Grazie al nostro corrispondente maltese (che ringrazio per la sua complicità), presentiamo un breve video della santa Messa pontificale nella solennità dei Santi Pietro e Paolo. San Paolo, in particolare, è veneratissimo tra gli isolani che a maggio ricordano con gran pompa il suo provvidenziale naufragio sulle coste maltesi. Ieri l'arcivescovo di Malta ha anche accolto il nuovo Nunzio apostolico, recentemente nominato, nella cattedrale di san Paolo a Mdina, uno dei santuari paolini della diocesi.
Il barocco in stile siciliano, l'esuberanza cattolica degli abitanti del piccolo Stato circondato dal Mediterraneo, le pittoresche e devote processioni, unite ad una fervente spinta missionaria ed evangelizzatrice, tuttora ben attiva, ci mostrano un modo di vivere l'evolversi e il crescere della comunità cristiani in continuità con la propria amata tradizione. Molte espressioni tradizionali della vita di fede - me lo confermano gli stessi religiosi maltesi - si sono adatte ai cambiamenti di tempo, ma nessuna iconoclastia o vento impetuoso di novità imposte ha scosso l'isolata comunità cristiana, tantomeno ideologiche "semplificazioni" senza appelli. Questa chiesa locale ci mostra perciò un modello interessantissimo di applicazione del Concilio e della riforma (non solo liturgica) della vita ecclesiale. E ce ne mostra anche i buoni frutti: la partecipazione alla vita della Chiesa e le vocazioni sono ancora floride e numerose. Il nuovo può e deve convivere con l'antico, con rispetto e con apprezzamento, nella linea dello sviluppo organico, non della rivoluzione. Forse Malta ha molto da insegnare sotto questo aspetto: come si vede qui il latino nella Messa convive con l'altare volto al popolo, i canti polifonici dei cori non mortificano l'assemblea che partecipa con passione e devozione, le casule e le pianete concelebrano in pacifica comunione:
1 commento:
Avendole viste di persona concordo sullo splendore delle chiese maltesi e ricordo la cura con la quale sono conservate. Quanto alle immagini,peccato per il tavolino-altare, ma piuttosto di un macigno piovuto da chissà dove...
Andrea
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