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venerdì 13 gennaio 2012

E Magister suona la carica contro la "liturgia neocatecumenale"

Il card. Ratzinger mentre celebra la messa neocatecumenale
Potete leggere  l'articolo di Sandro Magister che conferma i timori ormai ben diffusi a vari livelli della Chiesa: i fondatori del Cammino Neocatecumenale stanno aspettando per il 20 gennaio una specie di approvazione vaticana alle loro inventive liturgie. L'articolo espone quattro elementi di particolare criticità: 
"Le messe delle comunità neocatecumenali si distinguono da sempre per almeno quattro elementi.
1. Vengono celebrate in gruppi ristretti, corrispondenti ai diversi stadi di avanzamento nel percorso catechetico. Se in una parrocchia, ad esempio, le comunità neocatecumenali sono dodici, ciascuna a un diverso stadio, altrettante saranno le messe, celebrate in locali separati più o meno alla stessa ora, preferibilmente la sera del sabato.
2. L'ambiente e l'arredo ricalcano l'immagine del banchetto: una tavola con attorno i commensali seduti. Anche quando i neocatecumenali celebrano la messa non in una sala parrocchiale ma in una chiesa, l'altare lo ignorano. Collocano una tavola al centro e vi si siedono attorno in cerchio.
3. Le letture bibliche della messa sono precedute ciascuna da un'ampia "monizione" da parte dell'uno o dell'altro dei catechisti che guidano la comunità e sono seguite, specie dopo il Vangelo, dalle "risonanze", ossia dalle riflessioni personali di un ampio numero dei presenti. L'omelia del sacerdote si aggiunge alle "risonanze" senza distinguersi da esse.
4. La comunione avviene anch'essa riproducendo il modulo del banchetto. Il pane consacrato – un grosso pane azzimo di farina di frumento, per due terzi bianca e per un terzo integrale, preparato e cotto con le regole minuziose stabilite da Kiko – viene spezzato e distribuito ai presenti, che restano ai loro posti. A distribuzione ultimata, viene mangiato contemporaneamente da tutti, compreso il sacerdote. Successivamente, questi passa dall'uno all'altro con il calice del vino consacrato, al quale ciascuno beve.
Di particolarità ve ne sono anche altre, ma bastano queste quattro per capire quanta diversità di forma e di sostanza vi sia tra le messe dei neocatecumenali e quelle celebrate secondo le regole liturgiche generali. Una diversità sicuramente più forte di quella che intercorre tra le messe in rito romano antico e in rito moderno."
Chi conosce il movimento sa bene che le mode celebrative dei neocatecumenali sono parecchie, molte delle quali vengono in realtà a interpretare con spirito intraprendente le rubriche e le norme molto larghe della Messa di Paolo VI. Faccio solo qualche esempio: le monizioni, che Magister stimmatizza, sono in realtà previste, oltre che dall'Ordinamento generale del Messale Romano, anche dal num. 15 e 42 dei praenotanda del Lezionario attuale che spiega: 
15. Nella liturgia della Parola si possono premettere alle letture, e specialmente alla prima di esse, delle brevi e opportune monizioni. Si deve porre attenzione al genere letterario di queste monizioni: devono essere semplici, fedeli al testo, brevi, ben preparate e variamente intonate al testo a cui devono servire come introduzione.
42. Spetta a colui che presiede introdurre talvolta i fedeli alla liturgia della Parola con opportune monizioni prima che vengano proclamate le letture.
Queste monizioni possono aiutare l'assemblea a un migliore ascolto della parola di Dio, suscitando in essi un atteggiamento di fede e di recettività volenterosa. Il compito delle monizioni può essere però affidato anche ad altri, per esempio al diacono o al commentatore
La brevità, ovviamente, è relativa e ognuno la percepisce come vuole. E lo stesso la "preparazione".
Invece, lo stesso testo, sconsiglia la prassi neocatecumenale per cui, letture, canti, chiacchiere e quant'altro nella prima parte dell'Eucaristia, tutto si svolge dall'ambone (cf. num. 33):
Poiché l'ambone è il luogo dal quale viene proclamata dai ministri la parola di Dio, deve essere riservato, per sua natura, alle letture, al salmo responsoriale e al preconio pasquale. Si possono tuttavia proferire dall'ambone l'omelia e la preghiera dei fedeli, data la strettissima relazione di queste parti con tutta la liturgia della Parola. È invece meno opportuno che salgano all'ambone altre persone, per esempio il commentatore, il cantore o l'animatore del canto
Ma come si vede non si dice "è da evitare", "non si faccia"; solamente, e in maniera blanda, viene asserito che "è meno opportuno". E si sa quanto conti l'opportunità. Non è così, invece, per le interminabili "risonanze" che tengono il posto di tante omelie fatte da laici, e a volte sono chiacchiere a ruota libera su se stessi. Ma, come ricorda la famosa lettera del Card. Arinze ai fondatori del Neocatecumenato (inviata nel 2005), l'istruzione del 1997 Ecclesia de Mysterio, forniva una specie di spiraglio per far rientrare anche queste "risonanze", camuffate da testimonianze e allargando un tantino le "particolari giornate" ad ogni domenica:
art. 3 § 2 - “È lecita la proposta di una breve didascalia per favorire la maggior comprensione della liturgia che viene celebrata e anche, eccezionalmente, qualche eventuale testimonianza sempre adeguata alle norme liturgiche e offerta in occasione di liturgie eucaristiche celebrate in particolari giornate (giornata del seminario o del malato, ecc.) se ritenuta oggettivamente conveniente, come illustrativa dell’omelia regolarmente pronunciata dal sacerdote celebrante. Queste didascalie e testimonianze non devono assumere caratteristiche tali da poter essere confuse con l’omelia”.

