolo di Dio, con l'occhio sempre rivolto alla Croce e alla Risurrezione del Signore.
Si è detto anche desideroso di continuare le aperture già promosse prima del suo avvento, in particolare quella che vede la Chiesa impegnata con il mondo della comunicazione di massa.

Anche se, formalmente, l'Arcivescovo Maggiore ucraino non ha il titolo di Patriarca, è già così che lo chiamano anche i telegiornali ucraini che, in questi giorni, stanno seguendo la notizia della sua nomina e della sua intronizzazione:


Il video della televisione ucraina mostra l'intronizzazione del nuovo capo della Chiesa Greco-Cattolica, la sua vestizione con i simboli del ministero suo proprio e il primo discorso. La traduzione in inglese è disponibile a questo link.
Curiosità per distinguere la gerarchia ucraina: l'omophorion di cui viene rivestito l'Arcivescovo Maggiore porta cinque barre orizzontali, che contraddistinguono il capo della Chiesa sui iuris (tre per un vescovo, quattro per un metropolita).

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