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lunedì 16 gennaio 2012

Neocatecumenali & liturgie: Magister rincara la dose


Un paio di giorni fa il grande vaticanista dell'Espresso era uscito con un pezzo che ha scatenato l' "ira di Dio" tra le comunità neocatecumenali di mezzo mondo. Oggi Magister rincara la dose, e torna all'attacco. Potete leggere qui la sua requisitoria, dove si difende dai tanti attacchi che avrà certo subito in questi giorni.
D'altra parte, anche nel nostro piccolo, non si vede spesso un post che attiri tanti commenti come quello dedicato al problema dell'adattamento autonomo e autarchico della liturgia neocatecumenale. Alcuni non li ho potuti pubblicare: solidarizzo con Magister e affermo che l'anonimato dei commenti fa dire cose - diciamo - sconvenienti, sia a chi difende sia a chi controbatte. 
Intanto leggete Settimo cielo, poi riflettiamo su alcune domande.

1) Come è possibile che una FONDAZIONE, in questo caso un "insieme di beni spirituali" (Statuto, art 1 §3, nota 3), non di persone, possa essere soggetto di una liturgia propria o perfino di un indulto? Questo ce lo devono spiegare i canonisti. Molti, anche fra i neocatecumenali, non si rendono conto che quello che è approvato è "il cammino", non le persone che lo frequentano. Mi spiego. Il neocatecumenato, per volere dei fondatori, non è un'associazione di persone nella Chiesa, non è una confraternita, non è un gruppo religioso. Nossignore. E' l'insieme di beni spirituali (CIC canone 115), cioè il cammino catechetico stesso, gestito dagli amministratori di tale Fondazione che sono le Equipes dei vari livelli. I beneficiari dei servizi catechetici di questa fondazione si incontrano in comunità. Ma non sono esse soggetto di diritti nella chiesa, quanto piuttosto le singole persone che utilizzano il servizio della Fondazione di beni spirituali che è il Neocatecumenato, sotto l'assoluta giurisdizione dei vescovi del luogo e dei loro delegati che sono i parroci. Le comunità neocatecumenali in quanto tali hanno la stessa rilevanza, nella chiesa, di una classe di catechismo. Sia chiaro. Non sono un ente o una persona per il Diritto canonico, per esplicito volere dei fondatori. 

2) Passiamo ad un'altra questione. Per volere del Concilio Vaticano II, in SC 22 troviamo che la prima norma che presiede al modo di procedere nella riforma della liturgia dice:

L'ordinamento liturgico compete alla gerarchia
  1. Regolare la sacra liturgia compete unicamente all'autorità della Chiesa, la quale risiede nella Sede apostolica e, a norma del diritto, nel vescovo. [quindi una duplice autorità: universale, la Santa Sede, locale , con compiti di controllo, il vescovo del luogo]
  2. In base ai poteri concessi dal diritto, regolare la liturgia spetta, entro limiti determinati [traduzioni, adattamenti nazionali...], anche alle competenti assemblee episcopali territoriali di vario genere legittimamente costituite [terza autorità, distinta dalle altre due perchè. come si sa, le conferenze episcopali non sono "di diritto divino", come invece il ministero petrino e quello episcopale].
  3. Di conseguenza assolutamente nessun altro, anche se sacerdote, osi, di sua iniziativa, aggiungere, togliere o mutare alcunché in materia liturgica. [non ci sono altre autorità competenti in materia, nè i presbiteri (come amano dire i neocatecumali), nè tantomeno laici ispirati o partcicolarmente dotti ed eruditi, nemmeno le Università pontificie o gli Istituti di Liturgia.]
Ma allora ci chiediamo: chi ha introdotto certe modifiche e adattamenti alle liturgie neocatecumenali? Chi ha deciso che non si deve dire il Gloria o il Credo fino a un certo "passaggio"? Chi ha inventato la distinzione bizantina fra "comunione e manducazione" per inficiare la chiara volontà del Messale e dell'Istruzione Redemptionis Sacramentum 92? Chi ha deciso che inginocchiarsi alla consacrazione è contro il rispetto per il giorno del Signore, il giorno della Risurrezione? (e anche se si volesse interpretare in questo modo fantasioso il concilio di Nicea, perchè non inginocchiarsi almeno nelle messe feriali da lunedì a sabato mattina??).
Tante domande rimangono aperte. Ed è meglio non addentrarsi troppo. 