§3 - “La possibilità del ‘dialogo’ nell’omelia (cfr. Directorium de Missis cum Pueris, n. 48) può essere, talvolta, prudentemente usata dal ministro celebrante come mezzo espositivo, con il quale non si delega ad altri il dovere della predicazione”.
Sullo scambio della pace, premesso alla presentazione dei doni, non c'è niente da dire. La lettera stabilisce:
4. Sullo scambio della pace, si concede che il Cammino Neocatecumenale possa usufruire dell’indulto già concesso, fino ad ulteriore disposizione.
Adesso sta arrivando "l'ulteriore disposizione"....

Il Pane, dice la normativa canonica, basta che sia azzimo e di frumento. L'uso delle particole invece dell'unica focacciona spezzettata che fa briciole dappertutto è semplicemente "non escluso" per buon senso, ma non si dice altro. Non c'è nessuna norma che impedisca di "fare il pane in casa",. Anzi, ci sono - nei principi e norme del Messale - queste precisazioni, che esortano a condividere "l'unico" pane:
72...3) Mediante la frazione del pane e per mezzo della Comunione i fedeli, benché molti, si cibano del Corpo del Signore dall'unico pane e ricevono il suo Sangue dall'unico calice, allo stesso modo con il quale gli Apostoli li hanno ricevuti dalle mani di Cristo stesso.
E altrove si specifica che, in certi casi - come la comunione per intinzione - , il pane per l'eucaristia sia più corposo del solito (presupponendo quindi che venga confezionato all'occasione). Ma se si può fare per la comunione per intinzione un tale pane, chi impedisce che si faccia sempre? Non si sa mai che il prete voglia "intingere"....
285 b) se si fa per intinzione, ostie né troppo sottili né troppo piccole, ma un poco più consistenti del solito, perché si possano convenientemente distribuire, dopo averle intinte parzialmente nel Sangue del Signore.
Infatti c'è poi questa norma chiarissima del Messale, che vi riporto sotto. Indubbiamente pare deporre a favore della focacciona neocatecumenale. La forma è sempre circolare, il diametro non è specificato! Le ostie piccole sono "tollerate" ma è meglio fare l'ostia unica e grossa, sostanziosa. Pazienza per le briciole di Gesù:
321. La natura di segno esige che la materia della celebrazione eucaristica si presenti veramente come cibo. Conviene quindi che il pane eucaristico, sebbene azzimo e confezionato nella forma tradizionale, sia fatto in modo che il sacerdote nella Messa celebrata con il popolo possa spezzare davvero l'ostia in più parti e distribuirle almeno ad alcuni dei fedeli [perché solo alcuni? meglio tutti]. Le ostie piccole non sono comunque affatto escluse, quando il numero dei comunicandi o altre ragioni pastorali lo esigano. Il gesto della frazione del pane, con cui l'Eucaristia veniva semplicemente designata nel tempo apostolico, manifesterà sempre più la forza e l'importanza del segno dell' unità di tutti in un unico pane e del segno della carità, per il fatto che un unico pane è distribuito tra i fratelli.
Vorrei far riflettere, a proposito della frazione del pane, che anche gli Orientali usano vero pane, in tutto uguale a quello che si mette a tavola, ma non si sognerebbero mai di spezzettarlo, dopo la consacrazione, in tanti pezzettini. Lo fanno prima, nella cosiddetta preparazione della Sinassi eucaristica, tra incenso e preghiere: preparano accuratamente il "pane spezzato". Ci mostrano così che già la Chiesa antica, pur non rinunciando all'unico pane, ha già trovato un modo più adatto per maneggiarlo.

