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martedì 5 giugno 2012

L'effetto del Gregoriano, un esempio dalla Messa del Papa a Milano

Una folla enorme assiepata attorno al "palco" allestito come un gigantesco abside basilicale e il canto dell'introito gregoriano accarezza le menti di tutti. Non esalta una "massa" a ritmare canzoni con battimani, non spinge a seguire il "beat", eppure unisce veramente le anime in una sola assemblea orante, radunata dalla Trinità, che viene invocata attraverso le voci della Schola. Fulvio Rampi e i suoi magnifici Cantori Gregoriani fanno ciò che devono: offrire il proprio ministero dell'intepretazione canora alla Parola ispirata che, per mezzo di loro, viene donata come preghiera e riverbera in tutti i presenti, segnando un'atmosfera sacra, costruendo una cattedrale spirituale lì dove poco prima c'era solo un prato formicolante di persone. La melodia e le parole, fuse nel canto gregoriano, pongono quiete nella folla elettrizzata e festante per la presenza del Papa, le bandiere sventolanti si fermano, gli striscioni si ripiegano, si apre una porta sul Mistero. Il Canto gregoriano, come suo principale effetto - e lo si vede bene nella celebrazione milanese di domenica scorsa - ha il merito di impedire che i sentimenti soggettivi abbiano il sopravvento, che si crei intorno alla persona del Pontefice la tensione tipica da concerto di una pop-star. No, il centro è il Signore: e il canto Gregoriano - che estranea dalla situazione presente, per trasportarti al cospetto della maestà divina - è lì per fare il suo dovere. Papa Benedetto lo sa, e per questo insiste per averlo: anche all'aperto, in mezzo al prato, anche con un milione di fedeli venuti apposta per lui. E lui cerca di portarli a Gesù. Anche con la musica. 
Rivediamo e riascoltiamo l'inizio della celebrazione:

Benedicta sit sancta Trinitas, atque indivisa Unitas: confitebimur ei, quia fecit nobiscum misericordiam suam.
V. Domine Dominus noster,* quam admirabile est nomen tuum in universa terra!
V. Gloria Patri, et Filio, et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio, et nunc, et semper, et in saecula saeculorum. Amen.

Sia benedetta la Santa Trinità e indivisa Unità: glorifichiamola, perché ha fatto brillare in noi la sua misericordia. (Tob 12,6)
Sal 8,2 - O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra. Gloria al Padre…

2 commenti:

Anonimo ha detto...

all'ottimo commento aggiungo solo quanto sagge fossero le prescrizioni "preconciliari" che richiedevano la schermatura della schola che non doveva esser visibile........perchè nella liturgia tutto deve portare a concentrarci solo ed esclusivamente su Dio.

raffaele ha detto...

Ero presente a Bresso e confermo pienamente quanto scritto in questo post. Il canto gregoriano si sentiva chiaro e pulito e ha consentito un clima di vero raccoglimento.

Posso dire che, come volontario, fino ai 10 minuti prima della Messa non c'era un buon clima: i fedeli continuavano ad arrivare e molti cercavano con tutti i mezzi di andare più avanti possibile, mentre noi come volontari avevamo il compito di tenere i fedeli nel proprio settore soprattutto in vista del passaggio del papa. Questa situazione aveva creato un po' di tensione e il clima si era fatto davvero un po' pesante (complice qualche anziana signore che 'è un mio diritto andare dove voglio io').
Ebbene, dopo il normale subbuglio al passaggio della papamobile, posso dire che al Kyrie (la Schola ha cantato la Missa de Angelis) c'era un insperato silenzio e un clima di partecipazione e di preghiera ancora più insperato. Merito, molto probabilmente, del gregoriano.

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