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sabato 4 febbraio 2012

Fellay, ma quale Tradizione?

Carissimi lettori, prima di stracciarvi le vesti riflettete e leggete. C'è un vescovo illecitamente ordinato, senza alcuna giurisdizione, che continua ad accusare la Santa Sede di essere "modernista" (e - per chi non lo capisse - nel linguaggio che egli usa significa eresia),  pervicacemente si ribella e non si sottomette al legittimo Romano Pontefice. Continua però ad affermare: "noi siamo nella Chiesa", "riconosciamo il Papa e le sue prerogative, però non obbediamo". Un coacervo di contraddizioni. Rileggiamo un passo dell'omelia di Fellay:
Ci dicono: «noi siamo il Papa, noi siamo la Santa Sede», cosa che accettiamo.
E loro proseguono: «noi abbiamo il potere supremo», e noi l’ammettiamo.
E loro insistono: «noi siamo l’ultima istanza nell’insegnamento e siamo necessari» - Roma ci è necessaria per avere la fede, siamo d’accordo.
E loro ordinano: «allora, obbedite», e noi diciamo: «no».
Loro ci rimproverano di essere dei protestanti, perché poniamo la nostra ragione al di sopra del Magistero odierno. E allora noi rispondiamo: «voi siete dei modernisti, voi pretendete che l’insegnamento di oggi possa essere diverso da quello di ieri».
Non sto, volutamente, tirando in ballo l'ermeneutica del Concilio Vaticano II. Sospendiamo per un attimo queste questioni. E vediamo prima di tutto a quale "capo" ogni vescovo che si dice "cattolico" deve obbedire. Alla sua propria testa? O a quella del Papa di Roma (se tale lo riconosce). Come diceva sant'Ignazio di Loyola, se il Papa dice bianca una cosa nera, anche se io non la vedo tale, tale la riterrò. Scrive Ignazio, al termine dei suoi Esercizi Spirituali le "Regole per sentire cum Ecclesia":
Tredicesima regola. Per essere certi in tutto, dobbiamo sempre tenere questo criterio: quello che io vedo bianco lo credo nero, se lo stabilisce la Chiesa gerarchica. Infatti noi crediamo che lo Spirito che ci governa e che guida le nostre anime alla salvezza è lo stesso in Cristo nostro Signore, lo sposo, e nella Chiesa sua sposa; poiché la nostra santa madre Chiesa è guidata e governata dallo stesso Spirito e Signore nostro che diede i dieci comandamenti. 
Cosa dice la Tradizione? Rileggiamo il dettato del Concilio Vaticano I (Pastor Aeternus, cap. III). Tanto per far riflettere quelli che pensano di poter riconoscere il Papa a parole, ma non far seguire a queste i fatti:
Insegniamo, perciò, e dichiariamo che la chiesa Romana, per disposizione del Signore, ha un primato di potere ordinario su tutte le altre; e che questa potestà di giurisdizione del Romano pontefice, essendo veramente episcopale, è immediata: quindi i pastori e i fedeli, di qualsiasi rito e dignità, sia considerati singolarmente che nel loro insieme, sono tenuti al dovere della subordinazione gerarchica e della vera obbedienza verso di essa, non solo in ciò che riguarda la fede e i costumi, ma anche in ciò che riguarda la disciplina e il governo della chiesa sparsa su tutta la terra. Di modo che, conservando l’unità della comunione e della professione della stessa fede col Romano pontefice, la chiesa di Cristo sia un solo gregge sotto un solo sommo pastore. Questa è la dottrina della verità cattolica, dalla quale nessuno può allontanarsi senza mettere in pericolo la fede e la salvezza.
Questo appena letto è dogma di fede, quelle di Fellay sono chiacchiere, ricami retorici per dire e non dire. Dire una cosa a Roma, e il contrario a casa sua, fra i suoi. Se il Papa è Papa gli si obbedisce o si è scismatici (se non eretici), se il Papa non è Papa si è allegri sedevacantisti. A lui la scelta. La smetta di cercare altre scappatoie, dopo che Benedetto ha dato tutto quello che aveva chiesto e anche di più. 
Chiunque conosca il principio di non contraddizione non può che essere estenuato dai continui balletti della Fraternità Lefebvriana, balletti che servono solo a rilanciare la posta con Roma e a tener stretti i finanziatori. Infatti, finché questi ultimi crederanno di essere in presenza di una società sacerdotale in comunione con Roma, pur con qualche minore e incomprensibile questioncina canonica, allora sosterranno economicamente l'impresa. Ma se davvero Roma dovesse dire: "basta" - e speriamo ormai che metta un "prendere o lasciare", che cosa diranno i tanti buoni laici tenuti sulla corda da troppi anni?
A chi continua a difendere Fellay e la sua ciurma di Gallicani (perché questo sono) consiglierei di rileggersi una inequivocabile reliquia della autentica Tradizione Romana (che essi tanto dicono di difendere), un documento che incute timore, uscito dalla penna di un Santo: San Gregorio VII papa, nel 1075. Un testo che solo a menzionarlo dà i brividi a tutti i moderni (non parliamo dei modernisti!).  Eppure chi  viene chiamato "ultra-tradizionalista" non dovrebbe temere di farlo conoscere ai suoi e farlo meditare. Ve ne riporto alcuni punti, tipo: "Che la Chiesa Romana non errò e non errerà mai e ciò secondo la testimonianza delle Sacre Scritture", e "che non dev'essere considerato cattolico chi non è d'accordo con la Chiesa Romana". Il resto, se vi interessa, potete trovarlo qui