E per quanto concerne la distribuzione dell'Eucaristia, la lettera di Arinze diceva:
5. Sul modo di ricevere la Santa Comunione, si dà al Cammino Neocatecumenale un tempo di transizione (non più di due anni) per passare dal modo invalso nelle sue comunità di ricevere la Santa Comunione (seduti, uso di una mensa addobbata posta al centro della chiesa invece dell’altare dedicato in presbiterio) al modo normale per tutta la Chiesa di ricevere la Santa Comunione. Ciò significa che il Cammino Neocatecumenale deve camminare verso il modo previsto nei libri liturgici per la distribuzione del Corpo e del Sangue di Cristo.
Ma cosa stabiliscono i "libri liturgici"? Senza dubbio non prevedono che si riceva la comunione stando seduti. Questa è un'aberrazione oscena che è stata  eliminata (si spera) ovunque. Ma, visto che i neocatecumentali celebrano più spesso in sale e salette e non in chiesa, la mensa quadrata e addobbata rimane, e lo si chiama nei libri liturgici "altare portatile". Per quanto riguardo il modo "normale" di ricevere l'eucaristia, c'è davvero?
Leggiamo cosa indicano, con molto spazio per l'interpretazione personale, le norme del Messale:
160. Poi il sacerdote prende la patena o la pisside e si reca dai comunicandi, che normalmente si avvicinano processionalmente. [il sacerdote va ai comunicandi, e se serve questi si avvicinano processionalmente. Ma le comunità sono di piccolo numero, quindi con due passi il sacerdote arriva ai comunicandi...]
Non è permesso ai fedeli prendere da se stessi il pane consacrato o il sacro calice, tanto meno passarselo di mano in mano [e anche questo abuso neocatecumenale è stato corretto]. I fedeli si comunicano in ginocchio o in piedi [come fanno i neocatecumenali: in piedi e - aggiungono - al proprio posto, tanto è il sacerdote che si reca dai comunicandi], come stabilito dalla Conferenza Episcopale. Quando però si comunicano stando in piedi, si raccomanda che, prima di ricevere il Sacramento, facciano la debita riverenza, da stabilire dalle stesse norme.
Ovviamente non si dice nella norma soprastante perchè il sacerdote NON DEVE andare NORMALMENTE direttamente dai singoli, ma DEVE aspettare che essi si avvicinino a lui. Semplicemente perché egli NON PUO' sapere chi sia nelle disposizioni adatte a ricevere l'eucaristia. E così finisce per darla a tutti!

Non parliamo poi dei canti "ululati" neocatecumenali, tutti rigidamente accompagnati da chitarre gitane e composti dal grande fondatore (pensate siano "approvati dall'autorità ecclesiastica competente"???). Cambiano le lingue, nei differenti paesi, ma la musica è la stessa: ottimo esempio di mancata inculturazione. In realtà - paradossalmente - tutta la liturgia neocatecumenale è rigidissima e identica nelle comunità di ogni paese del mondo. E' una bandiera identitaria che dice implicitamente: "noi non siamo come gli altri cristiani, e diamo l'esempio di come tutti dovrebbero fare". Non è questione di gusti, è un rito alternativo sbocciato dal rito romano moderno, potremmo chiamarlo "rito romano-neocatecumenale".
Adesso costruiscono anche le loro "aule liturgiche" tutte modellate dall'artista fondatore e tutte adornate con le "icone" del suo stile... Simboli e riti definiscono una chiesa sempre più "particolare" e distinta dalla chiesa locale. Un'eventuale nuova approvazione sancirebbe questo dato di fatto: piaccia o non piaccia.

Aspettiamo e vediamo. Particolarità liturgiche e indulti possono essere concessi, all'interno dell'unico rito romano, e il Papa può autorizzarli. Ma se si concedono ad un gruppo, ecco che altri diranno: " e a me no?" e inizieranno a chiedere chi questo, chi quello. Il rito romano attuale è già tanto disgregato e sottoposto a forze centrifughe (dette "legittimi adattamenti"). Questi sono altri passi che portano, inevitabilmente, ad una liquefazione progressiva dell'unità del rito romano, che ha sempre meno forza di coesione interna.

24 commenti:

Anonimo ha detto...

...io celebro per le comunità e quanto riportato in questo articolo non corrisponde all'esperienza che ho io... poi certo non posso elevarmi al livello di chi può saperne più di me, ma tengo solo a dire che la mia esperienza è molto diversa da quanto riferito in questo articolo..se poi la Chiesa, il Papa, ritiene di ratificare una liturgia erroneamente definita 'neocateucmenale', ma semplicemente in obbedienza alal Chiesa e a quanto richiesto nel passato dal card. Arinze non vedo il problema.. tutto lì... poi ripeto e sottolineo che affermo ciò in riferimento alla mia esperienza...

Anonimo ha detto...

