Altra esecuzione alla Basilica di San Paolo in gregoriano e polifonia
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Aurea luce et decóre róseo,
lux lucis, omne perfudísti sæculum,
décorans cælos ínclito martýrio
hac sacra die, quæ dat reis véniam.
Iánitor cæli, doctor orbis páriter,
iúdices sæcli, vera mundi lúmina,
per crucem alter, alter ense triúmphans,
vitæ senátum laureáti póssident.
O Roma felix, quæ tantórum príncipum
es purpuráta pretióso sánguine,
non laude tua, sed ipsórum méritis
excéllis omnem mundi pulchritúdinem.
Olívæ binæ pietátis únicæ,
fide devótos, spe robústos máxime,
fonte replétos caritátis géminæ
post mortem carnis impetráte vívere.
Sit Trinitáti sempitérna glória,
honor, potéstas atque iubilátio,
in unitáte, cui manet impérium
ex tunc et modo per ætérna sæcula. Amen.
Traduzione rivista a partire da quella di "Cattolici Romani"
1. O luce della luce, hai pervaso tutto il mondo con luce dorata e rosea bellezza, decorando i cieli con un inclito martirio in questo sacro giorno, che dà il perdono ai peccatori.
2. Il portinaio del cielo e insieme il dottore dell’orbe, giudici del mondo, veri lucernari della terra, l’uno attraverso la croce, l’altro trionfando per la spada, entrano a far parte del senato del cielo, incoronati d’alloro.
3. O Roma felice, imporporata dal sangue prezioso di così grandi principi, non per tua lode, ma per i loro meriti eccelli su ogni bellezza del mondo.
4. Due olivi dell’unica religione, dopo la morte della carne ottenete[ci] di vivere devoti per la fede, massimamente robusti nella speranza, riempiti dalla sorgente della duplice carità verso Dio e verso l'uomo.
5. Alla Trinità sia gloria eterna, onore, forza e grida di gioia, nell’unità: a Lei spetta il potere nel passato, nel presente e nei secoli eterni. Amen.
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