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sabato 23 febbraio 2013

Meditazione sul Diritto Canonico in tempo di elezioni

Totopapa? La scelta dei Cardinali nell'eleggere un Papa è più ampia di quanto parecchi pensano...
Evidentemente non intendo parlare delle elezioni di domani e lunedì per il Parlamento Italiano, ma dell’elezione del nuovo Papa...
In questi giorni pensavo a quante volte Papa Benedetto, nei mesi che hanno preceduto l'11 febbraio, avrà letto e riletto le parole di quel canone del Diritto Canonico ormai universalmente noto e citato:
Can. 332 - §2. Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti.
Sappiamo tutti benissimo che con Benedetto siamo stati testimoni della prima volta che un Papa, da quando esiste il Diritto Canonico nella forma moderna, utilizza questa norma.
Poi mi sono chiesto: "se il Can. 332 ha un paragrafo 2, avrà anche pure un paragrafo 1, e che cosa dice quel numero?". Non essendo un canonista (i miei confratelli dicono che tremerebbero alla sola prospettiva che lo fossi... anche se a me non dispiacerebbe), sono andato dunque a guardare nel Libro II, parte II, sezione I, capitolo I, articolo I del Codice (divertente come i canonisti scrupolosamente dividono i loro testi... :-P ). Finalmente trovo il canone 332 il quale, con mia sorpresa, recita così al paragrafo 1:
332 §1. Il Sommo Pontefice ottiene la potestà piena e suprema sulla Chiesa con l'elezione legittima, da lui accettata, insieme con la consacrazione episcopale. Di conseguenza l'eletto al sommo pontificato che sia già insignito del carattere episcopale ottiene tale potestà dal momento dell'accettazione. Che se l'eletto fosse privo del carattere episcopale, sia immediatamente ordinato Vescovo.
Mi è caduto un fulmine in testa. Non perché non conoscessi la norma, ma perché è messa insieme all'altra, quella della rinuncia. E come in tempi moderni mai si era utilizzato il paragrafo 2, è ancor più remota nel tempo l'ultima volta che si è visto impiegare il paragrafo 1! No, non la parte sull'elezione legittima, ovviamente, ma il fatto che può essere eletto non solo chi non fa parte del collegio dei Cardinali, ma anche chi non fosse neppure vescovo: per esempio un semplice e buon prete, o addirittura un diacono (che sia però  celibe o vedono, per poter accedere all'episcopato).
Nella storia tanti Papi antichi erano diaconi o preti prima di essere eletti al Soglio pontificio. Poi si perse l'abitudine, e da quando solo i cardinali hanno l'esclusiva dell'elezione (e sono ahimé diventati tutti quanti vescovi, anche se conservano la distinzione di titolo di cardinali preti e cardinali diaconi....) quasi nessuno pensa più a questa remota possibilità. 

Eppure è successo più frequentemente che un diacono divenisse Papa che un Papa eletto rinunciasse all'Ufficio Petrino!
In questi giorni tutti fanno i conti sui cardinali papabili, e scrutano ognuno dei 116 porporati "in età da Conclave", dimenticando il paragrafo 1 del canone che, con il paragrafo 2, ci fa perdere uno dei migliori Papi della Storia.
Però siccome c'è lo Spirito Santo, possiamo anche immaginare che i Cardinali possano e vogliano scegliere tra una rosa ancora più ampia, lasciandosi ispirare a chiamare il nuovo Papa non solo da lontano in senso geografico, ma da lontano nel senso della gerarchia, dai cosiddetti "gradi bassi". Forse è ancora presto per vedere la consacrazione episcopale di un buon parroco eletto Papa.... Ma chissà, per il Diritto - dopotutto- non ci sarebbe nessun problema: tutto previsto e anzi, già visto!

Conclusione: abbiamo assistito ad un Papa che, a sorpresa e nello sbalordimento del mondo intero ha utilizzato il canone 332 §1. A questo punto nulla ci impedisce di pensare, allargando lo sguardo, che il collegio dei Cardinali possa, un domani, mettere sul trono di Pietro qualcuno di assolutamente impensabile... tanto da doverlo ancora consacrare vescovo. Tutto ci fa dire che il Diritto prevede anche Papi giovani, molto giovani.... Preghiamo e sogniamo anche con le leggi della Chiesa che, come si vede, hanno in serbo nelle loro pieghe molte più sorprese di quelle che ci si immagina. E Benedetto XVI ce l’ha ampiamente dimostrato.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Lei dice che i cardinali "sono ahimé diventati tutti quanti vescovi". Ma questo è successo solo circa 50 anni fa. Fino ad allora non tutti i cardinali erano vescovi. Il cardinale Alfredo Ottaviani, Segretario del Sant'Uffizio (all'epoca la Suprema era presieduta direttamente dal Papa e non esisteva quindi la carica di prefetto, ma solo quella di segretario) era cardinale dal 1953, mentre fu consacrato vescovo solo nove anni dopo, quando papa Giovanni impose a tutti i cardinali la consacrazione episcopale. Forse sarebbe il caso di ritornare all'antica prassi abbandonata nel 1962.

Un papa scelto tra un buon parroco, di sanissima dottrina, di santi costumi, di prudenza e gran polso sarebbe una genialata.

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