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venerdì 21 novembre 2008

Enzo Bianchi a tutto campo sulla sobrietà liturgica

Intervista di Bruno Volpe a Enzo Bianchi, priore di Bose
© Pontifex Roma

“Quando nella liturgia irrompe lo spettacolo, allora si consuma contro Dio un vero e proprio tradimento”: lo afferma il Priore di Bose, Enzo Bianchi. Il religioso analizza con occhio acuto ed efficace l’attualità liturgica.

Priore: da poco si è concluso a Roma un importante Sinodo dedicato alla Parola di Dio. Tra i tanti temi trattati, l’omelia. Come deve essere? : “Intanto non duri più di dodici minuti, al fine di non tediare l’auditorio. Nella omelia, il celebrante abbia l’umiltà di spogliarsi delle proprie convinzioni, delle sue idee. Insomma, non si autocelebri. Sostengo da sempre che può degnamente evangelizzare solo chi è stato evangelizzato, mai il contrario”.

Che dire di omelie stravaganti, o spettacolari? : “Uno sfacelo. Mi è capitato di assistere ad omelie con fotografie, dialoghi e cose simili. Così si rende povera e non ricca la parola di Dio, dimenticando un postulato fondamentale, cioè la semplicità della liturgia. La liturgia è allo stesso tempo semplicità e sobrietà”.

Spesso si assiste ad omelie stravaganti, senza una logica interiore: “Si tratta delle solite prediche autoreferenziali, nelle quali il sacerdote celebra se stesso invece che la Parola. Insomma, la predica eviti, per quanto possibile, visioni antropologiche, psicologiche, politiche e sociali. Consista in una sapiente ed equilibrata analisi della Parola di Dio senza debordare in cose che non competono. Ma spesso ci si dilunga o dilaga perché il sacerdote non ha preparato a dovere studiando l’omelia, ecco la verità” .

Priore, lei spesso ha denunciato gli abusi liturgici: “Certo. Innegabile che negli anni 80 ne siano stati compiuti tanti e nel nome della cosiddetta creatività, un errore tragico. Il vero e solo protagonista della Messa è Dio, mai l’uomo o il celebrante. Per esempio sostengo che il sacerdote mai e poi mai debba sedere al centro dell’altare. Ma che cosa è più importante, Dio o il sacerdote? Chiaro che Dio. Ma costruendo veri troni, al centro del presbiterio si da l’impressione sbagliata che il sacerdote copra la maestà di Dio, quasi cadendo in idolatria”.

Questo non avveniva nel rito romano antico: “Guardi, io credo che certe parti della messa come la orazione colletta, il prefazio, andrebbero rivolte tutte verso Dio, celebrante e popolo, tutti orientati verso la croce, verso il Calvario. In questo senso dico che il rito romano antico assicurava maggior solennità e sobrietà, maggior senso del sacro. Insomma, la centralità nella messa non è quella del prete, ma Dio”.

Veniamo ad un’altra costante dei nostri tempi, gli applausi durante le messe. “Una vera stoltezza. Non capisco a chi o a che cosa si applauda. Applaudire a Dio non ha valore, il vero applauso per Dio è la sua gloria in spirito e verità, non con rumorosi segni. Poi alcune volte si applaude al morto durante il funerale. Insomma, con l’applauso involontariamente si vuole togliere a Dio il primato che gli spetta. L’applaudire è decisamente in contrasto con la nostra sensibilità romanica, magari può trovare asilo in altre culture”.

Veniamo alla musica liturgica. Se ne sente di ogni genere e risma, anche canzonette: “Oggi ascoltiamo e celebriamo il trionfo del banale e del cattivo gusto, arie moderne, di basso profilo, persino musica moderna o rock. Bisogna badare sia alla qualità dei testi che alla bellezza della musica, che sottolinei adeguatamente il mistero. In questo il gregoriano non ha comparazione. Insomma, lo ripeto: spettacolarizzare la liturgia rappresenta il maggior tradimento che si possa fare anche a Dio che merita gloria e lode in maniera degna”.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Se anche sua ecumenica monasticità Enzo Bianchi, papa di Bose, riconosce certe oggettive verità, vuol dire che chi non le vuole ancora ammettere è davvero in malafede: si fidi almeno dei grandi innovatori ascoltati da tutti, come appunto il buon Enzo Bianchi.

Anonimo ha detto...

Anch'io per altri versi sono perplesso sulle posizioni di Enzo Bianchi, ma devo riconoscere che in questa intervista ha detto proprio delle cose sacrosante

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