Non riesco proprio a comprendere perchè si faccia finta di nulla! Già anni fa il ben noto e assai grande teologo passionista p. Enrico Zoffoli (Pontificia Università Lateranense e Ponticia Accademia di San Tommaso)aveva denunciato in tantissime opere a carattere scientifico, le ERESIE del movimento neocatecumenale. Possibile che mai nessuno, ai vertici della Chiesa, si sia mai preso la briga di ascoltare questo sacerdote così inascoltato, e non si sia mai preso a cuore l'intera questione che è di una gravità inaudita? I testi di p. Zoffoli sono facilmente reperibili. P. Zoffoli scrisse diverse pubblicazioni con la casa editrice SEGNO di Udine!

donline ha detto...

Come si può notare dal documentario recentemente trasmesso dalla RAI, i neocat fanno la comunione SEDUTI. In pratica, ricevono il corpo del Signore tra le mani, stando in piedi. Ultimata la distribuzione il sacerdote prende anch'egli il Corpo di Cristo. Siede, e tutti insieme mangiano... http://www.gloria.tv/?media=241812
Oltretutto, già dal Concilio di Nicea è noto che la comunione del prete celebrante è distinta da quella dei diaconi e dei fedeli.

Anonimo ha detto...

Quello che dice il Signor S. Magister è falso VI INVITO A DIFFIDARE NETTAMENTE DA QUANTO HA SCRITTO NEL SUO BLOG.
Spero che presto faccia ammenda e chieda scusa per la pessima informazione che ha fornito,come ha già fatto in passato,rimangiandosi tutto.Il Sig.Magister non si distingue in quanto a obiettività e equilibrio nei confronti del Cammino Neocatecumenale,non gli piaciamo e non perde occasione per dimostracelo.Ma i fatti stanno diversamente da come li presenta lui.In quanto Vaticanista dovrebbe sapere che le bugie sono peccato mortale.

Le celebrazioni delle Comunità Neocatecumenali non sono altro che la Messa approvata da Papa Paolo VI NEL 1969 CON ADATTAMENTI PERMESSI DALLA CONG.PER IL CULTO DIVINO che questa approvazione del 20 gennaio RIBADIRA'.Anche le informazioni che qualcuno riporta anche su questo blog sono PALESEMENTE FALSE!!

E' FALSO CHE IL PANE AZZIMO VENGA FATTO MESCOLANDO FARINA BIANCA CON QUELLA INTEGRALE come dice erroneamente Magister.

Inoltre vorrei dire che Donline SI SBAGLIA la comunione nelle celebrazioni del Cammino SI FA IN PIEDI COME PREVISTO DALLO STATUTO art.13.Forse Don line fa confusione tra comunione e MANDUCAZIONE.La manducazione si può fare anche seduti.Il pane azzimo richiede una manducazione più lenta ed elaborata perchè non è come la comune Ostia sottile che si scioglie in bocca.Bisogna masticare bene e questo richiede qualche minuto.la si può fare anche seduti senza macare di rispetto.Ma la comunione si fa in pedi e sul palmo della mano.Si informi mglio per favore.

All'anonimo che chiamava in causa Padre Enrico Zoffoli ricordo che i volumi analizzati dal teologo passionista negli anni novanta sono stati rivisti e analizzati ED APPROVATI dalla Cong.per la Dottrina della Fede nel periodo 1997-2003.NON SONO STATE RILEVATE ERESIE DI NESSUN GENERE.

Padre Zoffoli QUINDI SI SBAGLIAVA!Inoltre in quei libri esprimeva soltanto una semplice OPINIONE PERSONALE E
PRIVATA!Tale VA CONSIDERATA!Non ha quindi alcun valore probante NE' PUO' SOVVERTIRE LA BEN PIU' AUTOREVOLE ANALISI DELLA PREPOSTA CONGREGAZIONE,che ,ve lo ricordo,
in quegli anni,era presieduta da un certo Signore che risponde al Nome di J.Ratzinger.Le tesi di Zoffoli quindi non sono state confermete dai competenti organi Vaticani anzi semmai le hanno smentite.CHe fossero semplici OPINIONI PERSONALI Fu Zoffoli stesso a dirlo in una lettera di risposta inviata al Card.Ruini il quale lo aveva invitato a NON INTERVENIRE IN QUESTIONI CHE NON LO RIGUARDAVANO con queste parole:

"Per parte mia devo invitarla fermamente a non sostituirsi agli Organi competenti e a non emettere, sia pure con buone intenzioni, giudizi personali e prematuri su temi che riguardano l'ortodossia di realtà ecclesiali, o addirittura del Santo Padre".

Quindi per favore,infirmatevi meglio e facciamola finita con queste stupidaggini!Il Sig.Magister vuole alzare solo polvere.

Vincenzo ha detto...

