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martedì 22 novembre 2011

Cantantibus organis. La famosa antifona di Santa Cecilia

Cecilia e Valeriano - mosaico della Basilica ceciliana a Trastevere
Il vespro della Santa romana, patrona della musica, inizia tradizionalmente con questa antifona:
Mentre gli organi suonavano, Cecilia cantava al Signore dicendo: "Rimanga immacolato il mio cuore, perché io non sia confusa"


Questa frase, tratta dalla Passio di Santa Cecilia, è in realtà frutto di un errore di trascrizione. Cecilia non stava qui, come pensavano i medievali, cantando la sua purezza verginale (il testo della Passio dice "cor et corpus") nel giorno del suo "matrimonio bianco" con il marito Valeriano tra l'allegra armonia di organi - strumenti musicali già in uso tra i romani antichi.
La lezione corretta nei manoscritti più antichi, probabilmente sconosciuti ai medievali, era: "Candentibus organis....": "mentre si arroventavano gli strumenti - sottinteso: di tortura"! Siamo in un contesto ben diverso: Cecilia continua a cantare (decantabat) la sua immacolatezza nel momento supremo del suo martirio.

Comunque sia, proprio questo riferimento, la rese col tempo fortunata protettrice dei cantanti e dei musicisti. Che Santa Cecilia protegga davvero la musica liturgia e la restauri. E dopo che per troppi anni si sono "arroventati gli strumenti di tortura" delle nostre povere orecchie, possano tornare a cantare i tradizionali organi. Con buona pace delle edizioni critiche :-)))


La Santa organista in compagnia di angioletti collaborativi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io terrei comunque anche presente che è attestato nella Roma imperiale l'uso dell'organo in contesti celebrativi profani, tra i quali vanno annoverati anche i giuochi circensi e le celebrazion della divinità imperiale. Dunque, durante il martirio della santa gli organi avrebbero ben potuto suonare, anche se con l'intento di dare gloria all'imperatore, piuttosto che a Dio.

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