GREGORIO VII Dictatus Papae, 1075

1. Che la Chiesa Romana è stata fondata dal solo Dio.
2. Che soltanto il Pontefice Romano è a buon diritto chiamato universale.
3. Che Egli solo può deporre o ristabilire i Vescovi.
4. Che un suo messo, anche se inferiore di grado, in concilio è al di sopra di tutti i vescovi, e può pronunziare sentenza di deposizione contro di loro.
..
6. Che non dobbiamo aver comunione o rimanere nella stessa casa con coloro che sono stati scomunicati da lui.
...
16. Che nessun sinodo può esser chiamato generale, se non comandato da lui.
17. Che nessun articolo o libro può esser chiamato canonico senza la sua autorizzazione.
18. Che nessuno deve revocare la sua parola e che egli solo lo può fare.
19. Che nessuno lo può giudicare. (famosa sentenza: Papa a nemine iudicatur)
...
21. Che le cause di maggior importanza di qualsiasi chiesa, debbono esser rimesse al suo giudizio. (non a quello di Fellay...)
22. Che la Chiesa Romana non errò e non errerà mai e ciò secondo la testimonianza delle Sacre Scritture.
....
25. Che può deporre e ristabilire i vescovi anche senza riunione sinodale (stiano attenti i Lefebrviani...).
26. Che non dev'essere considerato cattolico chi non è d'accordo con la Chiesa Romana. (ohibò)
27. Che il Pontefice può sciogliere i sudditi dalla fedeltà verso gli iniqui.

Siamo stati abbastanza ultra-tradizionalisti?

22 commenti:

Areki ha detto...

Il problema non è l'infallibilità della Chiesa Romana, il problema è che alcuni papi recenti in alcune questioni paiono seriamente in contraddizione con quelli precedenti, per cui sorge spontanea la domanda: a quali papi bisogna obbedire? Agli ultimi due tre, o ai precedenti 250?
don bernardo
Consiglerei all'ottimo Frate gestore del blog un poco di calma e sanguefreddo.

A.R. ha detto...

Caro don Bernardo la sua domanda mi sorprende e stupisce. Secondo lei un papa morto può comandare? Non è forse il Papa attualmente vivente il successore di Pietro? O forse lo è meno perchè non piace ciò che comanda? Il Concilio Vaticano I è chiarissimo. Il magistero della Chiesa a cui si deve obbedire è il "Magistero VIVENTE" e ovviamente questo vale per questioni di Fede e Morale. Se non le piace, non per questo la cosa cambia.

Tonino ha detto...

x Areki: "il problema è che alcuni papi recenti in alcune questioni paiono seriamente in contraddizione con quelli precedenti".
Anche san Tommaso inizia sempre le sue questioni dicendo: "pare che ...." e alla fine risolve sempre la questione. Il compito dei teologi, diceva PIO XII è proprio quello di far vedere come ci sia continuità nel magistero. Chi non la vede ha di certo un problema agli occhi dell'intelletto, non è possibile che il magistero si contraddica. Come si debba intendere la continuità non lo so, non sono mica teologo, ma è certo che si deve seguire il Papa.