Sono piuttosto in linea con l'Anonimo che scrive alle 6.38 del 13 Gennaio: non ho mai assistito a questo tipo di celebrazione nella mia parrocchia, dove vi è un gruppo di Neocatecumenali che, debbo dire, animano l'ultima Messa della Domenica in maniera fruttuosa.
Debbo però concludere che questo tipo di movimento -piuttosto chiuso e poco ecumenico: lo dico per esperienza diretta - non è fra i miei preferiti...
E la "nazionalizzazione" del rito di cui si parla nell'articolo mi sembra che vada proprio in una direzione settaria che non mi piace proprio...

ALESSIO ha detto...

mentre l'articolo di Sandro Magister eccelle per la totale difformità da quello che avviene durante le celebrazioni con le comunità neocatecumenali (farina integrale, risonanze cohe non si distinguono dall'omelia, ammonizioni fatte dai catechisti, seduti intorno al tavolo (quasi che avessimo i gomiti sopra....), ampio numero di risonanze, ecc... tutte imprecisioni che fanno di fatto ritenere assolutamente inattendibile tutto quanto da lui scritto) questo tread invece entra più nel vivo.

Monizioni: segnalerei lo statuto che descrive chiaramente, e che le concede a tutti coloro che hanno preparato sere prima; non solo ma essenzialmente non è altro che il rponunciamento di quello che solitamente potete tutti leggere nei fogliettini della Messa, anzi spesso nelle celebrazioni riprese in TV il commentatore fa proprio una monizione;
Risonanze: la risonanze è una esperineza personale, non certo una catechesi, in cui un fedele fa propria la Parola di Dio nella sua vita, e ne certifica a tutti l'efficacia.

Perchè sia chiaro che anche il Card. Arinze le riteneva possibili, invito l'autore di questo blog a leggersi l'intervista che egli rilascio a Radio vaticana, nei giorni seguenti dell'invio della lettera, di cui riporto uno stralcio relativo a questio 2 punti:
...Secondo: le ammonizioni previe alle letture si possono fare a condizione che siano brevi. Anche durante l’omelia, pronunciata sempre dal sacerdote o dal diacono, si può fare qualche intervento occasionale che sia breve e che non abbia apparenza di essere l’omelia. Anche questo si può accettare.

Quindi: anche questo si può accettare chiarsice il senso di questi richiami? credo proprio di sì.

Sulla Ricezione delle Specie Eucaristiche: la invito a rileggersi lo statuto definitivo, in cui si concede ai neocatecumeni di "ricevere" (e quindi ha perfettamente ragione l'anonimo che mi ha preceduto) il Corpo di Cristo al proprio posto, in piedi. Questo cambiamento (che comporta quindi l'alzarsi), ha di fatto ristabilito quanto da lei necessario: chi non si sente in Grazia di Dio, non si alza e il sacerdote passa oltre.

per quanto riguarda i canti, che lei definisce ululato, mi dispiace annunciarle che lo Statuto definitivo li chiama Innario, e che lo Statuto ci autorizza ad usarlo. Innario, altro che ululati.

Come vede, la mancanza di approfondimento sul CNC, di cui alche lei è stato affetto, le ha comportato errori di interpretazione dei fatti stessi.
ma ahimè è diventato lo sport del momento, sport che di fatto ha contribuito solo ad una approvazione così completa che tutte le altre realtà postconciliari si sognano.

Saluti, Alessio

Antonino ha detto...

per Alessio: non è lo statuto che può stabilire se i canti siano adatti. Forse non sapeva che toccherebbe alle Conferenze Episcopali di ogni paese dare l'approvazione ai canti detti: "altri canti adatti" nelle diverse lingue, in quanto tutti i testi liturgici devono essere approvati dall'autorità ecclesiastica, perché sia il testo, sia la musica siano adatti alla celebrazione. Ora nessuno può dubitare che la musica monoritmica delle comunità neocatecumenali non sia certo eccellente, ma questo - d'altra parte - è ormai malanno comune. Quello che è grave è anche l'aver inventato musiche per i testi del sacerdote, perfino per cantare il prefazione e le parole dell'istituzione. E' una cosa grave. Ci sono già le melodie (anche queste approvate) per il canto in italiano (e negli altri messali in altre lingue) a queste si deve stare. Invece i neocatecumenali attraverso l'uniformità musicale scavalcano i principi dell'adattamento della liturgia ai diversi popoli, lingue e territori, sostituendo anche così un loro modo peculiare di fare liturgia. Questo era in passato, prima della Riforma liturgica, avvenuto solo per indulto ai grandi ordini religiosi (in particolare i domenicani). Perchè non i sacerdoti neocatecumentali non usano cantare il rito romano con la musica che è propria e invece usano la musica del fondatore? L'innario non c'entra nulla.

Anonimo ha detto...

