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lunedì 30 luglio 2012

Sant'Ignazio parla di sè: il racconto di un pellegrino

La festa di sant'Ignazio di Loyola, sacerdote, fondatore della Compagnia di Gesù, ci stimola ogni anno a conoscere meglio il suo profilo spirituale, la sua statura di gigante della mistica e della storia stessa della Chiesa. Da devoto ex studente dei Gesuiti, ai quali sarò sempre legato da tanta gratitudine, vi propongo di leggere (o rileggere) l'autobiografia del Santo, molto breve ma intensa, che va sotto il nome di Racconto di un pellegrino. La si trova in formato PDF a questo collegamento. 

Qui vi ricordo i post degli anni scorsi per la ricorrenza ignaziana: 
Le tappe della vita-pellegrinaggio di Ignazio di Loyola:

1491 Nascita di Ignazio Lopez di Loyola ad Azpeitia nella casa-torre della famiglia. È l'ultimo di 13 figli di Beltran Ibañez de Oñaz e di Marina Sanchez de Licona.
1506 Ignazio, orfano di padre e di madre, è ad Arévalo, paggio del ministro delle finanze del re Ferdinando il Cattolico, Juan Velazquez de Cuellar. Qui riceve un'educazione cavalleresca.
1515 Ignazio è accusato di «enormi delitti», commessi ad Azpeitia durante il carnevale. Si ignora come terminò il processo.
1517 Dopo la morte di Juan Velazquez de Cuellar, Ignazio si reca presso il castello di Antonio Manrique, duca di Najera e viceré di Navarra: vi rimarrà fino all'età di 26 anni.
1521 Durante l'assedio della fortezza di Pamplona da parte dei Francesi, Ignazio rimane gravemente ferito alle gambe da una palla di cannone e viene ricondotto a Loyola. Alla vigilia della festa di San Pietro, verso il quale aveva una speciale devozione, comincia lentamente a migliorare. Durante la convalescenza, non trovando in casa i racconti cavallereschi da lui preferiti, legge la Vita di Cristo di Ludolfo il Certosino e la Leggenda aurea (vite di santi) di Giacomo da Varazze. Nell'autunno ebbe luogo la conversione di Ignazio. Desidera seguire l'esempio dei grandi santi, in particolare Francesco d'Assisi e san Domenico, e mettersi al servizio di Cristo con una fedeltà cavalleresca maggiore di quella prestata ai signori della terra.
1522 Ignazio si reca prima a Aranzazu (santuario vicino a Loyola) e poi a Montserrat (poco distante da Barcellona), presso l'abbazia benedettina, dove fa la confessione generale della sua vita. Alla vigilia della festa dell'Annunciazione, trascorre tutta la notte in preghiera in una singolare «veglia d'armi». Quindi depone le suoi abiti cavallereschi e, vestito da pellegrino, parte per Manresa, dove conduce per più di un anno una vita di preghiera e penitenza. Ignazio comincia a scrivere gli Esercizi Spirituali. Presso il fiume Cardoner «riceve una grande illuminazione», da cui esce profondamente trasformato.
1523 Ignazio arriva a Barcellona, da dove vorrebbe imbarcarsi per Gerusalemme. Si imbarca invece per Gaeta e da qui si dirige verso Roma, dove arriva la domenica delle Palme. Incontra il papa Adriano VI, che benedice il suo prossimo pellegrinaggio nei luoghi santi. Da Venezia parte per la Terra Santa. Visita Gerusalemme, il Santo Sepolcro, Betania, Betlemme, il Giordano, il Monte degli olivi, e vorrebbe fermarsi in quei luoghi, ma deve rinunciare al suo progetto perché il superiore dei Francescani glielo proibisce.
1524 Rientra a Venezia, va a Genova e da qui si imbarca per Barcellona, dove comincia, a trentatré anni, a studiare la grammatica latina.
