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domenica 25 luglio 2010

Lo stillicidio di critiche dei Lefebvriani al Concilio e al Papa studioso. Tanti, in casa Lefebvre, continuano a minare il cammino verso l'unità


(ASCA) - Roma, 24 lug - I lefebvriani non nascondono il loro scetticismo sul tema scelto da papa Benedetto XVI per il tradizionale incontro di fine estate con i propri ex-studenti a Castelgandolfo. Il cosiddetto 'Schuelerkreis' affrontera' quest'anno il tema dell'interpretazione del Concilio Vaticano II. Si tratta pero' di uno sforzo ''superfluo'', secondo i tradizionalisti legati alla messa tridentina, perche' - come scrive il portavoce abate Alain Lorans (nella foto), nel loro bollettino settimanale online - il Concilio non puo' essere la ''bussola'' per il cristianesimo del nostro tempo, in quanto ''volendosi aprire allo spirito del mondo moderno si e' posto sotto l'influenza di una forza di attrazione estranea alla Chiesa'' che, come un ''magnete'', gli ha reso impossibile di continuare a indicare la strada. Di qui il contrasto di interpretazioni e di letture del Concilio, inconciliabile - secondo i lefebvriani - con una fede che, come una bussola, dovrebbe ''fornire una informazione precisa e far tacere ogni discussione: ecco il nord e il resto e' superfluo''.

Evidentemente ci sono alcuni che preferiscono lo "status quo", non vogliono l'unità completa, che significa sottomissione vera e giuridica a Roma e fine della libertà gallicana a cui ormai sono abituati da decenni in nome della purezza della fede. Perchè altrimenti continuare a mettere mine sotto i passi del Papa, che tanto si sta spendendo per la causa dell'unità di tutti i cristiani? Questo è davvero difficile da capire. L'unica spiegazione è il desiderio di boicottare il dialogo e far fallire i negoziati per riportare la FSSPX e i suoi vescovi nella comunione visibile con la Chiesa di Roma.

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