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lunedì 17 settembre 2012

Quando la paura fa dire cose che non si vorrebbero dire: i cattolici in Pakistan

Vi traduco la notizia apparsa oggi su UCAnews, agenzia cattolica di notizie che copre l'Asia. Non si possono certo biasimare i cristiani del Pakistan, che vivono ogni giorno sotto la minaccia della ghigliottina della legge antiblasfemia (ricordate il caso della piccola Rimsha, falsamente accusata di aver oltraggiato il Corano solo pochi giorni fa...). Però non possiamo non renderci contro che i nostri poveri fratelli cattolici del Pakistan vivono nel terrore o addirittura in preda a una "sindrome di Stoccolma", che fa affermare cose che nessun cristiano può in coscienza affermare: come - per es. - la richiesta di arrestare (!) il produttore e regista del film considerato blasfemo. Potete leggere e capire la situazione di tensione a cui sono sottoposti i cristiani di quelle terre e come a volte sono costretti - per non subire ritorsioni (e lo affermano esplicitamente) a dire cose che ben difficilmente possono essere sottoscritte da cristiani liberi, pur con tutto il rispetto dovuto ai sentimenti dei credenti in altre religioni.
Cattolici Pakistani in preghiera nella Cattedrale di Faisalabad

LA CHIESA CONDANNA IL FILM "BLASFEMO"

Pakistan, 17 settembre 2012:  I leadear della Chiesa a Faisalabad nel fine settimana hanno fatto sentire le loro voci inseme a quelle dei musulmani inferociti nel condannare il film anti-islamico che ha scatenato un'ondata di violenza in tutto il mondo musulmano.

La Commissione diocesana per il dialogo interreligioso ha rilasciato una dichiarazione sabato scorso, esprimendo indignazione per il controverso film "L'innocenza dei musulmani".

Dice il comunicato: "Il film ha ferito i sentimenti spirituali e religiosi dei musulmani ma anche dei cristiani in tutto il mondo. Il Vaticano, come i capi di altri paesi, ha condannato la sua pubblicazione e promozione. Si tratta di un durissimo colpo per la pace nel mondo e gli sforzi per l'armonia interreligiosa". [Il "Vaticano", che non è paragonabile alla leadership di "altri paesi", ha condannato con forza prima di tutto le violenze e le sconsiderate reazioni...]

La nota si conclude con un appello all'arresto del regista Sam Becile e Terry Jones, un pastore americano che ha pubblicamente sostenuto il film. Jones è balzato agli onori delle cronache per aver offeso i musulmani bruciando una copia del Corano nel mese di aprile. [proprio chi soffre di continuo, in patria, l'arresto per la blasfemia chiede che questa legge sia applicata anche fuori del paese, negli Stati Uniti, patria della libertà di pensiero e di espressione! Piuttosto surreale, se non si cogliesse la tristezza della situazione.]

Padre Aftab James Paul, direttore della Commissione, ha detto che la Chiesa spera di evitare una possibile reazione contro i cristiani, mostrando il sostegno ai musulmani sul controverso film [ecco la verità: abbiamo paura, siamo terrorizzati dai nostri "carcerieri", se non diciamo quello che vogliono sentire, sarà peggio per noi!].

Venerdì scorso è stato anche appeso un grande striscione alle porte della Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo con scritto: "Condanniamo con forza il blasfemo film americano contro il santo Profeta" [Il "santo Profeta" scritto a caratteri cubitali sulla porta di una Chiesa? Non vi sembra un po' troppo?]. 

Il messaggio era firmato dal vescovo Rufin Anthony, amministratore apostolico della diocesi di Faisalabad, e dalla "comunità cristiana del Pakistan".

Lo striscione è stato messo mentre violente proteste si scatenavano in seguito ai sermoni del venerdì nelle moschee, volti ad attaccare il controverso film.

Fonte: www.ucanews.com
I cancelli della Cattedrale di Faisalabad - immagine di repertorio.

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