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sabato 15 novembre 2008

Una preghiera per Eluana
















Gesù dice questo: "avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere, ero ... malato e mi avete visitato” (Mt 25,35-36).
Tutto quello che avremo fatto a uno solo dei suoi fratelli più piccoli, l'avremo fatto a lui.
Dare il nutrimento e l'idratazione, a Eluana Englaro o a chiunque altro, che sia sano o no, è il minimo del "prendersi cura", anche se non c'è nessuna speranza di miglioramento o di guarigione. Il Signore non ci chiede l'accanimento terapeutico o di curare i malati solo se è pensabile un loro ritorno alla salute: ci dice solo "ero malato e siete venuti a trovarmi", cioè: "non mi avete lasciato solo". 
Le suore Misericordine che hanno accolto Eluana fino ad oggi lo sanno bene e chiedono che venga lasciato a loro questo peso: «Non chiediamo nulla in cambio - si legge in una nota delle religiose - se non il silenzio e la libertà di amare e donarci a chi è debole, piccolo e povero. Noi suore continuiamo a servire la vita di Eluana Englaro e di tutti i nostri pazienti. La nostra speranza è che non si procuri la morte per fame e sete ad Eluana e a chi è nelle sue condizioni». 

Ognuno deve essere libero di accettare o rifiutare una cura sproporzionata al beneficio che può arrecargli, e i medici, in scienza e coscienza, devono decidere spesso cosa fare e come procedere per la vita del loro prossimo (senza sperare in un'onnipotenza che non compete loro). Ma sospendere acqua e cibo, che non sono e non possono secondo logica essere considerati MEDICINE o TERAPIE, è un atto di barbarie omicida. Solo per il fatto di non essere più in grado di portare alla bocca il cibo allora ognuno dovrebbe essere lasciaro morire di stenti? Se qualcuno mi spiegasse cosa c'entri la nutrizione e l'idratazione con l'accanimento terapeutico gliene sarei proprio grato.
Preghiamo adesso per Eluana, ma soprattutto per chi deve decidere per lei, perchè non compia un omicidio aprendo la strada ad una vera e propria strage di innocenti, magari facendosi scudo delle decisione dei magistrati o degli avvalli statali.
Come cristiani rileggiamo le parole di Giovanni Paolo secondo pronunciare il 22 maggio 1998. Si riferiscono all'aborto, ma sono a maggior ragione applicabili nel caso della soppressione di un'essere umano: "Nessuna autorità umana, neppure lo Stato, può giustificare moralmente l'uccisione dell'innocente. Tale tragica trasformazione di un delitto in diritto è indice di preoccupante decadenza di una civiltà"

1 commento:

Anonimo ha detto...

non doveva morire Eluana.
Doveva vivere...continuare a vivere, lei respirava da sola, doveva solo riceve l'alimentazione per vivere...e gli è stata negata...per giunta da suo padre!!!

una preghiera per lei
ciao

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