Rimane poi l'ultima, il grande quesito: come è possibile che un Direttorio per la catechesi approvato "per la pubblicazione" dalla Santa Sede, a quasi un anno dall'approvazione tanto sbandierata (vedi qui), non sia neppure pubblicato (=fatto conoscere, reso pubblico) in internet e venga tenuto segreto? Tutti e 13 i volumi sono secretati, ne conosciamo solo i titoli, come si desumono dal decreto di approvazione.
Io l'ho chiesto, l'ho cercato e proprio non ho avuto fortuna. Se qualcuno fosse così gentile da rispondere al mio appello gli sarei grato. Altrimenti c'è da pensare e vien pure da sospettare.
Come è possibile, d'altra parte, che un vescovo tolleri di far entrare nel suo territorio un gruppo che proclama un Vangelo di cui non deve rendere conto al pastore proprio della Diocesi? Eppure l'art. 5 degli Statuti recita: "Il Neocatecumenato è uno strumento al servizio dei Vescovi per la riscoperta dell’iniziazione cristiana da parte degli adulti battezzati". Uno strumento di cui i vescovi devono fidarsi a scatola chiusa? Come è possibile che io, se fossi parroco, non debba ricevere una copia di tale Direttorio, per informarmi e magari armonizzare la catechesi anche della parrocchia intera su di esso, visto che è così fatto bene. Perchè privare la comunità cristiana di un bene spirituale? Non c'è niente di nascosto che non debba essere rivelato. Noi siamo la Chiesa Cattolica: la storiella della disciplina dell'arcano, nel 2012,  la possono raccontare a qualcun altro... Se il Cammino fa parte della Chiesa, a richiesta del rappresentante ordinato della Chiesa locale deve consegnare e rendere pubblico il Direttorio. Altrimenti fanno bene i vescovi a non "avvalersi" di un tale strumento, visto che possono usarlo o meno a loro massima discrezione, come dicono gli Statuti approvati!

19 commenti:

Anonimo ha detto...

Gentili amici,

come requisitoria del Sig.Magister mi sembra un po scarsa,più scarso del primo articolo!!E' triste che un giornalista si debba ridurre a fare il provocatore per farsi leggere.Rispondo alla vostra domanda:

Circa il gloria e il credo avete detto delle cose imprecise e scorrette.Il permesso era stato dato da Giovanni Paolo II oralmente per motivi didattici.Non è vero che il gloria non si recitasse.Veniva recitato solo nel tempo di Pasqua.D'altronde è noto che il gloria non è una parte essenziale della Messa e che durante la riforma liturgica post Vaticano II si discusse di toglierlo.Fu introdotto nel IV secolo dal Vescovo Frullone nei primi documenti come la prima apologia di San Giustino non se ne parla.

D'altronde se fosse una parte essenziale della Messa non si capisce come mai non lo si reciti tutti i giorni ma solo la domenica e nelle solennità?In certi tempi liturgici(quaresima) non si recita neanche la domenica?

D'altronde fu Papa Benedetto XVI stesso nella udienza del gennaio 2006,a rivekare che il Beato Giovanni Paolo II aveva dato il permesso di fare delle sperimentazioni e che lui noj intendeva continuare a dare questo permesso.Pertanto fu Giovanni Paolo II a permettere certi adattamenti.Il Papa attuale non ci ha permesso di non recitare il gloria pertanto abbiamo ubbidito.

Circa il Credo nella Messa non è affatto vero che non si recitasse.Il Papa Giovanni Paolo II permetteva che fino alla riconsegna del Credo cioe alla tappa della Traditio Simboly,tappa nella quale i neocatecumeni studiano gli articoli del Credo,veniva concesso di non recitarlo.Dopo la Traditio veniva e viene cantato.Questo si faceva in quanto il Cammino è una iniziazione cristiana,un neocatecumenato post battesimale e imitando il catecumenato antico,nel quale i catecumeni non conoscevano anzitempo il Padre nostro il Credo che veniva consegnato ad un certo punto.Papa Bendetto XVI ha ritenuto di non continuare questa prassi e quindi il Cammino si è adeguato.

Spero di aver spiegato meglio psossibile

Anonimo ha detto...

Chedo scusa che inginocchiarsi nel giorno del Signore fosse proibito lo dice il Concilio di Nicea canone 20 lo riporto:

"XX. Che non si debba, nei giorni di domenica e di Pentecoste, pregare in ginocchio.

"Poiché vi sono alcuni che di domenica e nei giorni della Pentecoste si inginocchiano, per una completa uniformità è sembrato bene a questo santo sinodo che le preghiere a Dio si facciano in piedi".

