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sabato 4 aprile 2009

Significativa nomina: un liturgista alla guida della Pontificia Accademia di Teologia

Il bollettino della Sala Stampa Vaticana oggi annuncia:

Il Santo Padre ha nominato presidente della Pontificia Accademia di Teologia don Manlio Sodi, salesiano, professore ordinario presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università Salesiana e finora membro ordinario della medesima Accademia.

Prima di tutto tanti auguri al prof. Sodi, che già faceva parte dell'Accademia, e che non ha bisogno di presentazioni, tanto la sua fama e il suo curriculum accademico sono sfolgoranti.
Avendo avuto più volte l'opportunità di frequentare Don Manlio non posso che rallegrarmi con il Santo Padre per questa scelta. Un professore competente, brillante e amante della liturgia. Non per nulla cura l'edizione dei Monumenta liturgica della LEV ed è direttore della prestigiosa (e battagliera) Rivista Liturgica, centenaria istituzione del movimento liturgico italiano.

Certo non è un liturgista "di corte", nè un patito delle cerimonie. E' un cultore dei testi liturgici e un profondo conoscitore della loro evoluzione. E' stato decano della Facoltà teologica dei Salesiani di Roma e attivissimo nelle pubblicazioni. Non ha mai fatto mistero del suo schierarsi completamente per il messale di Paolo VI, sostenendolo liturgicamente e pastoralmente con tutte le sue forze, guadagnandosi addirittura l'appellativo di "grande nemico" del Motu Proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI.

E proprio questo Papa, fedele alla sua apertura intellettuale, lo installa come presidente della sua Accademia Teologica. Al papa interessa giustamente il dibattito scientifico in quella sede.

Nominando Don Sodi, Benedetto XVI ribadisce due messaggi a tutti:
1) La liturgia deve essere vista come disciplina teologica, non come scienza pratica dell'ordinare le cerimonie. La liturgia è lex orandi, da approfondire e studiare per elucidare la lex credendi.
2) A questi livelli, l'imporante è la competenza e l'onestà intellettuale. Il dibattito teologico si basa su testi, prove documentali, libri e ricerche, non emozioni o aneliti progressisti o tradizionalisti. Il Papa teologo e professore lo sa bene, e mette al vertice di una istituzione teologica chi sa fare il proprio mestiere, indipendentemente dalle critiche "politico-ecclesiastiche" che non mancheranno. 

Salutiamo la libertà di Papa Benedetto e il suo desiderio di discussione a tutto campo con chi, serenamente e con provata competenza saprà prestare un valido aiuto. Anche con le critiche costruttive e motivate, che suoneranno come consigli di colleghi, ben accetti alle papali orecchie. Sicuramente più della piaggeria cortigiana di chi, non convinto delle sue scelte, si piega a osannarle solo per opportunismo.

Grazie al Papa per questo bellissimo segno di libertà accademica e di fiducia verso chi condivide il suo amore per la Chiesa, ma non sempre ha le stesse visioni teologiche.


2 commenti:

Francesco B. ha detto...

Gentile padre, non capisco come possa dichiararsi felice per la nomina ad una posizione così importante di un personaggio che si dichiara nemico del Summorum Pontificum! Se egli disprezza la Messa di sempre, probabilmente non vorrà saperne neanche della "riforma della riforma", imprescindibile e non più rinviabile provvedimento che dovrà salvare dall'annientamento la liturgia cattolica e che, non a caso, è uno dei cavalli di battaglia del nostro illuminato Pontefice!

A.R. ha detto...

Forse lo dico perchè 1) lo conosco da parecchio, 2) l'ho sentito parlare spesso e discusso con lui, 3) perchè è il curatore dell'edizione della Libreria editrice Vaticana dei libri tridentini e financo del Messale di Giovanni XXIII, che conosce molto meglio di tanti pretesi amanti della tradizione.
4) Perchè è un teologo serio e se è arrivato a quel seggio è proprio perchè il Papa non ha problema ad ascoltare voci alternative e perfino critiche. Di questo ha bisogno il pontefice a livello consultivo: non di adulatori che gli danno sempre ragione, ma di esperti che osano anche fargli vedere ciò che - umanamente e da teologo - non vede o non apprezza.
La discussione in una accademia teologica è alquanto apprezzata dal Papa. Non si tratta di magistero alternativo, ma di necessaria dialettica per il progresso delle acquisizioni scientifiche. E non dimentichiamo che la teologia è una scienza, non un una battaglia.

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