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venerdì 16 ottobre 2009

I frutti dell'ecumenismo e i distinguo di Kasper

Ieri il card.Kasper ha presentato un libro-bilancio del suo mandato come presidente del Ponti-ficio Consiglio per l'unità dei Cristiani: Harvesting the fruits, (Raccolta dei frutti. Aspetti fondamen-tali della fede cristiana nel dialogo ecumenico. Consensi, convergenze e differenze). Un libro che vuole fare il punto sullo stato del dialogo ecumenico con le chiese storiche della Riforma (anglicani, luterani, metodisti e riformati) evidenziando i frutti che esso ha prodotto dal Concilio ad oggi, una "raccolta veramente molto ricca, che supera le tante polemiche e i grandi problemi storici della Riforma", ha affermato il Cardinale. Non è un mistero che Sua Eminenza abbia interpretato il suo ruolo più nei confronti delle comunità protestanti che non nei riguardi delle chiese sorelle d'Oriente (con le quali la chiesa di Roma sta scrivendo a Cipro in questi giorni un'altra storica pagina di dialogo teologico).
Poi, rispondendo a una domanda sulla insistente richiesta della TAC, la chiesa tradizionale anglicana, di unirsi corporativamente alla chiesa cattolica, il card. Kasper ha risposto che la conversione "è una questione personale" e per questo non è possibile pensare a passaggi "di gruppo" al cattolicesimo, ribadendo: "Ogni persona che singolarmente vuole convertirsi al cattolicesimo sarà accolta, ma non gruppi. Non facciamo proselitismo".
Da un certo punto di vista non possiamo dargli torto, è chiaro che ciascun battezzato in un'altra chiesa o comunità ecclesiale, per aderire alla chiesa romana, deve fare il passo nella sua coscienza personale. Ma perchè mai non si possa accogliere una chiesa intera che i suoi capi stanno portando all'unione con il papa di Roma, questo mi rimane misterioso. Chi non volesse entrare in comunione con la cattolicità può sempre rimanere nella sua confessione originaria (vi ricordate le suore anglicane americane passate qualche mese fa alla chiesa cattolica? La comunità intera è stata ricevuta, ma due suore non si sono "convertite").
Nel caso della TAC, poi, non si tratta certo di proselitismo: nessuno è andato a cercarli, blandendoli o costringendoli a passare in blocco nelle schiere cattoliche. A questo punto mi vien da chiedere: ma di che cosa si occupa il Pontificio consiglio per l'unità dei cristiani, se non della riconciliazione delle varie entità cristiane con la chiesa cattolica? Si interessa solo di dialoghi, documenti, intese dichiarazioni congiunte? Una volta che ottiene un successo - non di carta - ma non cercato, nè calcolato, lo respinge per paura delle conseguenze negative che potrebbe avere sull'immagine di una chiesa che riaccoglie i suoi figli che tornano? Speriamo che papa Benedetto, come sta facendo con i Lefebvriani (non sono anch'essi un gruppo da riconciliare....) tenda la mano anche ai quei poveri Anglicani, angosciati dalla necessità di lasciare una chiesa che ormai fa acqua dogmatica e morale da tutte le parti, e che devono anche sentirsi umiliati e non accolti con gioia festa dalla propria Madre a cui chiedono rifugio!
Non mi sembra strano che nella Curia Romana ci sia chi nutre perplessità sul dialogo e sui passi verso l'unità con i protestanti, se poi - quando sono loro a voler compiere un passo- li si respinge proprio in nome dell'ecumenismo.
Sempre Kasper ha annunciato improvvisamente  la visita del Papa alla chiesa luterana di Roma (prendendo di sorpresa anche gli stessi padroni di casa che non erano stati avvisati). Ufficialmente si dirà che si vogliono ricordare i 10 anni della dichiarazione comune tra cattolici e luterani sulla dottrina della giustificazione, ma non dimentichiamo - lo ha ricordato il pastore del gregge luterano della capitale - che c'è un ben altro anniversario che i protestanti percepiranno assai di più: i 500 anni della morte dell'iniziatore di quella che per i cattolici è e rimane l'eresia protestante.
Questa visita sarà terreno minatissimo per il Sommo Pontefice compatriota dell'illustre Riformatore. Qualunque cosa il Papa dirà su Lutero potrà essere usata contro di lui. Speriamo che dall'alto lo Spirito Santo lo assista e lo faccia passare tra Scilla e Cariddi: Scilla della dottrina cattolica e Cariddi dei delicati rapporti ecumenici.

3 commenti:

sagmarius ha detto...

Io spero che lo Spirito assista il Papa e gli faccia proclamare la Verità cattolica, infischiandosene dei delicati rapporti ecumenici.

Don Tiddi ha detto...

Caro Sigmarius, la verità cattolica, ci viene insegnato dal Nuovo Testamento come diffonderla: "la verità si faccia nella carità", non infischiandosi dei fratelli nell'errore, ma cercandoli con amore e pazienza, per ricondurli a casa.

sagmarius ha detto...

Senza però però togliere uno iota alla Verità.
Prima la Verità e poi la Carità.
Il modo più sicuro per amare i fratelli nell'errore è di esporre loro la Verità così come essa è.
I delicati rapporti ecumenici puzzano invece di compromesso, e di questi sarebbe bene cominciare ad infischiarsene.
Infatti la vicenda anglicana potrebbe essere, grazie a Dio, il primo fischio.

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