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martedì 22 maggio 2012

La Santa Sede scopre le carte: pubblicate ufficialmente le Norme per discernere le apparizioni

Con una prefazione nuova, scritta dal Prefetto della Dottrina della Fede, Card. Levada, la Santa Sede ha scelto finalmente di pubblicare con ufficialità le NORME PER PROCEDERE NEL DISCERNIMENTO DI PRESUNTE APPARIZIONI E RIVELAZIONI.
Sono state immesse ieri nel sito internet del Vaticano, ma sono quelle elaborate nel 1978: cioè, lo dobbiamo sempre ricordare e sottolineare, prima, ben prima, delle affermazioni intorno al presunto fenomeno di Medjugorje. Nessuno, quindi, potrà dire che sono state scritte apposta per screditare i veggenti o per opporsi ai fenomeni attuali. Perché è evidente che questa pubblicazione prelude al giudizio della "Commissione Ruini" atteso per il prossimo autunno.
C'era stata qualche mese fa una piccola discussione a proposito del significato di alcune di queste norme e del modo di intendere i termini latini che esprimono la valutazione sulla soprannaturalità degli eventi. Potete leggere qui qui, e qui per gli antefatti.

Il card. Levada dice praticamente che, a seguito della divulgazione di questo documento - vi ricordo che era coperto dal segreto pontificio -, per togliere dalla circolazione traduzioni non approvate (soprattutto in inglese), la Congregazione per la Dottrina della Fede ha pensato bene di esporre in maniera ufficiale le cose come stanno, nelle principali lingue. La traduzione in italiano, da un rapido esame, mi sembra uguale a quella rivelata da Tornielli a febbraio.
Dopo aver citato i passi di Benedetto XVI sulla relatività dei messaggi e rivelazioni private, il cui contenuto deve essere sempre sottoposto e sottomesso alla Parola di Dio e al Magistero, senza indebite esagerazioni, conclude:
È viva speranza di questa Congregazione che la pubblicazione ufficiale delle Norme per procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni potrà aiutare l’impegno dei Pastori della Chiesa cattolica nell’esigente compito di discernimento delle presunte apparizioni e rivelazioni, messaggi e locuzioni o, più in generale, fenomeni straordinari o di presunta origine soprannaturale. Nel contempo si auspica che il testo possa essere utile anche ai teologi ed agli esperti in questo ambito dell’esperienza viva della Chiesa, che oggi ha una certa importanza e necessita di una riflessione sempre più approfondita.
Rimandando ad altro post questioni particolari e approfondimenti, come quella dei "frutti" e della loro valutazione, desidero solo far riflettere sul punto 2 della Nota preliminare, dove si fa corrispondere al giudizio constat de supernaturalitate la possibilità di autorizzare il culto o la devozione, e al giudizio non costat de supernaturalitate il proibire il culto o altre forme di devozione.
Medjugorje, a livello locale e di Conferenza episcopale, è stata per due volte oggetto del non constat de supernaturalitate, ma le conseguenze della mancata cautela, vigilanza e relativa obbedienza sono sotto gli occhi di tutti.

4 commenti:

  1. A.R. lei dice:

    Nessuno, quindi, potrà dire che sono state scritte apposta per screditare i veggenti o per opporsi ai fenomeni attuali. Perché è evidente che questa pubblicazione prelude al giudizio della "Commissione Ruini" atteso per il prossimo autunno.

    ***
    è vero, però attenzione, l'aver pubblicato il testo del 1978 per affermare come la pensa la Chiesa in materia di approvazione, questo significa che il testo ha valore sia prima quanto DOPO il 1978, anche dopo l'evento di presunte o prababili nuove apparizioni ;-)

    intendeva dire questo? perchè se è così concordo, diversamente non comprendo perchè "escludere" Medjugorje dal testo... due pesi due misure? ;-)
    ho capito male io?

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    1. Cara Caterina, ha capito bene, non si esclude nessuno...

