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mercoledì 11 marzo 2009

Nessuna "denuncia" e nessun "mistero". Solo tanto sensazionalismo fuori luogo.

Si parla di "fischi" e c'è chi intende "fiaschi". E' sempre accaduto e continua ad accadere, soprattutto sui giornali regionali (e non solo quelli).
Con l'aggravante di riportare "denunce" inesistenti, attribuite ai frati della Basilica di Sant'Antonio e citandone uno in particolare, il quale semplicemente rispondeva a domande postegli su questioni generali e dando spiegazioni e opinioni riportate come fatti accaduti. Le parole tra virgolette possono essere giuste, ma è facile annegarle in fraseggi di ben altro tenore.

Ma ci consoliamo vedendo che anche al Papa tocca spedire una lettera pubblica per far chiarezza, nell'agone mediatico, di quell'onda di polemiche e contropolemiche suscitate dalle sue dichiarazioni e atti recenti....

Chiariamo una volta per tutte:
Se si chiede ad un frate che cosa pensa del fatto del prendere la comunione in mano, in una chiesa affollata e con gente sempre diversa, come un grande Santuario, e questo frate risponde che qualche RISCHIO di sottrazione c'è, ma non bisogna pensare che sia in aumento o addirittura dare tutta la colpa al satanismo, perchè è più questione d'ignoranza delle regole ecclesiali o devozione patologica che altro, questo non equivale per nessuno (e non dà diritto) a capire e divulgare erroneamente che sono aumentati "i furti sacrileghi" o che ci siano "misteriose" sottrazioni di sacre particole proprio in quella Chiesa. Poi si legge l'articolo e si vede che si parla d'altro. Ma ormai le notizie prive di ogni conferme già girano, e circolano unicamente perchè suonano impressionanti, pur non essendo attribuibili alla fonte, la quale intendeva rispondere ad una domanda fatta e non aveva proprio nulla da denunciare (anche perchè non lo farebbe ad un giornale se ci fosse qualcosa di serio e provato).
Le leggende metropolitane nascono così. E si ingigantiscono pure.
Ho già scritto sul blog e lo ripeto. Le mie opinioni, sono mie. Non possono essere attribuite a nessun altro che a me. Però devono essere contestualizzate nel modo corretto e non titolate o contornate da ciò che le fa apparire in luce completamente diversa, dando allarmi assolutamente fuori della realtà.
Meno male che all'ANSA sono seri e controllano ancora le notizie con gli interessati (e infatti non riprendono le sparate di titoloni che distorcono discorsi ben più seri). Altri giornalisti purtroppo preferiscono il copia-incolla.

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