In realtà questo canone sarebbe ancora valido non è stato mai abrogato.Ma dopo il Concilio di Trento ha preso piede la prassi di inginocchiarsi.La Chiesa permette ambedue i modi.

Anonimo ha detto...

Riguardo il Diretorio Catechetico vorrei rettificare l'inesattezza detta.Il Pontificio Consiglio per i Laici non ha stabilito che il Direttorio Catechetico sia pubblicato COME SUSSIDIO VALIDO E VINCOLANTE per i catechisti del Cammino Neocatcumenale,non come libro di testo da venedere nelle librerie cattoliche.
Infatti nessuna Congregazione Romama nè il Papa ha mai dispostola vendita nelle librerie cattoliche.Pertanto credo di poter dire che non avverrà alcuna pubblicazione nel senso indicato dall'autore di questo blog.I volumi saranno usati esclusivamente come sussidio per i catechisti del Cammino.Grazie per l'opportunità di spiegare.

Anonimo ha detto...

Errata corrige.C'è un errore di battitura!Intendevo dire che il Pontificio Consiglio per i Laici ha emesso il Decreto di approvazione che dice che il Direttorio Catechetico è approvato come Sussidio valido e vincolante per i catechisti del Cammino.Non come libro di testo da vendere e duiffondere.

Antonino ha detto...

All'anomimo qui sopra che cita il canone XX del Concilio di Nicea, senza rendersi conto che si dà la zappa sui piedi, perchè è un canone disciplinare "per una completa uniformità", dico: è per la completa uniformità che vuole salvaguardare questo canone che i neocatecumeni fanno cose diverse da tutti gli altri?
E rincaro la dose: tutti sanno che nel cammino esistono dei cosiddetti: "presbiteri itineranti", incaricati di andare qui e là a iniziare il cammino in vari luoghi.
Ma avete mai letto il canone num. XV del concilio di Nicea? E come la mettiamo con i "presbiteri itineranti"??.
ECCO IL TESTO:
"XV. Del clero che si sposta di città in città.
Per i molti tumulti ed agitazioni che avvengono, è sembrato bene che sia assolutamente stroncata la consuetudine, che in qualche parte ha preso piede, contro le norme ecclesiastiche, in modo che né vescovi né preti, né diaconi si trasferiscano da una città all'altra. Che se qualcuno, dopo questa disposizione del santo e grande concilio, facesse qualche cosa di simile, e seguisse l'antico costume, questo suo trasferimento sarà senz'altro considerato nullo, ed egli dovrà ritornare alla chiesa per cui fu eletto vescovo, o presbitero, o diacono"

Anonimo ha detto...

Ho finito il cammino e sinceramente mi chiedo che problema abbiamo noi del cammino ad adeguarsi a quello che fanno tutti. Non mi è mai parso questo il carisma del cammino per cui ci ho speso 30anni. Né la liturgia, né le domus, né i concerti, ma perché tramite piccoli gruppi si rinnovasse la fede. Dopo tanti anni mi ritrovo a chiedermi dove sta andando questa esperienza.

Anonimo ha detto...

Caro fratello che hai finito il Cammino non abbiamo nessun problema ad adeguarci agli altri.Ma se sicuro che il bene stia nell'adeguarsi agli altri?

Dobbiamo inseguire l'approvazione degli altri o crediamo che lo Spirito Santo ha ispirato certe cose a Kiko?Secondo te Kiko ha sbagliato allora a chiedere e lottare perchè si mantenesse fedele il suo carisma?Giovanni Paolo II ha sbagliato a riconoscere il acrsma di Kiko e a dire nella lettera
"Ogniqualvolta"ai Vescovi di fare il Cammino secondo le linee proproste dagli inizatori?Sai come sarebbe stato più facile per Kiko fare quello che tu dici?Perchè secondo te non lo ha fatto per farsi del male da solo?Scusa ma non capisco il tuo intervento.

trilex ha detto...

mah, francamente l'asserito catecumeno che ha finito il cammino, dal linguaggio che usa, puzza di "sola", nel senso che anche in altri blog si e' palesato un personaggio, che, approfittando dell'anonimato, si spaccia per questo e quello, pur essendo uno degli antineocat in servizio permanente effettivo.
Magari mi confuterai, ti dovrebbe essere facile giusto?

trilex ha detto...

