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giovedì 29 dicembre 2011

Niente presepio a Rieti? Ma è proprio così...?

Certe notizie bisogna darle bene e COMPLETE, altrimenti si provoca un maremoto per nulla. Però anche chi compie certe scelte, magari, potrebbe fare dei comunicati stampa che aiutano i giornalisti a non ingannarsi e trarre in errore il pubblico, scatenando reazioni scomposte.
     Oggi, con sconcerto, leggevo su La Bussola quotidiana : "A Rieti hanno ucciso il presepe" e sul blog di Tornielli si rincarava "A Rieti hanno abolito il presepe". Pareva che nella Cattedrale di Rieti, in segno di "sobrietà" e di "crisi" non avessero fatto il presepio. Inorridito da questa corbelleria, perpetrata tra l'altro a pochi passi da Greccio (in diocesi di Rieti), luogo di nascita del presepio, mi sono un po' informato. Non potevo credere che in una cattedrale del genere si premeditasse qualcosa di simile: non allestire il presepio! La sede del vescovo ha dato forse ragione al politicamente corretto delle scuole pubbliche che ostracizzano la natività?
     Allora come stanno le cose? Quello che manca, quest'anno, è il presepio monumentale, storico, quello artistico che tutti i reatini aspettano come tradizione vuole. MA LA RAPPRESENTAZIONE DELLA NATIVITA' NON MANCA! E' stata allestita più semplicemente, in maniera comunque degna e visibile, come testimoniano le foto che sono apparse sul sito del settimanale diocesano e che qui riproduco:
Presepe della Cattedrale di Rieti - 2011: c'è, ma semplice e spoglio.
Ho tratto un sospiro di sollievo, ma non del tutto. La motivazione della scelta del minimalismo presepistico, comunque, rimane risibile, anzi, "piangibile", ed è giustamente fustigata dal pezzo di Tornielli. Che cosa significa: "l'assenza vale più della presenza" - come affermano i responsabili del sobrio presepe? Si sta parlando di sacre rappresentazioni, di visibilità della fede, di espressioni sensibili di ciò che è creduto! Il presepio è esattamente il contrario: "la presenza è necessaria alla speranza"! E san Francesco lo insegna bene: a Natale niente risparmio, non è tempo di far penitenza (altro che "sobrietà"). Anche i muri vanno spalmati di carne, pure se il Natale capitasse di venerdì, arrivò ad affermare il Santo di Assisi in una sua nota iperbole. (Celano, Vita Seconda, FF 787: "Voglio che in un giorno come questo anche i muri mangino carne; e se questo non è possibile, almeno che ne siano spalmati all'esterno.")
         E allora? Volete insegnare a Francesco la sobrietà? L'amore per la povertà? La salvaguardia del creato?
La storia del presepe di Rieti è un grande autogol comunicativo della diocesi, e su questo non c'è dubbio. Ma non esageriamo, però, amici giornalisti, con le critiche ideologiche ai poveri gestori della cattedrale di Rieti: pensavano di aver fatto una bella trovata, e invece si trovano in mezzo all'aspra bufera del popolo di Internet; non avevano calcolato che se non si è attenti, l'uso disinvolto dei simboli può ritorcersi contro chi li maneggia senza rendersi conto della loro "esplosività" emotiva.
     Intendiamoci: la sobrietà è un valore. Ma non iniziamo dalla liturgia e dal tempio. Se la Chiesa vuole spogliare se stessa e dare una mano alla crisi può guardare prima nei propri conti in banca, e invece di risparmiare e tesaurizzare, per le istituzioni è proprio il momento di spendere e far circolare soldi, dare lavoro perchè nessuno ne dà, commissionare opere e far girare un pochino l'economia.
Forse, invece di fare il presepio minimalista, era proprio il momento di comprare un altro paio di statue del presepe storico, così da aiutare gli artigiani del legno a rischio chiusura.... Un'idea per combattere la crisi dove sta: nel mercato, non sotto le navate della chiesa.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Solo una precisazione: "l'assenza vale più della presenza" non è l'opinione dei "responsabili del sobrio presepe", ma di uno dei redattori del settimanale diocesano. L'aver preso i commenti alla notizia e averli usati come argomenti di polemica su un ordine più alto ci pare essere davvero scorretto. I commenti rimangono opinioni personali, che in quanto tali non hanno nulla di istituzionale. Semmai è utile riportare correttamente i fatti e di verificarli. Ciò detto invitiamo anche a prendere visione del videomessaggio di Massimo Casciani sul tema per avere un quadro più completo dei motivi che hanno condotto alla scelta. Si permetta infine di dire che la polemica è la classica tempesta in un bicchiere d'acqua.