Francesco Colafemmina ha detto...

Sì, ma nessuno ha messo in discussione la suprema autorità del Papa. Si mette in discussione un paragrafo di un documento prodotto da una commissione ad hoc della Congregazione per la Dottrina della Fede.

E quando Fellay dice "siete dei modernisti" non sta accusando il Papa. Sta parlando dei colloqui dottrinali. Evidentemente qualcuno deve aver sollevato l'accusa di protestantesimo alla quale gli esponenti della Fraternità hanno risposto facendo notare che un approccio ambivalente al magistero (il passato illumina il presente, ma il presente illumina anche il passato) finisce per rientrare in quella mentalità condannata da San Pio X nella Pascendi. Penso in particolare a questo brano che ben si attaglia alla questione libertà religiosa ed ecumenismo intesi non in conformità con la tradizione (ridimensionati):

"Lo stimolo precipuo di evoluzione del culto sarà il bisogno di adattarsi agli usi ed alle tradizioni dei popoli; come altresì di usufruire della virtù che certi atti hanno ricevuto dall'usanza. La Chiesa finalmente trova la sua ragione di evolversi nel bisogno di accomodarsi alle condizioni storiche e di accordarsi colle forme di civil governo pubblicamente adottate. Così i modernisti di ciascun capo in particolare. E qui, innanzi di farCi oltre, bramiamo che ben si avverta di nuovo a questa loro dottrina dei bisogni; giacché essa, oltreché di quanto finora abbiam visto, è quasi base e fondamento di quel vantato metodo che chiamano storico.".

Anonimo ha detto...

don bernardo lei usa la tradizione a sua convenienza,non è questo il punto ,il punto è che oggettivamente con il concilio vaticano 2 c è una rottura con la tradizione ,vedi libertà religiosa ed ecumenismo, riforma della liturgia cattolica tutto qui, cosa ne pensa?

Simon de Cyrène ha detto...

Ottimo intervento perfettamente condivisibile. I.P.

Ben ha detto...

Se uno preferisce obbedire ai 250 papi prima di quello attuale, invece che a quest'ultimo, cominciasse a obbedire a Gregorio VII.
Personalmente, mi ha sempre lasciato perplesso che si facessero rientrare nella chiesa questi "duri e puri" che non hanno nessuna intenzione di obbedire ai vescovi, e che in ogni diocesi scateneranno (almeno potenzialmente) polemiche a non finire. Per esempio, l'ordine francescano (credo) non deve in qualche modo obbedire al vescovo diocesano? E allora perchè i Lefebvriani no? Per fortuna ci sono gli altri Istituti dell'Ecclesia Dei.

bernardino ha detto...

Secondo voi Fellay non e' un vescovo regolare, ma la successione apostolica per voi esiste ancora? Non e' obbediente, ma quanti vescovi e sacerdoti non sono obbedienti al Papa ed ai loro superiori? I vescovi cinesi nominati dal governo sono regolari? Mons. Fellay e' stato ordinato da un vescovo regolarmente eletto ed ordinato secondo i canoni della Chiesa Cattolica. Ci sono problemi di dottrina a causa del Concilio Vat.II? il Papa sta cercando di risolverli, oppure vi sovrapponete al Papa e volete risolverli voi? come risolvete le celebrazioni che fanno piangere nostro Signore? Cosa vogliamo trattare?, sono disposto a predisporre un convegno dove volete su tutti gli abusi postconciliari e sull'errore e su tutte le cose che hanno messo la chiesa di Cristo in queste condizioni. Mi basta un vs. OK. - Sono un semplice Cattolico con laC maiuscola non faccio parte di nessun gruppo strano, sono solo un tradizionalista della Chiesa che ha duemila anni ed ha avuto 260 Papi che ininterrottamente hanno predicato la Dottrina Cattolica ed Apostolica, a quei Papi non e' servita una nuova dottrina ed una nuova Chiesa. Eppure hanno svolto venti concilii.

Areki ha detto...