Per favore abbiate l'umiltà di non parlate di argomenti che non conoscete.Leggo i blog e trovo tanti liturgisti,teologi persone che vogliono emettere giudizi tranchat.Per favore lasciate fare alla Chiesa.fidatevi della Chiesa e del Papa.Per favore facciamola finita c'è tanto pressappochismo,superficialità.Lasciate fare a chi ne ha competenza!

Anonimo ha detto...

Sono Donline. Leggo un post che distingue ricezione da manducazione. Per certi aspetti comprensibile, ma diciamo le cose come stanno. PRIMA il corpo del Signore viene posto nelle mani dei fedeli, che lo ricevono stando in piedi. POI ricevuto il Corpo del Signore i fedeli si SIEDONO tenendolo tra le mani. POI quando tutti lo hanno ricevuto, anche il PRETE siede e tutti INSIEME mangiano il pane consacrato.
Se è comprensibile che la manducazione richieda del tempo, non si comprende il motivo per cui, in violazione delle regole liturgiche, il corpo del Signore venga trattenuto tra le mani per tutto il tempo necessario.

Anonimo ha detto...

No caro Donline le cose non stanno come descrive lei.Non so se lei abbia mai partecipato ad una celebrazione delle Comunità Neocatecumenali dopo il 2008.Il Corpo di Cristo viene distribuito sul palmo delle mani ai fedeli che restano al posto.Una volta ricevuto il Corpo di Cristo restano in piedi NON SI SEGGONO.Non so dove lei abbia visto ciò.Ieri sera anche la manducazione è avvenuta tutta in piedi.Non è esatto quanto lei riporta.Ci sediamo quando è il Sacerdote a sedersi e ci dice di sederci altrimenti restiamo in piedi anche durante la manducazione.Si attende che tutti abbiano ricevuto il Corpo di Cristo per comunicarci insieme e per lasciare che il Sacerdote pronunci la formula:"Il Corpo di Cristo ci custodisca per la vita eterna!E l'assemblea risponde :"Amen!Non capisco dove starebbe la violazione delle norme liturgiche??La pregi di illustrarmelo.Grazie

Anonimo ha detto...

Caro Donline dimenticavo di di dire che il trattenere il Corpo del Signore tra le mani è anche un atto di profonda adorazione molto bello.

Anonimo ha detto...

Sono Donline: Bello o non bello, la formula che lei cita, è quella della comunione del presbitero (che dai tempi antichi avviene prima di quella dei fedeli). Questa stessa formula è estesa alla comunione dei fedeli, nel caso del VIATICO. Quanto al modo, ecco la norma CEI: "15. Accanto all'uso della comunione sulla lingua, la Chiesa permette di dare l'eucaristia deponendola sulle mani dei fedeli protese entrambe verso il ministro, ad accogliere con riverenza e rispetto il corpo di Cristo. I fedeli sono liberi di scegliere tra i due modi ammessi. Chi la riceverà sulle mani la porterà alla bocca davanti al ministro o appena spostandosi di lato per consentire al fedele che segue di avanzare". INSOMMA, non c'è traccia di riferimenti alla comunione mangiata in SIMULTANEA, anzi, il contrario. Non mi risulta che questa simultaneità sia mai stata presente in nessun rito cristiano. Inoltre il video della celebrazione alla Domus Galileae parla da solo (minuto 5.50) http://www.gloria.tv/?media=241812

cesare ha detto...

Soffrendo d'insonnia qualche tempo fa accendevo di di notte Radiomaria e mi capitava di ascoltare degli strani canti urlati da una voce maschile sgraziata con un forte accento spagnolo e con un testo sgangherato senza metrica n'è armonia n'è ritmo ma accompagnata da quelle che sembravano una decina di chitarre che suonavano in tono monocorde ripetuto come dei tamburi africani: una sensazione cupa di cerimonie notturne alla luce di fiaccole,mi pareva che così dovessero essere ile adunate notturne dei nazisti. Chiarisco: non dico che fossero nazisti,chiunque fossero,ma la sensazione sgradevole e cupa di un canto di massa ritmato ossessivamente quel deum deum di tutte quelle chitarre e i flauti: qualcosa di primitivo,di pagano,di orrendo,e quella voci accia gracchiante senza le doppie o le doppie dove non c'entravano. Dopo

cesare ha detto...

Continuo da prima: .. Dopo di so tempo ho scoperto di che si trattava, era il famoso Kiko Arguello in una delle sue cerimonie

cesare ha detto...

Mi dispiace l'ipad

Anonimo ha detto...

Egregio Donline a parte che mi sembra una questione di lana caprina ma poi,le ripeto,
questa prassi si usa per comunicarci tutti insieme ma insieme intendevo i fedeli.Il Corpo di Cristo resta sul palmo delle mani proprio per attendere che tutti abbiano il Corpo di Cristo e il Presbitero si possa comunicare per primo.

