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martedì 29 giugno 2010

Le catene di San Pietro e l'unione tra Oriente ed Occidente

La festa dei Santi Pietro e Paolo, patroni di Roma, ci propone come lettura la pericope della prigionia e liberazione miracolosa del principe degli Apostoli.
Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui. In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere.
Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. L’angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva invece di avere una visione.
Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l’angelo si allontanò da lui.
Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva». (At 12)

Le catene che tennero prigioniero il primo Papa della Chiesa furono, secondo la tradizione, conservate dai cristiani di Gerusalemme. Secoli dopo esse furono donate dal Patriarca della città, Giovenale, all'imperatrice Elia Eudocia, pellegrina in Terra Santa dalla sede imperiale di Costantinopoli, dove risiedeva. La figlia di costei, Licinia Eudossia, moglie dell'imperatore Valentiniano III, ricevute le catene dalla madre, si affrettò a donarle a Leone Magno. Il Santo Padre le accostò alle catene utilizzate per la prigionia di San Pietro nel Carcere Mamertino dell'Urbe. Appena si toccarono le due catene si fusero per divenire una soltanto. A ricordo e celebrazione perpetua del miracolo, nel 442 d.C s'iniziarono i lavori per la costruzione della Basilica detta di San pietro in vincoli (in latino vincula=catene) che poggia su una presistente domus ecclesiae del III secolo.
I due "vincula" di Pietro, fusi ormai in un'unica inestricabile catena, sono tuttora conservati e visibili sotto l'altare della Basilica.

E' interessante il valore simbolico che possiamo notare nell'unione delle catene d'Oriente (Gerusalemme-Costantinopoli) e d'Occidente (Roma). Il giorno dei patroni di Roma (29 giugno) segna un momento ecumenico importante: la delegazione orientale visita il Papa e con lui partecipa alle celebrazioni liturgiche. La storia ci insegna che l'unione non avviene tra i fasti e i successi, ma tra le catene. Proprio ora, in questi tempi, le chiese divise d'Oriente e d'Occidente si stanno avvicinando - e voglia il cielo che messe a contatto diventino una!-.
Ma questi tempi, sono tempi di catene, di persecuzioni. Persecuzioni in Oriente (si pensi alle ristrettezze e torture inflitte ai cristiani in Medio Oriente, ai martiri della Turchia e degli altri paesi a maggioranza islamica), e adesso si vanno svelando anche le persecuzioni in Occidente (attacchi mediatici ben congegnati, vilipendi giustizialisti, veri e propri abusi di preti e vescovi indegni in combutta con poteri laici deviati). La storia ci insegna che solo quando Pietro è in catene si vede l'agire di Dio: perchè non paia che sono gli uomini a vincere, ma si colga la mano del Signore nell'opera.
Chissà che le sofferenze del tempo presente, alcune ahimè ben meritate, non portino come frutto l'unione delle Chiese, martoriate e avversate dal mondo, che potrà credere - però- solo quando vedrà l'unità tra i cristiani.

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