Papa Francesco non cessa di invitare tutti a pregare per la Famiglia, soprattutto in vista del prossimo Sinodo in autunno. Nel mezzo di questo bel mese mariano di Maggio vi propongo un rosario meditato, in cui rileggere alcuni passi della famosa esortazione apostolica di Giovanni Paolo II, frutto del suo Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia. Mentre meditiamo i misteri dolorosi, preghiamo il Signore per tutte le famiglie che portano la croce della divisione, della faticosa accettazione, della ribellione dei figli, della malattia di qualcuno dei membri. La fedeltà a Cristo e alla propria vocazione fa risplendere, anche nel dolore, la bellezza e la luce dell'ideale familiare proposto dal Vangelo e dal Magistero costante della Chiesa.
Rosario meditato con brani di Familiaris Consortio (1981), esortazione
apostolica di San Giovanni Paolo II sulla Famiglia.
Misteri dolorosi
Primo Mistero Doloroso: L'agonia di Gesù nel Getsemani.
«Allora Gesù andò con loro in un podere,
chiamato Getsemani, e disse ai discepoli: "Sedetevi qui, mentre io vado là
a pregare". E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a
provare tristezza e angoscia. Disse loro: "La mia anima è triste fino alla
morte; restate qui e vegliate con me". E, avanzatosi un poco, si prostrò
con la faccia a terra e pregava dicendo: "Padre mio, se è possibile, passi
da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!"» (Mt 26,
36-39).
San Giovanni Paolo II scrive: Spetta ai cristiani il compito di annunciare con gioia e
convinzione la «buona novella» sulla famiglia, la quale ha un assoluto bisogno
di ascoltare sempre di nuovo e di comprendere sempre più a fondo le parole
autentiche che le rivelano la sua identità, le sue risorse interiori,
l'importanza della sua missione nella Città degli uomini e in quella di Dio. La
Chiesa conosce la via sulla quale la famiglia può giungere al cuore della sua
verità profonda. Questa via, che la Chiesa ha imparato alla scuola di Cristo e
a quella della storia, interpretata nella luce dello Spirito, essa non la
impone, ma sente in sé l'insopprimibile esigenza di proporla a tutti senza
timore, anzi con grande fiducia e speranza, pur sapendo che la «buona novella»
conosce il linguaggio della Croce. Ma è attraverso la Croce che la famiglia può
giungere alla pienezza del suo essere e alla perfezione del suo amore. (FC 86)
Secondo Mistero Doloroso: La flagellazione di Gesù.
«Pilato fece prendere Gesù e lo fece
flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul
capo e gli misero addosso un mantello di porpora. E gli davano schiaffi» (Gv
19,1-3).
San Giovanni Paolo II scrive: Quando non si ha stima del matrimonio, non
può esistere neppure la verginità consacrata .. la verginità testimonia che il Regno
di Dio e la sua giustizia sono quella perla preziosa che va preferita ad ogni
altro valore sia pure grande... È per questo che la Chiesa, durante tutta la
sua storia, ha sempre difeso la superiorità di questo carisma nei confronti di
quello del matrimonio, in ragione del legame del tutto singolare che esso ha
con il Regno di Dio. Gli sposi cristiani hanno perciò il diritto di aspettarsi
dalle persone vergini il buon esempio e la testimonianza della fedeltà alla
loro vocazione fino alla morte. Come per gli sposi la fedeltà diventa talvolta
difficile ed esige sacrificio, mortificazione e rinnegamento di sé, così può avvenire
anche per le persone vergini. La fedeltà delle persone consacrate, anche nella
prova eventuale, deve edificare la fedeltà degli sposati. (FC 16)
Terzo Mistero Doloroso: L'incoronazione di spine.
«I soldati condussero Gesù nel pretorio e
gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un
manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con
una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo
schernivano: "Salve, re dei Giudei!"». (Mt 27, 27-29)
San Giovanni Paolo II scrive: In virtù della sacramentalità del loro matrimonio, gli
sposi sono vincolati l'uno all'altra nella maniera più profondamente
indissolubile. La loro reciproca appartenenza è la rappresentazione reale, per
il tramite del segno sacramentale, del rapporto di Cristo con la Chiesa. Gli
sposi sono pertanto il richiamo permanente di ciò che è accaduto sulla Croce;
sono l'uno per l'altra e per i figli, testimoni della salvezza, di cui il
sacramento li rende partecipi. Di questo evento di salvezza il matrimonio -
come ogni sacramento - è memoriale, attualizzazione e profezia… Il compito di trasmettere la vita deve essere
integrato nella missione globale dell'intera vita cristiana, la quale senza la
croce non può giungere alla risurrezione. Si comprende come non si possa
togliere il sacrificio dalla vita familiare, anzi si debba accettare di cuore,
perché l'amore coniugale si approfondisca e diventi fonte di intima gioia. (FC
13)
Quarto Mistero Doloroso: Il viaggio al Calvario di Gesù carico
della croce.
«Allora costrinsero un tale che passava,
un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e
Rufo, a portare la croce. Condussero dunque Gesù al luogo del Golgota, che
significa luogo del cranio» (Mc 15, 21-22).
San Giovanni Paolo II scrive: La Chiesa, istituita per condurre tutti a salvezza,
non può abbandonare a se stessi coloro che - già congiunti col vincolo
matrimoniale sacramentale - hanno cercato di passare a nuove nozze. Perciò si
sforzerà, senza stancarsi, di mettere a loro disposizione i suoi mezzi di
salvezza. Esorto caldamente i pastori e l'intera comunità dei fedeli affinché
aiutino i divorziati procurando con sollecita carità che non si considerino
separati dalla Chiesa, potendo e anzi dovendo, in quanto battezzati,
partecipare alla sua vita. La
Chiesa, tuttavia, ribadisce la sua prassi, fondata sulla Sacra Scrittura, di
non ammettere alla comunione eucaristica i divorziati risposati. La
riconciliazione nel sacramento della penitenza - che aprirebbe la strada al
sacramento eucaristico - può essere accordata solo a quelli che, pentiti di
aver violato il segno dell'Alleanza e della fedeltà a Cristo, sono sinceramente
disposti a una forma di vita non più in contraddizione con l'indissolubilità
del matrimonio. (FC 84)
Quinto Mistero Doloroso: Gesù è crocifisso e muore in croce.
Stavano presso la croce di Gesù sua madre,
la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù, vedendo la
madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna,
ecco il tuo figlio! ”.Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre! ”. E da quel
momento il discepolo la prese nella sua casa. E dopo aver
ricevuto l'aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, spirò.
(Gv 19,25-30)
San Giovanni Paolo II scrive: La Vergine Maria, come è Madre della
Chiesa, così anche sia la Madre della «Chiesa domestica», e, grazie al suo
aiuto materno, ogni famiglia cristiana possa diventare veramente una «piccola
Chiesa», nella quale si rispecchi e riviva il mistero della Chiesa di Cristo.
Sia Lei, l'ancella del Signore, l'esempio di accoglienza umile e generosa della
volontà di Dio; sia Lei, Madre Addolorata ai piedi della Croce, a confortare le
sofferenze e ad asciugare le lacrime di quanti soffrono per le difficoltà delle
loro famiglie. (FC 86)
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