E rincaro la dose: tutti sanno che nel cammino esistono dei cosiddetti: "presbiteri itineranti", incaricati di andare qui e là a iniziare il cammino in vari luoghi.
Ma avete mai letto il canone num. XV del concilio di Nicea? E come la mettiamo con i "presbiteri itineranti"??.

Non parlate di cose che ignorate, i presbiteri itineranti, sono preti regolarmente incardinati, che per un periodo partono in missione, dietro autorizzazione del loro Vescovo, itinerante, non significa zingaro.

Anonimo ha detto...

Per chi ha un minimo di conscenza della liturgia tradizionale (anche in questo caso educatrice preziosissima) è chiaro che il tanto decantato canone del consilio di Nicea non si riferisce alla postura da adottare lungo tutti i momenti della Messa, ma si riferisce agli oremus, che da sempre il sacerdote fa in piedi (persino durante la preghiera di consacrazione). Tale canone non ha nessun rilievo per momenti diversi dagli oremus, non ha rilievo per ciò che attiene alla posizione dei fedeli perchè si indirizza ai sacerdoti e infine non può assolutamente giustificare la decsione di non stare in ginocchio durante i momenti dedicati alla adorazione.

Anonimo ha detto...

Adegurasi. Caro mio io non sono una "sola" e purtroppo sono anche stato catechista quindi posso assicurarti che la parola adattarsi non è mai stata molto apprezzata. Quando facevamo le missioni popolari (te le ricordi) il tutto era moolto controllato, figuriamoci fare dei canti non nostri. Ma torno a ripetermi: tutto lo posso capire ma non il fatto di dire la messa in modo così diverso da dover far intervenire la Chiesa già un po intrecciata sull'argomento dopo il Vaticano II.Il carisma del cammino non è mai stato il rinnovamento liturgico.Anzi,quando ho iniziato il cammino non se ne parlava neanche.Allora Kiko diceva che il cammino finiva e poi si tornava alle parrocchie. Poi negli anni molte cose sono cambiate e non so bene per quale motivo. Il carisma è innegabile ma è sempre stato il rinnovamento delle parrocchie attraverso i piccoli gruppi (= le comunità) che si basavano su parola, liturgia e comunità. E' questo che interessa alle persone non la forma liturgica. Riconoscere un carisma nn vuol dire che cio che fa o dice kiko (ma su molte cose ci vedo + Carmen)sia Vangelo.

ALESSIO ha detto...

Punto 1) La prossima volta che qualcuno mi chiederà il perchè il CNC non sia un movimento o un'associazione, userò senz'altro la descrizione data al punto 1). Davvero essenziale e convincente. Ma la invito a Spiegarla anche a chi invece sostiene il contrario.

Punto 2) Giusto. non recitare il Credo o l'Agnello di Dio era per me un errore (qualunque motivazione plausibile dietro ci fosse). La lettera di Arinze ha infatti ottenuto che queste fossero ripristinati al loro posto. Oggi ogni singola parola liturgica presente nel Messale Romano viene recitata correttamente. non si preoccupi.

Punto 3) Mi dispiace dissentirla. La Congregazione per la dottrina della Fede ha approvato la pubblicazione. L'italiano ha un peso e va inteso in funzione dei compiti della CDF. la domanda del Pontificio consiglio dei Laici era: è coerente con il Catechismo della Chiesa Cattolica? Se questi personaggi volessero un giorno scrivere che "sti fogli" sono conformi, pubblicandoli, voi approvereste?. La CDF risponde SI'. Questa domanda il Santo Uffizio se la sente fare dal 1200 circa. Talvolta ha risposto: non approvo la pubblicazione, quindi il libro finiva nell'Indice dei libri Proibiti.
da un famoso dizionario: APPROVAZIONE: Azione e risultato dell'approvare; consenso, giudizio favorevole: a. del Parlamento; avere la piena a. di qualcuno
‖ estens. Lode, encomio

Da quale dizionario della lingua italiana anche lei ha inteso approvazione come obbligo? Si può discutere di mera opportunità, ma non di obbligatorietà.
Questa approvazione certifica semplicemente che il CNC non annunzia un proprio vangelo come lei sostiene. Evidentemente anche lei non si fida della CDF? se è così lo dica e così abbiamo un altro Dottore in Teologia.

E poi da quale fonte lei ha quindi dedotto che i Vescovi non ce l'abbiano? Perchè non compra lei uno scanner alla CDF e le chiede di pubblicarlo?
E poi da quale fonte lei ha quindi dedotto che i mamotreti sono molto cambiati? I rimandi ci sono dal 1999, e ce li ha messi Kiko, e servono proprio per mostrare la conformità del Direttorio al CCC.

