Cerca nel blog (argomenti, singole parole o frasi):

Condividi

mercoledì 22 giugno 2011

La registrazione della Missa de Angelis ai tempi di San Pio X

E' apparso su YouTube un nuovo pregevole documento sonoro. Una delle primissime registrazioni di canto gregoriano, incisa nella Basilica Vaticana nel 1904. Si tratta di alcune parti della Missa de Angelis, come la si cantava a Roma ai tempi di san Pio X (eletto da nemmeno un anno al soglio pontificio). La eseguirono i cantori della Sistina, diretti da Antonio Rella, in occasione della celebrazione di San Gregorio Magno. Lo stile è robusto, più simile alla modalità esecutiva che ancor oggi mostrano le parrocchie piuttosto che ai languori mistici di certe esecuzioni monastiche. Anche il testo del Kyrie, come si sente, non era esattamente quello che troviamo nel Graduale odierno rivisto ulteriormente da Solesmes.
Comunque, godiamoci questa antica registrazione, pur con tutti i limiti del tempo e dei fruscii "d'epoca", e gioiamo della continuità che ci testimonia:




Così scriveva s. Pio X a proposito dell'arte e del canto, in occasione del XIII centenario della morte del suo predecessore Gregorio Magno, festeggiato con l'enciclica Iocunda sane del 1904:

"Le arti infine, richiamato l’esemplare supremo d’ogni bellezza che è Dio, dal quale deriva tutta la bellezza della natura, più sicuramente si ritraggono dai volgari concetti e più efficacemente s’innalzano ad esprimere l’idea, che d’ogni arte è vita. Il solo principio di adoperarle a servizio del culto, e quindi di offrire al Signore quanto nella ricchezza, nella bontà ed eleganza delle forme si stima più degno di lui, oh come è stato fecondo di bene! Esso ha creato l’arte sacra, che divenne ed è tuttora il fondamento di ogni arte profana. Abbiamo recentemente di ciò trattato in un particolare Nostro motu proprio, parlando del ristabilimento del canto romano secondo l’avita tradizione e della musica sacra. Ma quelle norme medesime si applicano anche, secondo la varia materia, alle arti, così che conviene alla pittura, alla scultura, all’architettura quel che si dice del canto, giacché di tutte queste nobilissime creazioni del genio la chiesa è stata in ogni tempo ispiratrice e mecenate. L’umanità intera, nutrita di questo sublime ideale, innalza templi grandiosi, e quivi nella casa di Dio, come in casa sua propria, solleva la mente alle cose celesti, in mezzo alle splendide ricchezze di ogni arte bella, tra la maestà delle cerimonie liturgiche, tra le dolcezze del canto.
Tutti questi benefici, ripetiamo, l’azione di papa Gregorio seppe ottenere ai tempi suoi e nei secoli a lui seguenti; e tanto per l’intrinseca efficacia dei princìpi ai quali dobbiamo ricorrere e dei mezzi che abbiamo alla mano, sarà possibile ottenere ancor oggi, mantenendo con ogni studio il buono che per grazia di Dio ancora si conserva "ristorando in Cristo" (Ef 1, 10) quanto per disgrazia dalla retta norma fosse deviato".

1 commento:

sergio ha detto...

Così cantavamo nella mia parrocchia negli anni '50,proprio in questo modo. Mi pare di risentire la voce profonda di don Nino. Altro che svenevoli sospiri pseudo-mistici.

LibreriadelSanto.it - La prima libreria cattolica online