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lunedì 29 luglio 2013

L'intervista del Papa: in video da RomeReports

Ascoltiamo le parole del Papa in video e audio: domani tutti i giornali avranno titoli scoppiettanti. Perciò meglio prepararsi di persona con una propria opinione su ciò che il Papa dice:

4 commenti:

Roberto ha detto...

In mia opinione, se oggi e nei prossimi giorni sentiremo e leggeremo le parole del Papa in un'ottica "gay-friendly", per così dire, non possiamo del tutto biasimare i mass-media. Ora mi spiego.

Sia chiaro, non voglio essere polemico: tuttavia è oggettivo che, dalle parole testuali del Papa, si capisce che per i gay è sufficiente cercare Dio ed avere "buona volontà".

Cita il Catechismo per dire che, giustamente, la persona con tendenze omosessuali non deve essere emarginata; ma non cita il Catechismo quando dice che l'atto sessuale è peccato grave e in nessun caso può essere approvato. Chi ha letto e conosce il Catechismo lo sa. Ma siccome nell'Europa della nuova evangelizzazione in molti non lo conoscono, siamo davvero sicuri che le parole del Papa siano state sufficientemente chiare?

Non lo penso perché mi piace il legalismo, il rubricismo etc., ma perché sono seriamente preoccupato che la maggior parte dei giovani d'oggi, come d'altra parte già si legge sui social network, non abbiano capito la differenza la tendenza omosessuale e l'atto. Se si citano le testuali parole del Papa, non credo abbiano capito cosa intendeva il Papa per "Buona volontà"? Voleva dire forse "fare i bravi", "non fare del male a nessuno"? Oppure, come dice il Catechismo, buona volontà nel cercare di resistere alla tentazione ed evitare l'atto omosessuale, che è peccato grave?

Spero si sia capito che non scrivo queste cose per criticare il Papa, ma dal profondo della mia coscienza.

Blas ha detto...

Son d´accordp cpn Roberto. Ed aggiungo a la domanda retorica ¿Chi sono io per giudicarlo? Dovrebbe aver aggiunto che c´é chi ha il diritto di giudicarlo é lo fará.

Simone ha detto...

Il tema che il papa ha affrontato è un tema molto delicato sul quale credo sia opportuno una maggiore riflessione da parte della Chiesa. Ricordo e trovo molto giuste le parole del card. Martini quando in Conversazioni notturne a Gerusalemme, parlando dell'omosessualità disse "Nel rapporto con l’omosessualità, tuttavia, nella Chiesa dobbiamo rimproverarci di essere spesso stati insensibili. Penso a un giovane che si sforzava di comprendere il proprio orientamento sessuale. Era in grande difficoltà. Non poteva parlarne con nessuno perché si vergognava. Sentiva che se avesse confessato le sue tendenze omosessuali sarebbe stato emarginato. Questo giovane si è ammalato perché non lo abbiamo aiutato.
Le depressioni lo hanno condotto da uno psichiatra, dal quale ha trovato un orecchio pronto ad ascoltarlo e un incoraggiamento". Credo che questo avesse voluto essere il senso del discorso del papa... ossia mettiamo prima il peccatore del peccato, prima l'errante dell'errore e vediamo nell'altro un fratello che cerca di vivere quello è che al meglio che può, non dimenticando che, anche lui come noi, è un soggetto di amore, degno di amore e bisognoso d'amore.
Trovo molto ipocrita condannare due persone che si amano a prescindere da tutto e da tutti... non sono qui a dire "facciamo della coppia omosessuale una famiglia" (me ne guardo bene) ma ritengo doveroso chiedersi "ma questi fratelli li ho amati o mi sono solo fermato a giudicarli dall'apparenza?", prima di dire loro "brucerete all'inferno" ho ascoltato la loro sofferenza, la loro difficoltà nel conciliare quello che sono con quello in cui credono? Posso davvero io ergermi a giudice severe ed intransigente, quando, appunto, chi sono io per giudicare?
Quanto soavi solo le parole di Samuele ... l'uomo guarda l'apparenza... ma Dio guarda il cuore...
Da questo giustamente il papa ci invita a partire.

A.R. ha detto...

Nonostante la pacatezza dell'intervento, bisogna comunque ribadire, come ha fatto il Papa, che non basta comprendere e accogliere con misericordia, ci vuole anche la parola della conversione: Francesco diceva "una persona che cerca Dio", cioè desidera fare la volontà di Dio, non la propria. Questo è richiesto a tutti i cristiani, indipendentemente dall'orientamento sessuale, che non è il problema più grosso per vivere cristianamente! Quindi comprensione per la tendenza, ma non si può - dal punto di vista cristiano - far finta e ipocritamente non chiamare il peccato con il suo nome. Le azioni, se sono in contrasto con il bene della persona e con la volontà di Dio, si chiamano peccati, e non sono questioni meramente soggettive o di "giudizio soggettivo". Non è apparenza è sostanza. Amare l'altro va bene, ma non posso dirgli delle menzogne perché psicologicamente se no ne soffre. Questa sarebbe ipocrisia. Gesù ti ama, ma vuole che tu diventi sempre più simile a lui. Questo è l'effetto della misericordia!

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