Guardi, già il fatto che continui a riprendere Magister che ci fa pensare di non credere nel Convito Pasquale (CCC 1323), dato che lui si stupisce che nel CNC si mostri il Convito, la dice lunga della professionalità informativa.
Ma almeno eviti di usare aggettivi "molte" "altro" eccc.... di cui lei davvero non può far altro che fantasticare, o riprendere da fonti semplicemente denigranti.

A.R. ha detto...

Caro fratello Alessio, capisco che non si vuole capire. Mi rispiego: ogni documento approvato per la pubblicazione vuol dire, nella Chiesa, che non ha più necessità cautelativa di rimanere riservato. Ora se io sono un teologo, e lo sono, e desidero leggere e studiare cosa la Chiesa approva ho oppure no il diritto di ricevere una copia - anche a mie spese, o in CD-rom, - di un DIRETTORIO catechistico indirizzato a catechizzare il popolo di Dio?
E se fossi un vescovo? Oppure lei vuole sostenere che: "o fai il cammino o niente catechesi?".
Spero che non stia dicendo una cosa simile.
I neocatecumenali devono essere sinceri e chiari: "E' lecito o no, a noi poveri "cattolici normali" leggere i sacri volumi del Direttorio per la catechesi"? SI' o NO?

Antonino ha detto...

Ma Alessio è lei che non sa leggere. Il decreto dice "IL pontificio consiglio per i Laici... approva la pubblicazione del Direttorio catechetico come sussidio valido e vincolante per la catechesi del Cammino Neocatecumenale".

I sussidi per il catechismo, a casa mia, sono i libri che la CEI stampa perchè ogni singolo possa confrontare quello che gli viene spiegato con quello che è autorevolmente approvato. Vedi, per es. il Compendio del Catechismo, oppure lo YOUCAT.
Anche il famigerato catechismo olandese, nonostante la mancanza di approvazioni, era stato diffuso.
Perchè il catechismo del Cammino Neocatecumenale deve rimanere proprietà privata? Se è vincolante deve poter essere confrontato con le parole che i catechisti dicono e se non sono conformi posso avvertirli che si sbagliano.

ALESSIO ha detto...

Se vuole anche io mi rispiego. ma ciò che dice fr. A.R. conferma ciò che dicevo.

ogni documento approvato per la pubblicazione vuol dire, nella Chiesa, che non ha più necessità cautelativa di rimanere riservato.

bene, ma se io non lo voglio pubblicare? E' di questo che si parla. Il Direttorio è vincolante per un Catechista del Cammino neocatecumenale. Non si preoccupi che sarà così.

Ma se io non lo voglio pubblicare? Guardi che io ad esempio sono favorevole alla sua pubblicazione, almeno del primo volume delle catechesi iniziali. Ma secondo lei quel decreto mi costringe?

Perchè la tiritera del tread invece fa spensare che il CNC sia "disobbediente" in questo.
E invece NO.

Ora, se il CNC non aggiunge nulla al CCC (altrimenti vi sarebbe stata una modifica dello stesso CCC, non trova?), cosa gliene importa?
Non aggiunge nulla, ok? quindi cosa aggiungerebbe ai cattolici l'averlo? niente.
A meno che lei non dubiti che invece i catechisti non usino altro, comprendo bene? Cioè lei ipotizza una sorta di frode ai danni della CDF?

Guardi, vuole davvero questo direttorio? Scrive al Pontificio Consiglio per i Laici e se ne fa dare una fotocopia.
Il CNC non vanta diritti d'autore.

Vuole che le risponda in sincerità? Vuoi il Direttorio, non solo fai il CNC, ma questo poi non ti è sufficiente. Io lo faccio da 10 anni e non ce l'ho, e neppure mi importa.

Chi lo vuole, lo vuole perchè sospetta malafede o perchè è in malafede ripetto al giudizio della CDF.

Mi dica lei dove sta in queste opzioni.

All'altro che cita il Catechismo Olandese, rispondo che sta lì il problema: è più importante pubblicare una cosa, o sincerarsi che sia conforme? Anche Lutero ha pubblicato tante cose, ma non mi pare abbia mai avuto tanta indulgenza dalla CDF.

per i catechisti NC, il Direttorio oggi è vincolante, lo stabilisce porporio questo decreto. Io non potrei quindi prendermi un altro libro di teogia, farne un sunto e poi farne una catechesi in un passaggio specifico. La Chiesa ha stabilito questo, confermando la prassi già in uso.