La precrizione di comunicarsi davanti al Sacerdote è prescritta per evitare sacrilegi da parte di satanisti etc.Ma il Sacerdote conosce bene i fedeli che partecipano alle celebrazioni del Cammino.Non sono persone sconosciute come in certi casi delle altre Messe.Non c'è quindi pericolo di sacrilegio.

Il Sacerdote può deporre la Sacra Specie con tutta tranquillità avendo la certezza che non sarà oggetto di abusi o sacrilegi.La Sacrosantum Concilium dice che i sacramenti sono per la santificazione dell'uomo quindi eviterei legalismi pretestuosi.

In ogni caso,come ho detto, proprio per permettere al Presbitero di comunicarsi prima di tutti che si attende e non ci si comunica subito.Infatti il Presbitero distribuisce il Corpo di Cristo a tutti i fedeli e poi si comunica dicendo:"Il Corpo di Cristo ci custodisca per la vita eterna"etc.Dopo tutti i fedeli si comunicano contemporaneamente.Con il calice avviene diversamente,beve prima il Presbitero poi lo si distribuisce ai fedeli.
Tra l'altro il Card.Canizares Llovera,Prefetto della Cong.per il Culto divino,ha adottato questo modo nella sua celebrazione tenuta a Porto San Giorgio(Fm)con gli iniziatori del Cammino.Ne è quindi al corrente!Se va sul sito del Cammino www.camminoneocatecumenale.it ci dovrebbe essere il filmato.

Non è neanche esatto dire che non c'è traccia di comunioni simultanee.Se consulta il sirto del Domenicano Don Angelo Abellon vedrà che fino al quinto secolo nella Diocesi di Roma c'era un modo di comunicarsi simile a quello adoperato dalle comunità neocatecumenali.Il Presbitero si recava dai fedeli che restavano a posto.Se faceva così è verosimile che facesse come si fa nelle Comunità Neocatecumenali cioè
distribuisse prima a tutti poi mangiasse e tutti dopo di lui insieme.tenga presente che il Pane azzimo è più spesso e ,come ho detto,
necessita di manducazione lenta.

In un certo senso anche nel Rito Tridentino è il Sacerdote a recarsi dai fedeli in ginocchio alla balaustra e non il contrario.perchè poi il filmato della Domus parlerebbe da solo?Può stare tranquillo che quanto facciamo è autorizzato dalla Congregazione per il Culto Divino e l'approvazione di venerdì prossimo lo ribadirà definitivamente.Spero di sbagliarmi ma ho la sensazione che lei sia alla ricerca di argomenti pretestuosi e di fare polemica.
Se sta facendo ciò mi dispiace molto!

Non penso sia veramente importante se la comunione si faccia contemporaneamente o a distanza di pochi secondi?Su una cosa può essere certo che la Congregazione approva e permette quanto si fa nelle celebrazioni del Cammino.Venerdi se ne renderà conto!



. Non mi risulta che questa simultaneità sia mai stata presente in nessun rito cristiano. Inoltre il video della celebrazione alla Domus Galileae parla da solo (minuto 5.50) http://www.gloria.tv/?media=241812
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Testo preso da: E Magister suona la carica contro la "liturgia neocatecumenale" http://www.cantualeantonianum.com/2012/01/e-magister-suona-la-carica-contro-la.html#ixzz1jdd5I9C6
http://www.cantualeantonianum.com

donline ha detto...

Egregio anonimo, abbia pazienza, ma non sono certo io che accampo argomenti pretestuosi. Se arriverà l'approvazione, avrete un rito approvato. Senza questa approvazione, il rito non è approvato. Non conosco don Abellon, il quale comunque non conferma nulla. Qui la questione non è se il prete va verso i fedeli o i fedeli vanno verso il prete. Ma sul fatto che fate la comunione stando SEDUTI. Inoltre non c'è traccia nei documenti della Chiesa sul rapporto fiduciario tra prete e fedeli. Abbia pazienza, ma queste non sono polemiche e non sono neppure pretesti. Inoltre è lei stesso che dice che non è importante se la comunione si fa contemporaneamente o distanza di secondi. Oltretutto: nel momento che segna la nostra più alta partecipazione al mistero di Cristo e della Chiesa, perché non adeguarsi anche nel modo, a quello che è comune a tutti? Non sono sofisticherie. Non abbiamo niente di più grande in questo mondo della Santa Comunione. Venerdì avrete forse una approvazione dell'Autorità ecclesiastica (l'unica titolata a modificare i riti). Fino ad ora la vostra modalità non è conforme. Potrei dirle che sarei perfino contento che vi approvassero il rito, così smettereste di celebrare secondo un rito non approvato...

Anonimo ha detto...

