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domenica 17 ottobre 2010

Angela Merkel dà finalmente ragione ad Angelo, il Card. Scola

Titoloni sui giornaloni: Angela Merkel non ha dubbi "Il modello multiculturale è fallito": Il modello multiculturale in Germania è fallito. La lapidaria affermazione, che sicuramente farà discutere, è della cancelliera tedesca, Angela Merkel. Così, per esempio, apre Repubblica. Ha parlato l'oracolo di Delfi, anzi di Berlin!
Sono anni e annorum che il buon Patriarca di Venezia, Angelo (anche lui, come Angela) ripete la stessa cosa in tutte le salse e in tutti i convegni: il multiculturalismo non è la soluzione alla situazione di multiculturalità, ci vuole il "meticciato" di civiltà e culture... Ma pochi lo ascoltano o fanno finta di non capire.
I cristiani non hanno paura delle culture che si incontrano e si fondono per via di immigrazione o globalizzazione. E' sempre stato così. E la Chiesa che è in giro da 2000 anni lo ha semplicemente visto con i suoi occhi e se lo ricorda. Quando 12 ebrei sono partiti dal loro paesello semitco e sono andati nel mondo greco, romano, persiano, indiano ecc., hanno trovato tante culture e civiltà e lì hanno seminato la fede, in mezzo alle diverse culture. La fede cristiana non livellava le differenze, ma teneva e faceva fiorire ciò che è buono e valido - sebbene diverso di volta in volta - e cercava di cambiare ciò che è contrario alla morale e al bene dell'uomo.  I cristiani non si distinguevano (e non si distinguono) per vestito, usi o costumi propri, diversi da quelli della gente del luogo: sanno "inculturarsi" e "assimilano". Lo ricordava già il buon Diogneto. Ma sanno anche assimilare, perchè mettono davanti a tutto la persona e la sua dignità, non il suo gruppo etnico, la sua provenienza o il suo retaggio. Questa apertura la può avere chi non ha timore di perdere la sua identità.
La Chiesa era già in Europa da parecchio quando sono arrivati i barbari e la civiltà romana si sbriciolava sotto i colpi dell'immigrazione violenta. Qualcuno si disperava, come Agostino, che solo dopo aver visto che la caduta di Roma non era la fine del mondo riprese speranza (anche se i vandali erano alle porte della sua cittadina...). Goti, ostrogoti, visigoti e longobardi, arrivati nelle terre occidentali, vi si sono trovati bene. E si fusero con la popolazione Romana, che già si era mischiata con i locali popoli gallici, ispanici, italici ecc.. E nacque l'Europa unita dai mattoni di differenze che si mischiano e dal cemento della fede.
L'Europa non è mai stata guidata dall'ideologia del multiculturalismo, neologismo per dire segregazione di una cultura dall'altra; vivere giustapposti per necessità, ma senza volersi conoscere e interagire. 
Tutto questo "multiculturalismo" porta all'unica, umana conseguenza: il conflitto culturale, la disintegrazione della società che non è più fondata su valori condivisi e sul riconoscere tutti i membri come "dei nostri". Ogni volta che culture diverse, costrette a vivere accanto, ma senza voler mischiarsi, entrano in contatto, ecco che sprizzano scintille. Non c'è che la via della conoscenza reciproca, dello scambio e del reciproco arricchimento. Chiaramente questo non vuol affatto dire diventare tutti musulmani, spettro che qualcuno agita per favorire la ghettizzazione. Vuol dire lasciare che le seconde generazioni di immigrati vivano secondo i valori (buoni) del luogo in cui sono nati. Ma vuol anche dire che la società più ampia sia aperta a ricevere i valori (buoni) che le famiglie di altre culture recano con sè come tesoro, valori che - forse - in occidente son diventati merce rara...inghiottita dal mito della libertà a tutti i costi. In campo religioso vuol dire, per es., dare la possibilità ai musulmani di convertirsi al cristianesimo (visto che i cristiani la libertà di apostatare già ce l'hanno) e allora, su una base di pari opportunità si può convivere, e col tempo si potrà anche vedere quale religione è più attraente. Al Sinodo sul Medio Oriente in corso in questi giorni a Roma vi è più di un grido di richiesta in tal senso. 
Non c'è altra via: ha ragione Angelo Scola. O diventiamo tutti meticci, e imparentati, o saranno guerre. Il Cardinale di Venezia già da parecchio, come dicevo, predica come un san Giovanni nel deserto. Leggete qua, a titolo di esempio "storico" questa agenzia del 2007: altro che scoperta di Angela, è tutta farina di Angelo!

