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venerdì 21 dicembre 2012

I profeti nell'avvento: commemorazione di san Michea

Per il 21 dicembre il Martirologio Romano riporta:
Commemorazione di san Michea, profeta, che al tempo di Iotam, Acaz ed Ezechia, re di Giuda, con la sua predicazione difese gli oppressi, condannò gli idoli e le ingiustizie e preannunciò al popolo eletto che sarebbe nato in Betlemme di Giuda il re promesso fin dai giorni più remoti, per pascolare Israele con la forza del Signore.

La raffigurazione di Michea che si trova a Venezia, in un mosaico della Basilica di san Marco, mostra il profeta - come al solito - con un lungo rotolo sul quale è scritto il versetto 1,3 del suo libro: Ecce Dominus egreditur de loco suo et descendet et calcabit super excelsa terrae: ecco, il Signore esce dalla sua dimora e scende e cammina sulle alture del paese.

Nell'VIII secolo prima di Cristo, il profeta - che nella Vulgata parla al futuro - viene ispirato a prefigurare l'uscita del Verbo dal seno del Padre e la sua discesa in questo mondo, per venire ad incarnarsi sulle alture del paese di Giuda. Ma se leggiamo bene la profezia di Michea, questa si può interpretare primariamente anche come visione della venuta finale del Signore (Mi 1,3-5): "Ecco, il Signore esce dalla sua dimora e scende e cammina sulle alture del paese; si sciolgono i monti sotto di lui e le valli si squarciano come cera davanti al fuoco, come acque versate su un pendio. Tutto ciò per l'infedeltà di Giacobbe e per i peccati della casa di Israele". La terminologia che troviamo non può non farci pensare al vocabolario di Giovanni Battista nei vangeli...

Non dimentichiamo poi la più famosa tra le parole messianiche di Michea. L'interpretazione cristiana ha voluto porre l’accento in particolare sui primi tre versetti del cap. 5 del libro di Michea: “E tu, Betlemme di Efrata, così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda, da te mi uscirà colui che deve essere il dominatore in Israele... Dio li metterà in potere altrui fino a quando colei che deve partorire partorirà... Egli starà là e pascerà con la forza e la maestà del Signore” (5,1-3). Questo annunzio risuonò ancora, sette secoli dopo all’interno del palazzo del perverso re Erode, i cui sapienti dovevano indicare ai Magi dove trovare il Messia appena nato (Mt 2,6). Da allora risuonarono anche per tutti i giusti come messaggio di speranza e di gioia, annunciando l’avvenuta nascita a Betlemme di Giuda di un dominatore, promesso sin dall’antichità, che avrebbe pascolato Israele, e non solo, con la forza del Signore.

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