Il concetto di magistero vivente è fortemente ambiguo.
La Verità è sempre la stessa, il Magistero la può spiegare, la può approfondire, ma non cambiare.
Se fosse vero in assoluto l'argomentoi del magistero vivente un domani una Papa potrebbe permettere l'ordinazione delle donne, ma questo è impossibile perchè gia Giovanni Paolo II ha dichiarato che il sacerdozio femminile non fa parte del deposito della fede:
Quindi il magistero vivente non può cambiare neppure uno iota del deposito della fede.
Su molte cose i papi del passato sono certamente superati, ma non lo saranno mai in quella che è la materia della Fede che è IMMUTABILE essendo Dio stesso immutabile.
Con questo ho tutto il rispetto per il Santo Padre Benedetto XVI, proprio perchè Egli è il successore di Pietro e Pietro non può contraddire Pietro in materia di fede e di costumi.
don bernardo

A.R. ha detto...

"Don" Bernardo, se lei è davvero un prete - su internet non si sa mai - mi meraviglio fortemente dei suoi dubbi e delle sue considerazioni sul "magistero vivente". Come lei ben sa non è un concetto nato ieri, ma si intente che la Tradizione è interpretata e giudicata dalla Chiesa docente, non da qualunque cristiano con libero esame, e il Papa di Roma ne è l'ultimo e sommo giudice. Chi non concorda con lui o lo dichiara eretico e scismatico o si sottomette al suo giudizio. A prescindere dal contenuto, proprio perchè noi sappiamo che per quanto riguarda fede e morale la Chiesa, da Cristo stesso, ha la promessa di indefettibilità, fondata sulla roccia della fede di Pietro.
Stia perciò tranquillo, non faccia fantateologia e possibilismi... Il Papa non può contraddire la Tradizione e rimanere Papa. I Lefebvriani devono decidere: o è Papa o Roma sbaglia. Non ci sono alternative. Basta.

er tripparolo ha detto...

E' encomiabile l'informazione che offre fr.A.R. , cosi come è corretto (e ci mancherebbe!) l'approccio sia nel corretto ragionamento e sia per i modi caritatevoli con cui lo svolge; verità è somma carità.
Io però da un pezzo ho smesso di approcciare coloro che si ostinano a difendere l'indifendibile modo di fare della FSSPX appellandosi a motivi e ragionamenti che non tengono e mai potranno tenere, poichè senza alcun appiglio teologico.
Unico appiglio oramai rimasto è la tenace caparbietà in un errore che se prima poteva aver toni sfumati, oggi è manifesto ed evidente, anche alla luce delle "concessioni" ricevute, addirittura poi reclamate come "atti di giustizia", e dei "chiarimenti ricevuti in materia su cui si è discusso.
Signori, visto che vi sentite come gli ultimi asserragliati su un isola a combattere una battaglia (e che sembra, non sia quella "buona" visto che volete resistere addirittura al Papa) che è terminata e ancor peggio, perduta, allora traetene le conseguenze.
Conseguenze che il sempre ottimo fr.A.R. ancora una volta, con spirito di fraterna carità, vi sta ponendo sotto gli occhi.
Possa la luce della fede e la ragione illuminarvi e far si che capiate.
Saluti.

Luigiz ha detto...

Avendo Nostro Signore dato a Pietro, e solo a lui, l'incarico di pascere le pecore, non vedo perchè si voglia andare dietro a qualcun altro. Mi sembra mooolto pericoloso

Se poi qualcuno trova difficoltà ad armonizzare il Magistero attuale con quello precedente (ipotesi niente affatto peregrina, e anzi comprensibile, data la confusione che c'è in giro), cerchi di fare proprie le considerazioni che faceva Tonino piu' sopra:

"Anche san Tommaso inizia sempre le sue questioni dicendo: "pare che ...." e alla fine risolve sempre la questione. Il compito dei teologi, diceva PIO XII è proprio quello di far vedere come ci sia continuità nel magistero. Chi non la vede ha di certo un problema agli occhi dell'intelletto, non è possibile che il magistero si contraddica. Come si debba intendere la continuità non lo so, non sono mica teologo, ma è certo che si deve seguire il Papa"

Areki ha detto...

