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venerdì 31 ottobre 2014

Ma è davvero saggio (oltre che sensato) che un prete condannato per pedofilia torni a fare il parroco?

Traduco il post del blog In Caelo et in Terra che ci tiene informati, in inglese, di ciò che avviene nella Chiesa dei Paesi bassi e in Belgio, ciò nelle diocesi di lingua olandese/fiamminga. Oggi il blogger riporta una notizia a dir poco "esplosiva", secondo cui un sacerdote già riconosciuto colpevole di pedofilia, non solo non è stato dimesso dallo stato clericale, ma è stato perfino nominato nuovamente parroco . con tutto quello che ciò comporta - con l'approvazione della Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede (cosa che sarei portato a mettere in dubbio....). Spero che escano ulteriori precisazioni, perché la notizia, così com'è è incredibile, vista l'attuale disciplina ecclesiastica. Tanto più che la conferenza episcopale belga aveva già espresso chiaramente delle line guida che dicevano che "in nessun caso" un sacerdote riconosciuto colpevole potrà tornare all'attività pastorale (vedi qui). E mi pare per ovvi motivi.
A Bruges, sacerdote trovato colpevole di abusi ritorna al gregge
Una situazione potenzialmente difficile che è destinata a far corrugare più di un sopracciglio si sta presentando nella diocesi di Bruges, dove il Vescovo Jozef De Kesel ha assegnato un sacerdote, che è stato riconosciuto colpevole in almeno un caso di aver molestato un minore in passato, all'unità pastorale di Middelkerke, a metà strada tra Ostenda e Nieuwpoort sulla costa belga.

Don Tom Flamez è andato a processo nel 2008 e nel 2009, dove è stato giudicato colpevole di molestie sessuali su un adolescente. Nel gennaio del 2009, il giudice, per ragioni sue proprie, ha deciso di rinunciare a infliggere qualsiasi punizione, come il Vescovo De Kesel ha spiegato in un comunicato diffuso oggi:

"Per un periodo di cinque anni, Tom Flamez è stato sotto il controllo permanente della Corte di Kortrijk (Courtrai). Anche durante questo periodo la commissione della libertà vigilata non ha sollevato obiezioni ad un'eventuale nomina a parroco. A differenza di quanto riferito da alcuni media non ha mai violato le condizioni del periodo di prova. Nel gennaio del 2014 la commissione del tribunale di Courtrai ha deciso che il periodo di prova poteva essere concluso. Fino ad oggi Tom Flamez riceve un sostegno ed e professionalmente supervisionato.
     Nel frattempo ho anche presentato questo dossier alle più alte autorità ecclesiastiche. La Congregazione per la Dottrina della Fede si è detta d'accordo ad un eventuale nomina, a partire gennaio 2014. Tom Flamez ha lavorato occasionalmente nella parrocchia di Middelkerke fin dal settembre del 2011. Il suo impegno è stato valutato positivamente. Tutto questo mi ha portato a decidere, previa consultazione del consiglio episcopale, di nominare Tom Flamez come parroco nella federazione di Middelkerke. Sono convinto che tutti coloro che hanno dimostrato di esserne in grado meritano una seconda possibilità, spero che Tom Flamez abbia la possibilità di svolgere correttamente i compiti che gli sono affidati. "
Questa dichiarazione è una risposta alle congetture della stampa secondo cui don Flamez avrebbe violato le condizioni della sua libertà vigilata, cosa che il vescovo nega. Inoltre, molti lo collegano anche all'ex vescovo di Bruges caduto in disgrazia, Roger Vangheluwe, che si dimise nel 2010 dopo aver ammesso di esser stato colpevole per anni di abusi sessuali. Questo argomento, degli abusi sessuali o violazione dei minori, è estremamente delicato e deve essere maneggiato con molta attenzione. In primo luogo per il bene delle vittime, ma anche per tutte le altre persone che vengono ora coinvolte nel nuovo incarico di colui che è stato colpevole.

Naturalmente il vescovo De Kesel ha ragione nel dire che "tutti meritano una seconda possibilità quando sono in grado di farcela". Tutto il nostro sistema giuridico si fonda sul principio che una volta che una persona è stata punita per un reato, non può essere punita un'altra volta per lo stesso reato. Si riparte da zero, per così dire. Ma, siccome don Flamez non è stato punito (per ragioni che non conosciamo - forse il caso è stato risolto in qualche maniera extragiudiziale), molti possono ritenere che questo principio non si applica a lui.

Il vescovo De Kesel, sostenuto non solo dal suo consiglio diocesano, ma anche dal tribunale dello Stato e dalla Congregazione per la Dottrina della fede, che ha autorità su tutti i casi di abuso, ha deciso che non vi è alcun motivo per don Flamez di non esercitare il sacerdozio in una parrocchia, lavorare con persone di tutte le età, compresi i bambini ei giovani. E in questo sembra anche essere sostenuto anche dalla parrocchia di Middelkerke, dove don Flamez è stato un volto noto per questi ultimi tre anni.

Speriamo che la sua fiducia si riveli giustificata, e che questo sia un esempio di come le persone che una volta hanno fatto gravi errori possono lasciarseli dietro le spalle. 
Fonte 

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