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martedì 18 settembre 2012

Un frate troppo santo: san Giuseppe da Copertino

San Giuseppe da Copertino, frate Minore conventuale del XVII sec. ci mostra quanto sia vero che il Signore usa i piccoli e i poveri per confondere i sapienti. La sua vita, la sua sapienza spirituale e i suoi fenomeni mistici (famose le sue levitazioni) sono innegabilmente testimoniate e storicamente accertate, eppure inspiegabili. San Giuseppe però non ebbe per niente una vita semplice, come tutti coloro che sono soggetti a manifestazioni soprannaturali genuine e "troppo" eclatanti.

Prima di tutto fece molta fatica a entrare in convento. Fu rifiutato per inettitudine sia dai frati Minori Riformati che dai Cappuccini, e solo per misericordia ammesso come frate laico tra i Conventuali. Che però, senza saperlo, fecero un grande "affare" a tenerselo, accaparrandosi quello che fino a san Massimiliano Kolbe rimaneva l'unico santo moderno dell'Ordine.

San Giuseppe da Copertino, oggi, interpella la pastorale vocazionale e la formazione dei candidati alla vita religiosa. Rimane un monito a non giudicare un giovane dalle sue apparenze, né dalle capacità di cui pare essere sprovvisto. Magari non sa leggere bene ed è un disastro nel lavoro manuale, chissà, però, se il Signore davvero lo vuole per sé. Il Signore non guarda a ciò che guarda l'uomo, e la vita religiosa non è in funzione del fare o dell'intraprendenza pastorale. E' prima di ogni altra cosa vita di consacrazione a Dio, ricercato come unico scopo e obiettivo della propria esistenza.
Addirittura spiazzante è il curriculum degli studi del Santo di Copertino, per quanto riguarda la sua formazione intellettuale e teologica. Si rivolgeva a se stesso chiamandosi "Frate asino", e si definiva il frate più ignorante dell'Ordine Francescano. L'esame per il diaconato lo passa per quello che si direbbe un colpo di fortuna, se non ci fosse la Provvidenza: l'unico brano del vangelo su cui era capace di dire quattro parole, fu proprio quello che gli fu messo davanti da vescovo esaminatore. Per diventare sacerdote, però, c'era un ulteriore "controllo qualità" da superare. Ma anche qui la fraternità francescana, con un gioco di squadra, si rivelò provvidenziale: i suoi compagni, da buoni conventuali, erano tutti "ben studiati" e preparati. L'esaminatore dopo averne interrogati alcuni, ricevendo brillanti risposte, condonò ai restanti l'esame, convinto che fossero altrettanto preparati. Fra questi c'era il tremante Giuseppe, che attribuì sempre all'intervento della Vergine Immacolata questo "miracolo" che gli aprì le porte dell'ordinazione sacerdotale.

E' ovvio che non vanno bene i sacerdoti impreparati per negligenza e pigrizia. Ma nel caso di San Giuseppe si trattava piuttosto di grandi limiti naturali, compensati però in maniera sovrabbondante da obbedienza e da carismi celesti i quali, dove trovano un largo spazio vuoto, sgombro da ogni superbia o amor di sé, possono riversarsi liberamente e dar ottima prova.

Guardiamoci in onore del santo di oggi, due clip da film del passato che ci mostrano un paio di ritratti di san Giuseppe da Copertino. Il primo è tratto da "The Reluctant Saint" intepretato da Maximilian Schell, film del 1962 tradotto in Italia come "Cronache di un convento". Il secondo spezzone è un cammeo preso da "C'era una volta", 1967, con Omar Sharif e Sofia Loren


1 commento:

Ubi humilitas, ibi sapientia. ha detto...

Perfetto il ragionamento.
Molto belli i due video.
San Giuseppe da Copertino è uno dei santi francescani che più mi appassionano, e non potrebbe essere altrimenti essendo io un perfetto "zuccone".
Pace e bene.

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