"Gesù Cristo è sempre lo stesso ieri, oggi e sempre"
La Verità non può mutare: è chiaro. Il Papa stesso deve essere sottomeso a Cristo e alla Chiesa e a quello che la Chiesa ha sempre trasmesso. La Chiesa non inventa la dottrina, la dottrina viene da Cristo ed è trasmessa dagli apostoli in una catena vivente. Il Magistero non è un assoluto, ma è a servizio della Verità.
Anche se la Fraternità dovesse accettare il preanbolo resterebbero tantissimi cattolici dentro la Chiesa a nutrire dubbi su certe dottrine del Vaticano II.
Il tempo ci sta dando ragione.
Rimaniamo tranquillissimi.
don Bernardo
Ancora nessuno è entrato nel merito di quello che ho detto... l'unico argomento mettere in dubbio che sono sacerdote cattolico......

Areki ha detto...

Ancore vorrei aggiungere per fr. A. R. che non ho nulla di personale verso di lei di cui anzi spesso condivido molte riflessioni. Anche se con diverse opinioni non penso di fare chi sa quali guerre puniche.
Chiedo una preghiera per me alla tomba di Sant'Antonio questo grandissimo santo a cui dobbiamo tutti raccomandarci in questi tempi difficili per la Chiesa.
don Bernardo

Anonimo ha detto...

Vorrei mi fosse chiarito: Pio IX non ha condannato la liberta' di religione? Il Vaticano II non ha affermato la liberta' di religione? Se cio' e' esatto come si conciliano ? Non mi pare che si tratti di sviluppo organico bensi' di due affermazioni che confliggono e se cosi' e' non vi e' stato un cambiamento?

Anonimo ha detto...

Consiglio CALDAMENTE le persone a ragionare con la mente fredda. Prima di entrare in polemica con Fellay, se volete comprendere in che senso intendono il termine "tradizione" e "magistero", leggete qualche articolo documentato, non le cose per sentito dire.

Solo dopo dissentite ma non con ragioni banali.

Vi lascio un link:

http://www.sanpiox.it/public/index.php?option=com_content&view=article&id=467:una-questione-cruciale-il-valore-magisteriale-del-concilio-vaticano-ii&catid=64:crisi-nella-chiesa&Itemid=81

Anastasio

Anonimo ha detto...

Al fondo del mancato accordo non c'è, come qualcuno si affretta a dire, un "orgoglio". Questa valutazione dimostra l'assoluta incapacità di capire la questione.

Al fondo del mancato accordo c'è un concetto totalmente differente di magistero: tradizionale e tridentino, nel caso "lefebvriano", di orientamento diverso nel caso del papa attuale.

Ratzinger infatti dice:

"Il magistero [B]non è più definito in funzione della verità atemporale ed eterna della rivelazione[/B] (che rimane identica, sia che sia passata, presente o futura) [Questo è il concetto dei "lefebvriani" al quale loro non possono rinunciare in coscienza] . [B]Questo nuovo magistero viene ridefinito in base al soggetto di questa autorità[/B], a sua volta organo di un altro soggetto più fondamentale è unico, il popolo di Dio in cammino attraverso il tempo. Il Magistero vivente è sempre quello di questo tempo presente, perché è in riferimento al Popolo di Dio come egli vive in questo tempo presente. Il ruolo del magistero è quello di garantire la continuità di esperienza, è lo strumento dello Spirito che alimenta la comunione e funge da tramite 'tra l'esperienza della fede apostolica, vissuta nell'originaria comunità dei discepoli, e l'esperienza attuale del Cristo nella sua Chiesa '(Benedetto XVI, "La comunione nel tempo: la Tradizione".. Discorso del 26 aprile 2006, in L'Osservatore Romano N. 18 del 2 maggio, 2006, p 12) ".

Chi non ha visto questo, ha perso realmente il motivo REALE per cui l'accordo non è stato fatto.

Se l'obbedienza è data ad un magistero che riflette delle verità continuamente ribadite dai papi (ad es. contro la libertà religiosa), i "lefebvriani" non hanno difficoltà.

Ma il magistero odierno non è legato tanto a questo, quanto al soggetto che, nel tempo attuale, decide diversamente (ed ecco l'insegnamento favorevole alla libertà religiosa). Ed è qui che i "lefebvriani" non accettano, vedendo in questo un grave pregiudizio all'insegnamento papale stesso che sarebbe esposto, secondo loro, ad una grave contraddizione.