1526 Studente di filosofia e teologia ad Alcalá. Altri compagni si aggiungono a lui: Calixte de Sa, Juan de Arteaga, Lope de Cáceres e un giovane francese, Jean de Raynald. Ignazio e i suoi quattro compagni sono inquisiti dal Vicario generale della città. Ignazio, dopo aver tentato di trasferirsi presso l'università di Salamanca, decide di trasferirsi a Parigi.
1528 Nella capitale francese Ignazio rimase fino al 1535, ottenendo il dottorato in filosofia. Riunisce attorno a sé alcuni giovani maestri: Pietro Favre,Francesco Xavier, Laínez, Salmerón, Rodrigues, Bobadilla, con i quali nella cappella di Montmartre, il 15 agosto 1534, fa voto di vivere in castità e in povertà e di recarsi a Gerusalemme; se poi per qualsiasi ragione quel pellegrinaggio non si fosse realizzato essi si sarebbero rimessi alla decisione del Papa perché fosse lui a fissare il luogo dove esercitare il loro servizio sacerdotale.
1537 Ignazio si trasferisce in Italia: prima a Bologna e poi a Venezia, dove è ordinato sacerdote. Insieme a Favre e Laínez si avvicina a Roma, rinunciando definitivamente a tornare in Terra Santa. A 14 chilometri a nord della città ha una straordinaria esperienza mistica («visione di La Storta»), che lo conferma nell'idea che portasse il nome di Gesù a quella «Compagnia» o un gruppo di apostoli, che attraverso di loro il Signore Gesù stava facendo nascere.
1538 Ignazio e i suoi compagni si offrono al Papa, secondo il voto di Montmartre. Il papa Paolo III accetta la loro offerta e come prima missione indica loro la catechesi di tutti i bambini delle scuole di Roma. Ignazio celebra la sua prima messa la notte di Natale nella cappella della natività della basilica di Santa Maria Maggiore.
1539 Paolo III approva a voce la formula del nuovo Istituto.
1540 Il 27 settembre Paolo III approva la Compagnia di Gesù con il decretoRegimini Militantis Ecclesiae.
1541 Ignazio è eletto all'unanimità, l'8 aprile, Preposito generale della Compagnia. Chiede una nuova elezione, preceduta da tre giorni di preghiera. Il 13 aprile viene confermata l'elezione di Ignazio, che dopo sei giorni accetta. Il 22 aprile Ignazio e i suoi sei compagni vanno in pellegrinaggio alle sette chiese di Roma, e fanno la professione religiosa nella basilica di S. Paolo fuori le Mura.
1544 Ignazio lavora alla redazione delle Costituzioni
1546 Documento Exponi nobis di Paolo III, che consente a Ignazio di ammettere nell'Ordine dei coadiutori.
1548 Paolo III approva il testo degli Esercizi Spirituali. Ignazio, pur ammalato, continua a occuparsi delle Costituzioni.
1549 Ignazio per la prima volta parla del progetto di fondare il Collegio Romano. La malattia gli impedisce anche di scrivere e di occuparsi dei catecumeni di Roma
1550 Il 21 giugno: decreto: Exposcit debitum di papa Giulio III, che conferma la Compagnia di Gesù. Ignazio completa la stesura delle Costituzioni.
1551 Ignazio tenta invano di dare le dimissioni da Preposito generale. Inaugurazione del Collegio Romano, per il quale redige le prime Regole.
1552 Ignazio si oppone decisamente alla fusione della Compagnia di Gesù con altre congregazioni religiose già esistenti.
1553 Dietro la pressione dei suoi compagni inizia a dettare le sue memorie, comunemente designate come Autobiografia.
1556 Si aggravano le condizioni di salute di Ignazio, che si ritira prima in una casa sull'Aventino, poi rientra nella casa situata vicino alla cappella di Santa Maria della Strada (incorporata nell'attuale chiesa del Gesù di Roma), dove muore il 31 luglio.
1609 Paolo V proclama Ignazio beato.
1622 In una solenne celebrazione nella basilica di San Pietro, Gregorio XV proclama santo Ignazio di Loyola.

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