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venerdì 12 giugno 2009

Lauda Sion, sequenza del Corpus Domini: una reliquia preziosa di liturgia medievale


Una delle pochissime sequenze sopravvissute dopo la riforma liturgica. E' vero che è facoltativa e se ne può cantare anche solo la "codina" finale (da Ecce panis angelorum), ma per manifestare la fede nel Santissimo Sacramento nessuno ci vieta di cantarla tutta e soprattutto di meditarla.
Anzi! Visto che raramente la si ascolta in Chiesa, nonostante sia auspicabile, la sentiamo almeno qui.
Godiamoci, dunque, questo prezioso brano di poesia religiosa regalatoci da San Tommaso D'Aquino ispirato dagli angeli, come ben dipingeva il Guercino in questa tela che raffigura, appunto, la composizione della Sequenza della Festa.



Sion, loda il Salvatore,
la tua guida, il tuo pastore
con inni e cantici.
Lauda Sion Salvatorem,
lauda ducem et pastorem,
in hymnis et canticis.

Impegna tutto il tuo fervore:
egli supera ogni lode,
non vi è canto che sia degno.
Quantum potes, tantum aude:
quia major omni laude,
nec laudare sufficis,

Pane vivo, che dà vita:
questo è tema del tuo canto,
oggetto della lode.
laudis thema specialis,
panis vivus et vitalis
hodie proponitur.

Veramente fu donato
agli apostoli riuniti
in fraterna e sacra cena.
Quem in sacræ mensæ coenæ,
turbæ fractrum duodenæ
datum non ambigitur.

Lode piena e risonante,
gioia nobile e serena
sgorghi oggi dallo spirito.
Sit laus plena, sit sonora,
sit jucunda, sit decora
mentis jubilatio.

Questa è la festa solenne
nella quale celebriamo
la prima sacra cena.
Dies enim solemnis agitur,
in qua mensæ prima recolitur
Hujus institutio.

E il banchetto del nuovo Re,
nuova, Pasqua, nuova legge;
e l'antico è giunto a termine.
In hac mensa novi Regis,
novum Pascha novæ legis,
phase vetus terminat.

Cede al nuovo il rito antico,
la realtà disperde l'ombra:
luce, non più tenebra.
Vetustatem novitas,
umbram fugat veritas,
noctem lux eliminat.

Cristo lascia in sua memoria
ciò che ha fatto nella cena:
noi lo rinnoviamo,
Quod in coena Christus gessit,
faciendum hoc expressit
in sui memoriam.

Obbedienti al suo comando,
consacriamo il pane e il vino,
ostia di salvezza.
Docti sacris institutis,
panem, vinum in salutis
consecramus hostiam.

È certezza a noi cristiani:
si trasforma il pane in carne,
si fa sangue il vino.
Dogma datur christianis,
Quod in carnem transit panis,
 Et vinum in sanguinem.

Tu non vedi, non comprendi,
ma la fede ti conferma,
oltre la natura.
Quod non capis, quod non vides,
animosa firmat fides,
Præter rerum ordinem.

È un segno ciò che appare:
nasconde nel mistero
realtà sublimi.
Sub diversis speciebus,
signis tantum, et non rebus,
latent res eximiæ.
Mangi carne, bevi sangue;
ma rimane Cristo intero
in ciascuna specie.
Caro cibus, sanguis potus:
manet tamen Christus totus
   sub utraque specie.

Chi ne mangia non lo spezza,
né separa, né divide:
intatto lo riceve.
A sumente non concisus,
non confractus, non divisus:
integer accipitur.

Siano uno, siano mille,
ugualmente lo ricevono:
mai è consumato.
Sumit unus, sumunt mille:
quantum isti, tantum ille:
Nec sumptus consumitur.

Vanno i buoni, vanno gli empi;
ma diversa ne è la sorte:
vita o morte provoca.
Sumunt boni, sumunt mali:
sorte tamen inæquali,
vitæ vel interitus.

Vita ai buoni, morte agli empi:
nella stessa comunione
ben diverso è l'esito!
Mors est malis, vita bonis:
Vide paris sumptionis
quam sit dispar exitus.

Quando spezzi il sacramento
non temere, ma ricorda:
Cristo è tanto in ogni parte,
quanto nell'intero.
Fracto demum sacramento,
ne vacilles, sed memento
tantum esse sub fragmento,

È diviso solo il segno
non si tocca la sostanza;
nulla è diminuito

della sua persona.
Quantum tot tegitur.
Nulla rei fit scissura:
Signi tantum fit fractura,
qua nec status, nec statura
signati minuitur.

Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev'essere gettato.
Ecce Panis Angelorum,
factus cibus viatorum:
vere panis flliorum,
non mittendus canibus.

Con i simboli è annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell'agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.
In figuris præsignatur,
cum Isaac immolatur,
Agnus Paschæ deputatur,
datur manna patribus.

Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.
Bone pastor, panis vere,
Jesu, nostri miserere:
Tu nos pasce, nos tuere,
tu nos bona fac videre
in terra viventium.

Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.
Tu qui cuncta scis et vales,
qui nos pascis hic mortales:
Tuos ibi commensales,
coheredes et sodales
fac sanctorum civium.
   Amen. (Alleluia).

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bellissimo.
Grazie!

Antonio

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