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domenica 18 maggio 2008

Genova, gesto simbolico: un paramento liturgico del card. Siri in dono a Papa Benedetto

Durante la visita pastorale di Benedetto XVI a Genova, il capitolo della Cattedrale ha donato al Papa l’amitto che fu del Cardinal Siri, a sua volta a lui donato da Pio XII. Un gesto simbolico di evidente stima e ringraziamento per l’opera di papa Benedetto nell’auspicato ritorno della liturgia ai veri desideri e norme del Concilio. Il card. Siri, chiamato “compianto arcivescovo” da mons. Mario Grone, preside del capitolo metropolitano, aveva sempre sostenuto la fedeltà alla tradizione liturgica, pur nell’aggiornamento voluto dal Concilio. Non era poi una coincidenza il fatto che la poltrona preparata per il Santo Padre portasse sullo schienale lo stemma cardinalizio dello stesso Siri, il cui motto era "non nobis Domine".
Citando San Paolo il papa ha quindi augurato a tutti i sacerdoti, religiosi e religiose di poter dire anche loro, al termine della vita: “ho combattuto la buona battaglia, ho conservato la fede”.
Siri zelante pastore di questa arcidiocesi viene citato più volte: ai consacrati il papa ricorda, come diceva il cardinale di Genova che: “la vita religiosa è testimonianza di Dio e richiamo di Dio”.
Al capitolo dei canonici, che cura le azioni liturgiche della cattedrale, ancora una citazione di Siri sulla liturgia: “la celebrazione solenne della divina ufficiatura fa sì che la chiesa preghi attraverso le labbra dei canonici”. Il Papa, dopo il suo discorso, ha intonato il Pater noster gregoriano e ha impartito in latino la benedizione. Nell’uscire dalla cattedrale, altro segno simbolico: Benedetto XVI si ferma davanti alla tomba del cardinal Siri e sosta brevemente in preghiera. Dopo le citazioni nel discorso, un saluto personale a questo vescovo forte e coraggioso anche nell’andare contro le correnti e i venti della “novità per la novità”.

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