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venerdì 7 dicembre 2012

Una preghiera per l'Avvento di sant'Ambrogio

Ambrogio celebra la Messa assistito dai diaconi (Milano - Basilica di s. Ambrogio)
Sant'Ambrogio (340-397), Vescovo e Dottore della Chiesa (una dei primi quattro grandi dottori d'Occidente), la cui festa ricorre oggi, ci ispira nel cammino dell'Avvento con questa bellissima preghiera di invocazione, tutta trapuntata di citazioni e allusioni bibliche. E' tratta dai suoi scritti in commento ai Salmi, ma - come si vede - è un colloquio con Gesù, una richiesta ardente della sua venuta come Pastore a prendersi cura della pecorella smarrita. Il Signore, che viene "in persona" ci accoglie in Maria "vergine immune, per effetto della grazia, da ogni macchia di peccato", come la sentiamo cantare da Ambrogio in questa vigilia dell'Immacolata Concezione.
Una vita antica del Santo fu scritta da Paolino, suo segretario, e si può leggere a questo link.

CERCA, O SIGNORE, LA TUA PECORA STANCA
dal Commento al Salmo CXVIII 22, 28-30 di S. Ambrogio di Milano

Ps. 118, 176: Quaere servum tuum, quia mandata tua non sum oblitus...

Vieni dunque, Signore Gesù, cerca il tuo servo[Sal 118,176]
cerca la tua pecora stanca.
Vieni, pastore,
cerca, come Giuseppe cercava le pecore[Gn 37,14].
Ha errato la tua pecora,
mentre tu indugi, mentre ti aggiri sui monti.
Lascia andare le tue novantanove pecore
e vieni a cercare la sola pecora che ha errato[Mt 18,12 ss; Lc 15,4].
Vieni senza cani, vieni senza cattivi operai,
vieni senza il servo mercenario,
che non sa passare per la porta[Gv 10,1-7].
Vieni senza aiutante, senza messaggero.
Già da tempo aspetto la tua venuta.
Infatti so che verrai,
«poiché non ho dimenticato i tuoi comandamenti»[Sal 118,176].
Vieni non «con la verga,
ma con carità e in spirito di mansuetudine»[lCor 4,21].
Non esitare a lasciare sui monti le tue novantanove pecore,
poiché i lupi rapaci[Mt 7,15; At 20,29] non possono attaccarle finché stanno sui monti.
Nel paradiso il serpente è riuscito a nuocere solo una volta,
ma dopo che Adamo ne è stato scacciato
ha perduto l’esca e là non potrà più nuocere.
Vieni da me, che sono tormentato dall’attacco di lupi pericolosi.
Vieni da me, che sono stato scacciato dal paradiso
e le cui piaghe sono da tempo penetrate dai veleni del serpente,
da me che ho errato lontano dalle tue greggi su quei monti.
Anche me tu avevi collocato qui,
ma il lupo notturno mi ha allontanato dai tuoi ovili.
Cercami, poiché io ti cerco,
cercami, trovami, prendimi, portami.
Tu puoi trovare colui che cerchi,
ti degni di prendere colui che hai trovato,
ti porti sulle spalle colui che hai preso.
Non ti infastidisce un peso che ti ispira pietà,
non ti pesa un trasporto di giustizia.
Vieni dunque, Signore, poiché anche se ho errato,
tuttavia «non ho dimenticato i tuoi comandamenti»
e conservo la speranza della medicina.
Vieni, Signore, perché tu solo sei in grado
di far tornare indietro la pecora errante
e non rattristerai quelli da cui ti sei allontanato.
E anche loro si rallegreranno del ritorno del peccatore.
Vieni ad attuare la salvezza sulla terra, la gioia nel cielo.
Vieni, dunque, e cerca la tua pecora
non per mezzo dei servitori,
non per mezzo dei mercenari,
ma tu in persona.
Accoglimi nella carne che è caduta in Adamo.
Accoglimi non da Sara[Gn 17,15], ma da Maria,
perché sia non soltanto una vergine inviolata,
ma una vergine immune, per effetto della grazia,
da ogni macchia di peccato.
Portami sulla croce che da la salvezza agli erranti,
soltanto nella quale c’è riposo per gli affaticati,
soltanto nella quale vivranno tutti quelli che muoiono.

(Fonte)

Il corpo di sant'Ambrogio riposa nella cripta della sua Basilica, sotto l'altare
tra i santi fratelli gemelli martiri Gervasio e Protasio

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