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domenica 2 ottobre 2016

Il transito del Beato padre Francesco d'Assisi in musica

In occasione della meditazione vigiliare per la festa di San Francesco, cioè il suo Transito da questo mondo a Dio (3 ottobre), ecco il mottetto cinquecentesco del compositore J. de Aliseda che riprende i versetti 1 e 8 del salmo 141(142), recitato dal Serafico Padre sul letto di morte secondo la testimonianza della Leggenda Maggiore XV,5.

Beatus Franciscus,
dum morti appropinquaret,
lacrimosis oculis
in coelum intendens dixit:
voce mea ad Dominum clamavi
voce mea ad Dominum deprecatus sum:
educ de custodia animam meam
ad confitendum nomini tuo
me expectant justi donec retribuas mihi.

Il beato Francesco
mentre si avvicinava alla morte,
con le lacrime agli oggi
fissando il cielo disse:
"Con la mia voce al Signore ho gridato aiuto,
con la mia voce ho supplicato il Signore.
Strappa dal carcere la mia anima,
perché io renda grazie al tuo nome
Mi attendono i giusti,
per il momento in cui mi darai la ricompensa".

San Bonaventura, Leggenda Maggiore (FF 1241-1243)
Avvicinandosi il momento del suo transito, [il beato Francesco] fece chiamare intorno a sé tutti i frati del luogo e, consolandoli della sua morte con espressioni carezzevoli li esortò con paterno affetto all'amore di Dio.
 Si diffuse a parlare sulla necessita di conservare la pazienza, la povertà, la fedeltà alla santa Chiesa romana, ma ponendo sopra tutte le altre norme il santo Vangelo.
 Mentre tutti i frati stavano intorno a lui, stese sopra di loro le mani, intrecciando le braccia in forma di croce (giacché aveva sempre amato questo segno) e benedisse tutti i frati, presenti e assenti, nella potenza e nel nome del Crocifisso.
 Inoltre aggiunse ancora: “State saldi, o figli tutti, nel timore del Signore e perseverate sempre in esso! E, poiché sta per venire la tentazione e la tribolazione, beati coloro che persevereranno nel cammino iniziato! Quanto a me, mi affretto verso Dio e vi affido tutti alla Sua grazia!
1242 Terminata questa dolce ammonizione, I'uomo a Dio carissimo comandò che gli portassero il libro dei Vangeli e chiese che gli leggessero il passo di Giovanni, che incomincia: “Prima della festa di Pasqua...”.
 Egli, poi. come poté, proruppe nell'esclamazione del salmo: “Con la mia voce al Signore io grido, con la mia voce il Signore io supplico” e lo recitò fin al versetto finale: “Mi attendono i giusti, per il momento in cui mi darai la ricompensa”. 
Quando, infine, si furono compiuti in lui tutti i misteri, quell'anima santissima, sciolta dal corpo, fu sommersa nell'abisso della chiarità divina e l'uomo beato s'addormentò nel Signore.

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