David Fabrizi ha detto...

Postilla: è interessante questo invito a superare la crisi invitando anche la Chiesa a consumare di più...

A.R. ha detto...

Più che "consumare", direi "far lavorare" e "investire" in beni fruibili, come l'arte, e non in finanza che non arricchisce lo spirito

Massimo Casciani ha detto...

Dispiacciono i giudizi sommari dati nel vostro commento. Il Presepe nella cattedrale di Rieti c'è con tutti personaggi. Mancano solo lucine e laghetti. L'Ufficio delle Comunicazioni Sociali, che mi onoro di guidare, non ha commesso errori di comunicazione. Ha solo lasciato che si "postassero" commenti e farneticazioni di persone che leggono solo i titoli o poco più. Abbiamo pubblicato anche le foto di un presepe più semplice. E' tutto. Nessuno ha detto nulla delle motociclette al posto del cero pasquale nel funerale di un motociclista, mentre di un presepe più semplice se ne sta facendo un caso che non c'è.
E' bene che di queste cose se ne parli, con tutti i rischi che si corrono, ma chi vuole la verità deve anche saperla cercare.
Saluti

Prof. Massimo Casciani
Ufficio Comunicazioni Sociali

A.R. ha detto...

Carissimo prof. Massimo, mi pare che il nostro commento sul blog -se è a quello che si riferisce e non ai commenti al post - cercasse proprio di ristabilire la realtà delle cose, senza farsi prendere "solo" dai titoli. E abbiamo messo in evidenza la foto, quando altri non controllavano. Ma anche i titoli, comunque, contano. L'errore di valutazione nel comunicare non mi pare sia io ad asserirlo: è un fatto provato dai pezzi dei vaticanisti e anche dei commenti. Se non hanno capito in così tanti, vuol dire che ci si è spiegati male. Non credo che sia iniziativa del Settimanale diocesano fare o meno il presepe. Ma darne notizia sì: scrivere "mancato allestimento del presepe in cattedrale" lascia intuire che il presepe non c'è, altrimenti si dice "ridimensionato il presepe". Non è che sia un peccato, per carità, ma solo un errore. Riconoscerlo e sistemarlo è più utile che negarlo, cercarne giustificazioni teologiche o tirare in ballo altri esempi. Qui non si sta parlando di un funerale più o meno importante o di una motocicletta che non ci doveva stare. Si tratta di una notizia che è stata data non proprio precisa (e di cui certo si è approfittato). Invece di spiegare a chiare lettere che il presepe ci sarebbe stato, tutti hanno capito che veniva cancellato, con sostegno di motivazioni che lasciano perplessi. Come non immaginarsi che l'argomento "presepe" suscitasse queste reazioni? Sotto Natale c'è sempre una polemica a proposito di presepi scomparsi o vietati: i giornalisti la cercano, e lo spunto bisogna trovarlo...
Comunque tutto è bene quello che finisce bene, e questi battibecchi natalizi fanno vedere che la Chiesa, dopotutto, è proprio una famiglia, dove a Natale ci si incontra, ci si parla e spesso e volentieri si finisce per baruffare. Di solito perché non ci si è capiti, anche se ci si vuole bene e si lavora per lo stesso scopo. Pace e Bene

Sergio ha detto...

Veramente la cosa peggiore in tutta questa faccenda sono le spiegazioni date dal personale della chiesa di Rieti. Che un ridimensionamento o una cancellazione del presepio ci possa essere per motivi validi può dispiacere ma essere accettabile. A pensar male,e quindi a indovinare la verità,siamo stati indotti tutti dalla lettura del settimanale diocesano e delle spiegazioni apparse qua e là dai responsabili,da cui si capiva che la scelta è stata ideologica,il che è stato confermato dalla preparazione veloce del presepio nell'antivigilia di Natale,il che è molto sospetto e conferma il pensar male a cui siamo stati indotti dalla maniera grossolana di rispondere a chi legittimamente protesta. La parrhesia è una dote lodata nel Vangelo e non è a senso,unico. Che i pasticcioni riflettano per la prossima volta.

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