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giovedì 8 maggio 2008

Che cosa dice veramente la preghiera?
L'orazione colletta di Pentecoste.

Messale italiano:
O Padre, che nel mistero della Pentecoste santifichi la tua Chiesa in ogni popolo e nazione, diffondi sino ai confini della terra i doni dello Spirito Santo, e continua oggi, nella comunità dei credenti, i prodigi che hai operato agli inizi della predicazione del Vangelo.

Originale latino
Deus, qui sacraménto festivitátis hodiérnæ univérsam Ecclésiam tuam in omni gente et natióne sanctíficas, in totam mundi latitúdinem Spíritus Sancti dona defúnde, et, quod inter ipsa evangélicæ prædicatiónis exórdia operáta est divína dignátio, nunc quoque per credéntium corda perfúnde.

traduzione più letterale:
O Dio, che nel mistero della festa che celebriamo santifichi la tua Chiesa in ogni popolo e nazione, diffondi sino ai confini della terra i doni dello Spirito Santo, e continua a farli fluire anche adesso attraverso i cuori dei credenti, come ha fatto la tua grazia divina fin dagli inizi della predicazione del Vangelo.

Dove avranno trovato i “prodigi”- che si sono inventati - i compositori della colletta del Messale italiano?
In realtà nella preghiera originale si parla solo (e non è poco!) dei “doni dello Spirito Santo” che chiediamo al Signore di riversare nei cuori (non nella comunità!!!) proprio come dice San Paolo ai Romani 5,5, che – non è un caso – è anche l’antifona di ingresso della messa di Pentecoste: L’amore di Dio è stato effuso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito, che ha stabilito in noi la sua dimora. Alleluia.
Il sacerdote, quindi, prega perché come lo Spirito fin dall’inizio è stato effuso sui cristiani per opera della “divina dignatio”, così sia diffuso (defunde) su tutta la terra passando attraverso i nostri cuori che anche oggi vogliono lasciarlo “fluire attraverso” (perfunde) per la loro fede (credentium corda).
Quale splendida teologia (che ti rende la predica già pronta), ammazzata invec da una traduzione schiacciassassi!
Ps. Un piccolo appunto musicale: notate come nella colletta latina, il cursus sia fatto in modo tale che su defunde cade la flexa e sul perfunde la cadenza finale, venendo così a sottolineare musicalmente i due termini legati dal senso e dall'etimologia. Stupendo!

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