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martedì 24 febbraio 2009

Il card. Biffi fa ancora centro: una strigliata ai pastori, senza lisciar troppo le pecore.


Riprendo e infarcisco di commenti l'articolo di presentazione del libro apparso su ZENIT.

PECORE E PASTORI: UN LIBRO CONTRO I LUOGHI COMUNI
Il Cardinale Biffi si chiede perché l’ortodossia fa più notizia dell’eresia


di Antonio Gaspari

ROMA, martedì, 24 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Chi è il cattolico adulto? Qual è il compito dei pastori? Chi sono e quale ruolo svolgono i componenti del gregge? Perché non ci sono donne sacerdote? Perché la Chiesa ha un solo capo? E perché gli si deve obbedienza?
A queste ed altre domande risponde il Cardinale Giacomo Biffi con il libro “Pecore e pastori. Riflessioni sul gregge di Cristo”, pubblicato dalla Cantagalli (256 pagine, 13,80 Euro).
Il libro, il cui titolo sembrerebbe destinato solo al clero, è anche una schietta e brillante riflessione sui fondamenti e sui compiti della Chiesa, su quel popolo di Dio che il porporato indica come “gregge di Cristo”.
Scrive l’Arcivescovo emerito di Bologna: “Una delle cose che mi impressionano di più è che al giorno d’oggi non è più l’eresia, ma è l’ortodossia a fare notizia” [di questo ce ne siamo tutti resi conto, soprattutto quanto si accusano vescovi eletti di essere "troppo ortodossi"], ed in questo libro il Cardinale Biffi parla chiaro, sgonfia i luoghi comuni, cancella i sofismi ed i condizionamenti del “politically correct” [in ossequio a Nostro Signore, che in questo caso era molto "scorrect" e non guardava in faccia a nessuno, ricordate Lc 20,21? «Maestro, sappiamo che parli e insegni con rettitudine e non guardi in faccia a nessuno, ma insegni secondo verità la via di Dio».].
Circa l’accondiscendenza con cui alcuni si piegano ai condizionamenti del “politically correct” il Cardinale Biffi sostiene: “Talvolta in qualche settore del mondo cattolico si giunge persino a pensare che debba essere la divina Rivelazione ad adattarsi alla mentalità corrente per riuscire ‘credibile’, e non piuttosto che si debba ‘convertire’ la mentalità corrente alla luce che ci è data dall’alto. Eppure si dovrebbe riflettere sul fatto che ‘conversione’ non ‘adattamento’ è parola evangelica”. [Eminenza quanto è vero! Si parla sempre di inculturazione, cosa buonissima e necessaria, ma troppo poco di sua sorella maggiore l'evangelizzazione delle culture di cui parlò il Concilio Vaticano II e tanto tanto anche il buon Papa Giovanni Paolo II. A proposito: l'inculturazione sta all'evangelizzazione delle culture come l'Incarnazione sta alla Risurrezione. Non c'è l'una senza l'altra. E la prima è in vista della seconda. Ma ne parleremo ancora].
Del resto, continua il porporato, “la prima frase che Gesù pronuncia inaugurando il suo apostolato non è: ‘Il mondo va bene così come va; adattatevi al mondo e siate credibili alle orecchie di chi non crede’ ma è: ‘Il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”.
Sul ruolo del pastore l’Arcivescovo emerito di Bologna rileva che “tra i gravi problemi della cristianità non c' è solo la scarsità dei pastori, c' è anche la difficoltà dei cristiani a riconoscersi evangelicamente pecore” e aggiunge “il pastore condivide la vita del gregge”, ma ne è soprattutto “il capo e il condottiero”, perché i sacerdoti “non devono seguire le pecore nei loro sbandamenti, ma guidarle con mano ferma”. E pazienza se questa autorità “sarà vista ovviamente come un’autorità che si fonda su sé stessa, e sarà classificata come antidemocratica”.
A proposito di coloro che si sono autodefiniti “cattolici adulti” scrive il porporato: “Se qualcuno manifesta ad alta voce di voler essere considerato ‘adulto’ nella Chiesa, l’intenzione ci sembra legittima e persino encomiabile, purché egli rimanga convinto che, secondo il Vangelo, chi dentro di sé non diventa come un bambino non entrerà nel Regno dei cieli”. [da applauso. Anche perchè, come frate minore, è volere del Santo Fondatore che rimaniamo tutti piccoli]
In un capitoletto titolato “Ladri e Lupi” il Cardinale Biffi scrive: “Gesù ci mette in guardia da una visione troppo idilliaca, da un’idea arcaicamente serena della vita pastorale, e ci ricorda che esistono, e sono sempre attive, le forze del male”.
Le sue pecore – continua l’Arcivescovo emerito di Bologna – non devono dimenticare che esistono i ladri ed esistono i lupi. Anzi ci dice senza mezzi termini che il suo gregge vive in mezzo ai lupi i quali tentano sempre di rapire e disperdere gli agnelli di Dio”. [eh sì, non c'è da scandalizzarsi di questo, purtroppo è ben anticipato negli scritti del Nuovo Testamento. Ma molti non fanno mai Lectio Divina su quelle pagine un po' durette....]
Questi lupi non sono solo esterni al gregge – precisa il porporato –. Si possono trovare anche tra noi in veste di pecore. A questo proposito san Paolo non esita a parlare in termini espliciti di falsi apostoli, lavoratori fraudolenti che si mascherano da apostoli di Cristo” e aggiunge: “Ciò non fa meraviglia, perché anche Satana si maschera da angelo di luce”. [Eminenza! Non crederà ancora al Demonio? :-)) ]