Poi, ripeto, nei vostri commenti non ci vedo questa grande voglia di sapienza, ma solo un po' di curiosità in malafede.

angelo ha detto...

Alessio, non usare quella definizione del cammino come fondazione perche è falsa e imprecisa. Non è una Fondazione. Infatti il fatto che consti di beni spirituali non caratterizza il cammino come fondazione, pur non essendo una assocciazione. Infatti se si riporta bene il primo articolo dello statuto si dice molto bene che è il cammino è una PERSONA GIURIDICA PUBBLICA, che è molto di più (ART 1, STATUTO). Per sapere cosa sia una persona giuridica pubblica non bisogna essere canonisti basta informarsi e andare sul sito vatican.va dove è pubblicato il codice canonico che lo spiega nei canonni 113 e seguenti. Cito alcuni di questi canoni che dimostrano come l'autore di questo post abbia dato un giudizio quantomeno affrettato anche se pareva molto informato....
Can. 115 - §1. Le persone giuridiche nella Chiesa sono o insiemi di persone o insiemi di cose. (la fondazione sono solo beni o cose)
Can. 116 - §1. Le persone giuridiche pubbliche sono insiemi di persone o di cose, che vengono costituite dalla competente autorità ecclesiastica perché, entro i fini ad esse prestabiliti, a nome della Chiesa compiano, a norma delle disposizioni del diritto, il proprio compito, loro affidato in vista del bene pubblico; tutte le altre persone giuridiche sono private. (agisce a nome della Chiesa, quindi quando parla un catechista parla la Chiesa)
Il comma 3 del canone 114 poi dice: L'autorità competente della Chiesa non conferisca la personalità giuridica se non a quegli insiemi di persone o di cose, che perseguono un fine effettivamente utile e che, tutto considerato, sono forniti dei mezzi che si possono prevedere sufficienti a conseguire il fine prestabilito. (MI PARE UN RICONOSCIMENTO FORTE, POI SE SI VUOLE ESSERE MALIZIOSI, LO SI Può sempre essere.)

A.R. ha detto...

Caro Angelo non pubblico il suo commento solo per non diffondere dubbi inopportuni e erronee constatazioni. Se lei leggesse la nota numero 3 all'articolo 1 dello Statuto del Cammino, vedrebbe che si tratta proprio di una Fondazione, infatti vi è citato solo ed esplicitamente il canone 115 § 3: "fondazione autonoma di beni spirituali". Questa è una persona giuridica pubblica nella Chiesa, se la Chiesa le conferisce tale personalità.
Il Neocatecumenato NON consta di un insieme di persone, ma di beni spirituali destinati ovviamente alle persone nella Chiesa (o sulla soglia): come dice chiarissimamente il § 3 dell'articolo 1 che elenca i beni spirituali.
Se non è contento di questa definizione canonistica si lamenti con la Santa Sede ma non mandi commenti che spargono dubbi e false informazioni. Ribadisco gli altri canoni non c'entrano, chieda pure a un canonista se non si fida dell'evidenza. E' tutto scritto a chiare lettere nello Statuto. Lo legga e veda se trova i canoni da lei citati.
Una fondazione di beni materiali gestisce e distribuisce soldi per uno scopo statutario.
Una fondazione di beni spirituali gestisce, in questo caso, una catechesi e un approfondimento del battesimo destinato a coloro che devono ricevere e crescere in tale catechesi.
E questo non è un problema, nè uno sminuire il Cammino. E' solo il modo di parlare del Diritto Canonico. Se non è contento, la prego, non se la prenda come me.

Anonimo ha detto...

la liturgia non è propria,e nessuno chiedeva questo neanche Kiko, è quella della Chiesa con alcuni adattamenti, come succede in molti riti (vedi ambrosiano), non capisco tanto scandalo. per ora gli adattamenti sono concessi, si sperava nella approvazione. Per ora non c'è ma questo non esclude che presto possa arrivare.se poi la Chiesa ci dirà di metterci in ginocchio alla consacrazione non sarà un problema.

A.R. ha detto...

La Chiesa già "ve" lo chiede, di inginocchiarvi alla consacrazione, come lo chiede a tutti quelli che non hanno problemi fisici. Basta leggere i principi e norme del Messale Romano che vale per tutti, senza che la Chiesa debba dare altre norme. Non chieda eccezioni prima di leggere bene i documenti che già sono chari.

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