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lunedì 19 ottobre 2009

Segnali incoraggianti di disgelo.

Ieri sull'Avvenire, il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana, nel taglio basso a pag. 25, è uscito un pezzo a firma di Gianni Cardinale sul II Convegno sul motu proprio Summorum Pontificum, insomma il convegno dei "tradizionalisti", che si è chiuso ieri a Roma. Oltre ad un certo rilievo dato alla relazione di Mons. Athanasius Schneider, agguerrito vescovo missionario di una sperduta località del Kazakhstan, e promotore della comunione sulla lingua, nell'articolo si dà notizia e qualche cifra del sondaggio sulla Messa tradizionale elaborato dalla Doxa (i giornalisti non resistono ai sondaggi, anche se è bene ricordarlo, questi - pur facendo impressione - non hanno alcun valore teologico: la Chiesa non è una democrazia!). Le personalità che hanno aderito e hanno presenziato al Convegno hanno certo anch'esse attirato la positiva attenzione del quotidiano dei Vescovi, permettendo che venisse divulgata anche a mezzo stampa la notizia del Convegno. C'erano infatti, tra gli altri relatori, l’abate Zielinski, vicepresidente della Pontificia Commissione dei Beni culturali della Chiesa, e Mons. V. Miserach Grau, preside del pontificio Istituto di Musica sacra. Tra i partecipanti Mons. Pozzo, Segretario della Commissione Ecclesia Dei, e il suo predecessore Mons. Perl, e naturalmente l'arcivescovo R. Burke che ieri ha celebrato un solenne pontificale in San Pietro (un po' troppo in stile ICRSS per chi capisce cosa intendo...personalmente prediligo la sobrietà tradizionale monastica al rococò di Gricigliano).
Il saluto del Santo Padre ai convegnisti durante l'Angelus è stata una ciliegina sulla torta. Ma dal Santo Padre ci si poteva aspettare questo riconoscimento, meno dall'Avvenire. Per questo mi pare da sottolineare il buon lavoro degli organizzatori, che trova accoglienza anche nella stampa ecclesiale (e voi lettori sapete bene che è tutt'altro che scontato): l'importante è che adesso si continui nella linea, mostrando la positività e l'utilità per tutta la Chiesa del dono della forma straordinaria e soprattutto dell'attrazione che essa può esercitare sulla forma ordinaria, evitando di alimentare polemiche inutili e rivendicazioni sindacalistiche, proprie di certi gruppi.

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