Su coloro che sparlano della Chiesa, Biffi afferma: “E’ psicologicamente impossibile continuare ad amare una donna, quando se ne vede e se ne sottolinea solo la bruttezza, la meschinità, la natura malvagia. Un prete che si accanisce a parlar male della Chiesa – non diciamo a parlar male degli ‘uomini di chiesa’, che qualche volta è doveroso – farà molta fatica a restarle fedele”. [Questo è un passaggio molto bello e delicato. La spiritualità sponsale del sacerdote latino è in grande crisi. Ma se i preti sono celibi, è appunto perchè, come i loro vescovi, scelgono la chiesa quale sposa carissima, imitando il Salvatore che ha dato se stesso per lei.]
Il Cardinale che predicò gli Esercizi Spirituali quaresimali alla Curia romana e a Papa Benedetto XVI nel marzo del 2007 sostiene che “è in atto oggi una violenta e sistematica aggressione alla Chiesa, che si esprime e si rifinisce quotidianamente in qualche nuovo atto di ostilità; ed è stupefacente che la cristianità – almeno quella loquacior (quella che più parla e più fa parlare di se) - non mostra di rendersene conto in misura adeguata”. [Ce ne siamo accorti, e - non saremmo la pars della chiesa più ascoltata, ma certamente siamo LOQUACI, non è vero amici bloggers cattolici?]
Forte è la Critica del cardinale Biffi nei confronti dell’invasione sessuale: “La nostra epoca – ha scritto il porporato - è dominata e afflitta da una specie di pansessualismo. Il sesso è continuamente chiamato in causa: non solo negli enunciati sociali e psicologici, non solo nelle molteplici espressioni di arte e di cultura, non solo negli spettacoli e negli intrattenimenti; persino nei messaggi pubblicitari non si può fare a meno di evocarlo e di alludervi”. [Vabbè, questa non è una gran novità. Ma l'eminente bolognese è sensibile a queste cose. Anche questo discorso non si può risolvere in tre righe. Il problema maggiore, come mostra nella frase seguente, è che l'effetto trascinamento è forte e la cultura dominante fa sentire diversa e colpevole la minoranza]
Abbiamo talvolta l’impressione di essere condizionati e intrigati da una misteriosa accolta di maniaci che impongono a tutti una loro degenerazione mentale – continua –. Sono gli stessi che non mancano mai di definire bigotti e bacchettoni quanti non si lasciano convincere dalle loro elevate argomentazioni”.

Bisogna che ci decidiamo – conclude il Cardinale Biffi – o stiamo col ‘mondo’ che ci intima di essere ‘politicamente corretti’, o, senza preoccuparci affatto di essere ‘politicamente corretti’, stiamo col nostro Maestro e Salvatore". [Grande conclusione che ci apre alla meditazione quaresimale. Con chi vogliamo stare: con Gesù o con Satana (ops... ancora! Mi è sfuggito, scusate, non lo dirò più. :-)))) ]

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1 commento:

Anonimo ha detto...

E' un libro che mi piacerebbe leggere, data l'eminenza dell'autore.
Però, e qui voglio rifarmi al tema del "politicamente corretto" mi sorge una domanda che può darsi sia "poco corretta" ma credo attinente. Mi auguro ne venga inteso il senso, e non venga bollato come "avaro" o altro.
Mi chiedo: un pastore come Biffi, si rivolge al "gregge universale", ma non tutti hanno la possibilità di spendere quella cifra (specie in questo periodo). Perchè non farlo in formato elettronico e distribuirlo gratuitamente?
Scopo del libro dovrebbe essere quello di fornire una guida al "gregge". Magari sensibilizzando chi lo scarica, a donare qualcosa alla parrocchia.

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