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venerdì 31 maggio 2013

Il prefazio del Corpus Domini

Ascoltiamo il prefazio per la festa del Corpus Domini cantato in tono solenne, è il praefazio I De Eucharistia. Benedetto XVI, oltre alla buona intonazione fin nella tarda età, aveva un'altra qualità nel cantare o leggere in latino non comune tra i suoi conterranei: la pronuncia romana. Se avete presente come pronunciano solitamente il latino ecclesiastico i tedeschi (o i polacchi...), potete capire quanto diversa e "inculturata" era la scelta fatta da Papa Ratzinger (e prima di lui da Giovanni Paolo II). Qualche esempio per capire meglio: leggiamo "angeli" e non "angheli", pronunciamo la "c" con suono dolce e non trasformandola in "z" (caeli caelorumque....zeli zelorumque), con queste e altre attenzioni i papi "stranieri" sapevano rendere il loro latino perfettamente "italiano" e gradevole da ascoltare per le orecchie italiche.



Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,
nos tibi semper et ubíque grátias ágere:
Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:
per Christum Dóminum nostrum.

Qui, verus æternúsque Sacérdos, formam sacrifícii perénnis instítuens,
hóstiam tibi se primus óbtulit salutárem,
et nos, in sui memóriam, præcépit offérre.
Cuius carnem pro nobis immolátam dum súmimus, roborámur,
et fusum pro nobis sánguinem
dum potámus, ablúimur.

Et ídeo
cum Angelis et Archángelis,
cum Thronis et Dominatiónibus,
cumque omni milítia cæléstis exércitus,
hymnum glóriæ tuæ cánimus,
sine fine dicéntes:

A differenza della Forma Straordinaria che utilizzava il prefazio del Natale anche per il Corpus Domini, la Forma Ordinaria ha ben due prefazi De SS. Eucharistia (e ne ha molti altri in più). Può sembrare bizzarra la scelta del messale antico (nota: pre 1962), e invece, se ci pensiamo, è piuttosto consona alla teologia eucaristica romana medievale: nell'eucaristia vedo visibilmente il corpo del Signore, come lo vedevano quanti incontravano il Verbo incanato. Ora, nel sacramento, posso entrare in contatto e in comunione con ciò che vedo "corporalmente" del Verbo di Dio: così, per es., diceva anche san Francesco, secondo quanto afferma il prefazio natalizio: dum visibiliter Deum cognoscimus, per hunc in invisibilium amorem rapiamur (mentre conosciamo Dio visibilmente, per mezzo di ciò siamo rapiti all'amore delle realtà invisibili). In Cristo vediamo l'umanità e crediamo alla divinità. Nell'Eucaristia non vediamo né umanità, né divinità, ma crediamo sulla Parola di Gesù che ha detto: "Questo è il mio corpo"!
Il prefazio "nuovo" invece lega il sacrificio della Croce alla comunione eucaristica, vedendo l'identità del corpo immolato del Salvatore e del sangue da lui versato con i santi doni che vengono assunti nella celebrazione del "perenne sacrificio" che "l'eterno Sacerdote" ci ha comandato di offrire. Penso che oggi questa accentuazione sia quanto mai importante da sottolineare.

2 commenti:

JJ ha detto...

qualche piccola precisazione...
il prefazio "nuovo" era in uso nel Corpus Domini o nel Giovedì Santo in aliquibus locis (cfr ad esempio il liber usualis a p. 10A)
e -ahimè- nel messale del '62 il Corpus Domini, oltre a essere privato dell'Ottava (che tra l'altro lascia la festa del s. Cuore come "sospesa", "messa lì" nella settimana seguente!) richiede il prefazio comune, a seguito delle riforme degli anni '50 che eliminarono l'uso del prefazio di natale.

Anonimo ha detto...

Resto a bocca aperta per la mia ignoranza di fronte a voi esperti di prefazi, di date, riforme e significati profondi. Se uno volesse studiare queste cose, e io lo desidero ma sono nato post-concilio da che parte dovrebbe incominciare? Testi di storia della liturgia? Storia della chiesa? Storia dei dogmi? Altro? Qualche indicazione bibliografica per impostare il tutto? Grazie.

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