Il Cattolicesimo ufficiale non è disposto a venire a patti su questo versante, tanto quanto i "lefebvriani" non sono disposti a barattare l'insegnamento papale precedente al CVII aderendo ad un orientamento che, per loro, è contradditorio.

La situazione è tutta qui.

Riflessioni sul "papa buono che riceve gli schiaffi", sull' "ingratitudine" e cose del genere, sono solo cose ridicole, a mio avviso, perché non servono minimamente a spiegare il nodo della questione, dal momento che sono puri "ragionamenti di pancia".

Per chi vuole "capirci" di più quale sia la reale opinione "lefebvriana" su tutto ciò legga da questo link: http://www.sanpiox.it/public/index.php?option=com_content&view=article&id=467:una-questione-cruciale-il-valore-magisteriale-del-concilio-vaticano-ii&catid=64:crisi-nella-chiesa&Itemid=81

Anastasio

Anonimo ha detto...

Siccome mi pare che le questioni siano l'ecumenismo e la liberta' di religione, non sarebbe opportuno riportare le relative proposizioni - cioe' la parte breve che esprime il concetto fondamentale ( ad es. " e' libero ciascun uomo di abbracciare e professare quella religione...- Il sillabo , III, XV ) per vederne la compatibilita'? e dimostrare le proprie tesi, anche in relazione al rapporto fede e ragione ? E chiedo inoltre se la liberta' di religione sia un diritto o no e' materia di fede, di morale, di governo , di disciplina ( questi ultimi certamente riferiti alla Chiesa? Non includo l'ecumenismo, perche' penso che rientri tra i modi di avvicinare gli altri e che possono cambiare nel tempo in relazione alle situazioni.

Anonimo ha detto...

post totalmente inutile, atteso che la questione non è chiusa, ma è completamente aperta. Fellay non è da oggi che dice queste cose, le ha sempre dette, e Roma lo sa....... Che Fellay "resista" al papa è innegabile, ma è ciò che faceva lo stesso Lefevbre. E Roma sa anche questo........ Non tiriamo in ballo le motivazioni usate da Lefebvre per la sua opera (lo stato di necessità) però Fellay o non Fellay, Lefebvre o non Lefebvre, i problemi ci sono, e non si risolvono ripetendo come un mantra che la continuità c'è. Come dice pure mons. Gherardini: se tale continuità c'è bisogna dimostrarlo. L'obbedienza cieca (quella che mette da parte la ragione) non è richiesta per questi argomenti, pertanto l'asserzione che c'è continuità deve esser dimostrata. in maniera razionale. Se non lo si fa oggi, lo si dovrà far domani. Se non lo si farà domani, lo si dovrà far dopodomani, ma la richiesta di Lefebvre prima e di Fellay ora deve avere una risposta. La Chiesa intera ne ha necessità. Una volta che ci sarà questa risposta, il problema "lefebvre" sparirà automaticamente. stimo questo blog ma in tale post l'autore vuole essere più papista del papa.

Anonimo ha detto...

Che ne pensate del "MOTU PROPRIO" del Papa Benedetto XVI al quale moltissimi vescovi non vogliono riconoscere? Vedi per esempio il Cardinale Romeo e tanti altri che non vogliono obbedire anzi minacciano quei sacerdoti che lo vorrebero applicare.

Matteo Castagna ha detto...

Il contenuto dell'articolo è giusto nei contenuti! E io lo dico da sedevacantista convinto

Anonimo ha detto...

la liberta di religione è in contradizzione? quale? perchè se prima si condanava una libertà che favorisce l'errore, nel CVII si ribadisce che tale "libertà che favorisce l'errore" non deve comunque essere combattuta coercitamente. ora davvero dove è questa contraddizione?( perchè leggendo i testi del Concilio questo si vede).
l'ecumenismo? è vietato cercare un dialogo di pace o cercare di "conoscerci" a vicenda tra le varie dottrine religiose, in pace? badate bene che sempre in quei testi per la Chiesa è sempre importante annunciare il Vangelo di Cristo, non a entrare in compromessi

Alessio

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