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martedì 31 marzo 2009

Le potature della liturgia quaresimale e il loro senso mistico

Traduco e posto un articolo che ho colto sul blog di fr. Z. Mi è piaciuto molto per il tono spirituale e la lettura mistica della liturgia quaresimale e del Triduo Santo. L'originale è a questo link
La foto è di Orbis Catholicus, che ne ha parecchie altre splendide.

Durante la Quaresima perdiamo tante cose. Siamo come “potati” attraverso la liturgia. La Santa Chiesa sperimenta una sorta di “morte liturgica” prima della festa della Risurrezione. L’alleluia se ne va dalla Settuagesima per chi segue il rito antico (all’inizio della Quaresima per tutti). La musica e i fiori ci lasciano il mercoledì delle Ceneri. Con la domenica V (o di Passione) le statue e le immagine vengono coperte da drappi violacei. Ancor oggi, l’Ordo della Chiesa Universale pubblicato dalla Santa Sede prevede che nella V domenica di Quaresima possano essere velate le immagini delle chiese. Tradizionalmente le croci restano velate fino alla fine della Celebrazione della Passione del Signore il Venerdì Santo, le immagini e le statue fino all’inizio della Veglia Pasquale.
Fr. Z riferisce che nella sua parrocchia nativa in Minnesota, la grande statuta della Pietà è disvelata, appropriatamente, anch’essa il Venerdì Santo.
Sempre come parte della potatura, nella forma straordinaria del rito romano, nella domenica di Passione scompaiono alcuni Gloria Patri alla fine di certe preghiere. Quando poi entriamo nel Sacro Triduo le potature aumentano. Dopo la Messa in Cena Domini del Giovedì Santo il Santissimo Sacramento è rimosso dal tabernacolo dell’altar maggior e l’altare stesso viene spogliato. Campane e campanelle sono rimpiazzate da rumorosi strumenti di legno (crepitacula). Al Venerdì Santo non c’è neppure una Messa. Infine, iniziamo la veglia pasquale privati perfino della stessa luce! E’ come se la Chiesa stessa fosse completamente morta, insieme al suo Signore nella tomba.
Questa morte liturgica della Chiesa rivela quanto Cristo abbia “svuotato” se stesso della sua gloria, al fine di salvarci dai nostri peccati e di insegnare a noi chi siamo veramente.
La chiesa, poi, ritorna d’improvviso, gloriosamente, alla vita nella Veglia Pasquale. Nell’antichità la Veglia era celebrata nella notte profonda. Nell’oscurità, una singola scintilla scaturita dalla pietra focaia si spandeva in fiamme. E le fiamme si spargevano per tutta la chiesa. Se ci mettiamo in connessione mente e cuore con la liturgia della Chiesa in cui questi sacri misteri sono ri-presentati, allora, per mezzo della nostra “attiva recettività”, diventiamo partecipi dei misteri di salvezza della vita, morte e risurrezione di Cristo. Per essere iniziati a questa “attiva recettività” dobbiamo naturalmente essere membri battezzati della Chiesa e in stato di grazia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Davvero un bell'articolo sulla "sensi-bilità" della liturgia!

Caterina63 ha detto...

STUPENDO!!!!!
Grazie^__^

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