Invece si caro Donline,magari mi sbaglio,ma lei sembra proprio quel genere di persone alla ricerca di argomenti pretestuosi per fare polemica.Le consiglio la lettura del sito www.amicidomenicani.it troverà questa descrizione del V secolo.Senza nulla togliere a lei il problema è che con internet tutti si sentono in grado di fare i liturgisti,teologi,
storici della Chiesa e vorrebbero correggere questi e quello.Ma le ripeto i Sacramenti sono per la santificazione dell'uomo più che una serie di norme da rispettare.cn questo non voglio incoraggiare l'anarchia liturgica.Quello che conta è il bene delle anime.Se ci mettiamo con le regolette in mano a fare i censori non sono così certo che facciamo il bene di nessuno.

E' inutile che ripete che facciamo la comunione
seduti PERCHE' CIO' E' FALSO non è la verità.Se vuole sincerarsene vada ad una celebrazione del sabato sera è aperta a tutti così si convincerà.

Lei è tra quelli che vuole dire al Cammino cosa fare o non fare,che vuole spaccare il capello in cerca di irregolarità da sanzionare.Lo ripeto il Card.Canizares Llovera e il Papa stesso da Cardinale hanno celebrato in questo modo senza eccepire nulla per quanto io ne sappia.

Mi corregga se sbaglio ma esistono gli Organi Vaticani deputati a questo invece tutti si sentono in dovere di dire la propria non so con quanta competenza.Le consiglio di aspettare il 20 gennaio e credo si chiarirà ogni dubbio.Mi risulta che la Congregazione sarà estremamente precisa e chiara in modo da evitare future polemiche.Spero che le sarà sufficiente!Una sola preghiera le rivolgo:Basta parlare di cose che non si conoscono.Distinti saluti.

Donline ha detto...

Non è mia consuetudine dilungarmi in questo genere di dibattiti tra anonimi. Mi spiace registrare che non ha neppure letto quanto ho scritto. Io non voglio dire al Cammino che cosa deve o non deve fare. Posso dire che il modo in cui attualmente vi accostate alla Comunione non è quello descritto nel Messale Romano. Con buona pace di amicidomenicani... Come le ho scritto e come non ha letto, le auguro di cuore che la Santa Sede approvi, così sarete dentro alle regole. Non mi parli di regolette!!! Finché vi sedete tenendo in mano il pane eucaristico e aspettate a mangiarlo tutti insieme, (ED E' QUELLO CHE SI FA NELLA DOMUS GALILEAE), non rispettate le norme liturgiche. Se queste sono regolette, vedetevela voi. Stia in pace, che non le risponderò più, tanto è evidente che non serve. Chiedo scusa a padre Alessandro per aver trascinato questo discorso... Non c'è peggior sordo...

franciscus cantor ha detto...

Il sinedrio disse al cieco guarito da Gesù: come può un peccatore operare prodigi? E il cieco rispose: se sia un peccatore non lo so, ma so una cosa: ero cieco e ora ci vedo.
Se il CNC non fosse da Dio come potrebbe aver prodotto tanti frutti di santità? Se la liturgia NC fosse tutta un abuso (come sostengono alcuni) come si spiega che sia davvero per tanti fonte e culmine della vita cristiana?

Giacomo Andrini ha detto...

Chi decide i frutti fratello Franciscus? Tu? Io? o la Santa Chiesa intera, guidata dai vescovi e dal Papa?
Ricordati che anche per Lutero usarono le stesse parole. Ed era proprio un cieco che fece cadere mezza cristianità nel fosso.
Ricorda che anche Satana si traveste da Angelo di Luce. Non basta vedere l'angelo di luce per essere sicuri che sia da Dio...
Bisogna chiedere alla Chiesa, non ai tanti che "sentono" quello che sentono.

Pietro Filippini ha detto...

Beato lui, il Dr. Magister, che ne sa più della Congregazione per la dottrina della fede (ex Santo Uffizio), della Congregazione per la Sacra Liturgia, del Papa stesso. E' lui, e solo lui, il Dr. Magister che può parlare "ex cathedra"!!!

Anonimo ha detto...

Il sign. Magister ha poco di "Magister"....

Anonimo ha detto...

Vorrei chiarire una questione circa il pane azzimo, non è affatto ammesso consacrare il pane anche se azzimo a norma della Istruzione Actio Pastoralis al n° 10, la quale richiede che si usi per le messe in piccole comunità il pane azzimo, confezionato come si usa per le altre messe del Rito Latino, quindi, non essendoci postuma a questa una norma che autorizzi l'uso della pagnotta confezionata dai Neo Catecumeni, non si può usare. Il testo in Latino dell'Istruzione Actio pastoralis si può trovare sul sito del Vaticano, cercando tra gli Acta Apostolicae Sedis del 1969. Grazie

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