ASCA - giovedì 21 giugno 2007
Immigrati: Patriarca Scola, multiculturalismo non è buona soluzione
Venezia - ''Il multiculturalismo non è una buona soluzione''. Lo ha detto il patriarca di Venezia, Angelo Scola, intervenendo a conclusione del convegno di ''Oasis'' a Venezia, osservando che ''le parole sono fatte per dire le cose''. Scola ha aggiunto che ''è assurdo e anti-umano'' operare, anche in questo modo, ''contro il disegno di Dio'', giustapponendo popolo a popolo all'interno dello stesso Paese. Il cardinale preferisce la prospettiva del meticciato di civiltà e di culture, una categoria ''alla quale subordinare le altre (interculturalità, integrazione, identità, dialogo) e non viceversa''. Riflettendo, al riguardo, sull'esperienza del Messico, Scola si è chiesto: ''Il cristianesimo deve forse temere la fusione di razze e di popoli che è passata attraverso la generazione di persone da genitori di popoli diversi?''.


Il modello del meticciato in una immagine che vale 10.000 parole? Eccola qua, l'avete vista milioni di volte, ma forse senza leggere bene. Riprovate:

5 commenti:

Ben ha detto...

Non mi piace la parola meticciato, la trovo esteticamente orribile. Però, al di là della parola in sè - si può bandire una gara a premi per trovarne una più bella? - il concetto è molto importante. Mi ha molto colpito la visita del Papa in Inghilterra: in moltissimi commenti è stato messo in risalto come, ad accogliere il Papa, ci fosse una folla multicolore, e che questa era la cosa che risaltava di più: tutte le età, tutte le razze...

A.R. ha detto...

Concordo sull'estetica del vocabolo, ma per ora è quello che si è imposto, provenendo dall'America Latina dove, avendone una grande esperienza diretta, hanno coniato la parola mestizaje, incontro biologico e culturale di etnie diverse.
Per quanto riguarda l'Inghilterra, che è uno dei paesi a più alto tasso di separazione multiculturale, è evidente che sperimentare una aggregazione religiosa che non solo non è nazionale, ma è interetnica, multirazziale per principio fa impressione. Gli inglesi non ci sono abituati. Le chiese protestanti per soli neri sono una cosa ancora normale, sia in Gran Bretagna che in America. Per questo la Chiesa cattolica non deve cedere sulla liturgia comune, sulla territorialità della parrocchia e non andare verso derive tipo "parrocchie personali" o di elezione. In alcuni casi, dati dal fatto di essere orientali o di altro rito può essere giustificato. Ma non in base a differenze linguistiche o etniche all'interno dello stesso territorio (come purtroppo inizia a succedere in molti luoghi, non per motivi religiosi, ma per motivi sociali e anche di emarginazione degli immigrati cattolici da parte delle parrocchie italiane)

Anonimo ha detto...

Il rischio del "meticciato", secondo me, è quello che giustamente avete anche voi sottolineato, al fine di scongiurarlo: "La fede cristiana non livellava le differenze". Oggi la religione cristiana e in particolare quella cattolica, non nascondiamoci dietro un dito, è diventata per il 90% del popolo (compresi coloro che ogni domenica sono in chiesa e in primo banco) una delle possibili scelte per giungere alla salvezza dell'anima.
Se parliamo di meticciato di culture e di popoli (cosa buona in sè, perché forse è l'unica possibile nel nostro mondo globalizzato) è sottointeso anche meticciato di religioni. Allora bisogna stare in guardia, e osservare chi è che si amalgama con i cristiani, che intenzioni ha: e le intenzioni sono ben chiare, lo abbiamo ascoltato da Gheddafi. E lo vediamo sempre di più negli atti di intolleranza anti-cattolica dei cosiddetti "laici"; cosiddetti perché, se fossero laici sul serio, si distaccherebbero da tutte le religioni indistintamente, invece sembrano avercela per lo più con quella più disposta al "meticciato".

A.R. ha detto...

Nel campo religioso le cose non funzionano così. Pensiamo al paganesimo, ubiquitario nell'impero romano: sparito in poco più di 4 secoli di evangelizzazione. Nonostante le persecuzioni, i martiri, anzi, proprio grazie a questi. Il cristianesimo non ha bisogno di protezioni legali. L'Islam sì. Ed è la sua debolezza. Dove c'è libertà di scelta l'Islam non attecchisce e dissecca. La legge del meticciato indica anche che nei cromosomi culturali che si incontrano ci sono "geni" più forti e altri che cedono il passo. Non per imposizione, ma per natura. Se i cristiani non avranno paura, neanche del martirio, continueranno a seminare - come hanno sempre fatto - la fede di Cristo. In qualunque ambiente culturale o sociale o etnico.

Ben ha detto...

"Se i cristiani non avranno paura, neanche del martirio, continueranno a seminare - come hanno sempre fatto - la fede di Cristo."
Signore dacci tu la forza, perchè noi siamo solo mezze calzette... Amen!

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