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  2. Mi pare che ci sia un po' di confusione e si cerchi di portare acqua solo al proprio mulino.
    Non è cambiato assolutamente nulla, ma leggiamo bene i due documenti che ci aiutano a ben operare sino ad ora

    Atteniamoci ai fatti ufficiali:

    1° documento

    "«I vescovi fin dall'inizio seguono i fatti di Medjugorje tramite il vescovo diocesano, la commissione
    diocesana e la commissione della Conferenza episcopale jugoslava per Medjugorje. Sulla base delle
    ricerche finora compiute, non si può affermare che si tratti di apparizioni o di fenomeni
    soprannaturali. Tuttavia, i numerosi pellegrini che giungono a Medjugorje provenienti da vari
    luoghi, spinti dalla fede o da altri motivi, richiedono l'attenzione e la cura pastorale, innanzitutto
    del vescovo diocesano e, con lui, anche degli altri vescovi, in modo che a Medjugorje e con
    Medjugorje si promuova una devozione verso la Beata Vergine Maria in armonia con
    l'insegnamento della Chiesa. A tale scopo i vescovi forniranno anche particolari direttive liturgico pastorali.
    Nello stesso tempo, mediante le loro commissioni, continueranno a seguire e a esaminare
    nel loro insieme tutti gli avvenimenti di Medjugorje».
    Zara, 10 aprile 1991
    I vescovi jugoslavi

    2° documento
    CONGREGATIO PRO DOCTRINA FIDEI
    Prot. N. 154/81-06419
    Città del Vaticano, Palazzo del Sant'Uffizio,
    26 maggio 1998
    A Sua Eccellenza monsignor Gilbert Aubry,
    vescovo di Saint-Denis de la Réunion
    Eccellenza, con la lettera del 1° gennaio 1998 voi sottoponete a questo dicastero diverse
    questioni concernenti la posizione della Santa Sede e del vescovo di Mostar, in riferimento
    alle cosiddette «apparizioni» di Medjugorje, ai pellegrinaggi privati o alla cura pastorale
    dei fedeli che si recano in quel luogo. Al riguardo, considerando impossibile rispondere a
    ciascuna delle domande fatte da vostra Eccellenza, tengo anzitutto a precisare che non è
    norma della Santa Sede assumere, in prima istanza, una posizione propria diretta su
    supposti fenomeni soprannaturali. Questo dicastero, per ciò che concerne la credibilità
    delle «apparizioni» in questione, si attiene semplicemente a ciò che è stato stabilito dai
    vescovi della ex-Jugoslavia nella Dichiarazione di Zara del 10 aprile 1991: «Sulla base delle
    indagini finora condotto, non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o di
    rivelazioni soprannaturali». Dopo la divisione della Jugoslavia in diverse nazioni
    indipendenti, spetterebbe ora ai membri della Conferenza episcopale della Bosnia-
    Erzegovina riprendere eventualmente in esame la questione ed emettere, se il caso lo
    richiede, nuove dichiarazioni. Quello che monsignor Peric ha affermato in una lettera al
    segretario generale di Famille Chrétienne, cioè che «la mia convinzione e posizione non è
    solo "non consta della soprannaturalità", ma ugualmente quella di "consta della non
    soprannaturalità delle apparizioni o rivelazioni di Medjugorje"», deve essere considerata
    espressione di una convinzione personale del vescovo di Mostar il quale, in quanto
    ordinario del luogo, ha tutti i diritti di esprimere ciò che è e rimane un suo parere
    personale. Infine, per quanto concerne i pellegrinaggi a Medjugorje che si svolgono in
    maniera privata, questa Congregazione ritiene che sono permessi, a condizione che non
    siano considerati come una autenticazione degli avvenimenti in corso e che richiedono
    ancora un esame da parte della Chiesa.
    Monsignor Tarcisio Bertone
    (segretario della Congregazione per la dottrina della fede)

    Da questi due documenti si evince che l'autorità ecclesiastica si è già espressa in merito.

    Non ovviamente sulle apparizioni, ma sulla possibilità che i fedeli possano liberamente andare a Medjugorje, meglio se adeguatamente accompagnati da un sacerdote che con questo non autentica le apparizioni.

    Quindi calma e serenità nel rispetto delle decisioni che saranno prese dalle autorità senza nessun giudizio,ma rispetto ai fedeli che hanno deciso di aderire ai pellegrinaggi.
    Salvatore

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    Risposte
    1. Caro Salvatore, proprio il documento oggi uscito ci mostra con chiarezza chi ha il compito, per diritto divino, di vigilare nella propria diocesi: e questo è il Vescovo locale:
      al num. III. Autorità competenti per intervenire
      si dice chiaramente: "1. Spetta innanzitutto all’Ordinario del luogo il compito di vigilare e intervenire".

      Perché non cita espressamente i documenti che sono nel sito della diocesi di Mostar e sono quelli da prendere in considerazione per primi? Forse il Card. Bertone, quella volta, si è proprio sbagliato nel dire che il vescovo aveva un parere personale, quando proprio le norme vaticane dicono che è suo compito vigilare e intervenire.
      Come la mettiamo?

      Elimina

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