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lunedì 8 ottobre 2012

Il Card. Wuerl e lo Tsunami del secolarismo

La Relazione ante disceptationem, cioè la relazione generale di introduzione al Sinodo dei vescovi, tenuta oggi dal Cardinale di New York Donald Wuerl, mi è piaciuta tantissimo. Da buon americano dice pane al pane e vino al vino, senza tanti giri di parole (all'italiana, diciamo, tipo quelle che troviamo nell'Instrumentum Laboris,  che non è proprio un capolavoro...).

Anche nella conferenza stampa di presentazione della sua relazione, l'Eminentissimo newyorkese ha sottolineato una sua immagine potente: uno tsunami, il secolarismo, si è abbattuto sul panorama culturale dei decenni passati, travolgendo valori e plausibilità delle istituzioni cristiane e umane (come la famiglia). Ma ora, con tanta fatica, come dopo uno tsunami non previsto, si deve riconoscere il danno e riparare. Questa mi pare una grande e bella metafora che il Card. Wuerl ci offre per prendere coscienza del passato, non far finta che "tutto va ben, madama la marchesa", ma anzi lo tsunami c'è stato davvero, ma è ora di ripartire con la nuova evangelizzazione. E c'è tanto, ma tanto da fare - soprattutto nella comunicazione dei contenuti della fede - .

Vi posto il passaggio saliente della bellissima e sincera relazione che potete leggere per intero cliccando qui.
La situazione attuale affonda le sue radici proprio negli sconvolgimenti degli anni ‘70 e ‘80, decenni in cui esisteva una catechesi veramente scarsa o incompleta a tanti livelli di istruzione. Abbiamo affrontato l’ermeneutica della discontinuità che ha permeato gran parte degli ambienti dei centri di istruzione superiore e che ha avuto anche riflessi in aberrazioni nella pratica della liturgia [Bingo]. Intere generazioni si sono dissociate dai sistemi di sostegno che facilitavano la trasmissione della fede [doppio bingo]. È stato come se uno tsunami di influenza secolare scardinasse tutto il paesaggio culturale, portando via con sé indicatori sociali come il matrimonio, la famiglia, il concetto di bene comune e la distinzione fra bene e male. [il sovvertimento dei punti di riferimento] In un modo tragico poi, i peccati di pochi hanno incoraggiato una sfiducia in alcune delle strutture insite alla Chiesa stessa. (cf Instrumentum laboris n. 69, n. 95, n. 104)La secolarizzazione ha modellato due generazioni di Cattolici che non conoscono le preghiere fondamentali della Chiesa [anche la Messa rientra tra "le preghiere fondamentali" della Chiesa?] Molti non percepiscono il valore della partecipazione alla Messa, non ricevono il sacramento della penitenza e spesso hanno perso il senso del mistero o del trascendente come se avesse un significato reale e verificabile. [doppio OHHH di meraviglia: ce ne siamo accorti!!]
Tutto ciò che abbiamo accennato ha fatto sì che una grande parte di fedeli fosse impreparata ad affrontare una cultura che, come il nostro Santo Padre ha sottolineato nelle sue visite in giro per il mondo, è caratterizzata dal secolarismo, dal materialismo e dall’individualismo.Ma le circostanze del nostro tempo non sono tutte negative. Così come è possibile individuare le cause o almeno le occasioni per la situazione negativa attuale, così è anche possibile identificare una risposta che vediamo sempre più positiva. Molte persone, soprattutto i giovani, che sono stati alienati dalla Chiesa stanno scoprendo che il mondo laico non offre loro risposte adeguate alle perenni e profonde richieste del cuore umano. (cf Instrumentum laboris nn. 63-64, nn. 70-71) [dalla delusione può venire un'opportunità]Molti pastori hanno notato che la Nuova Evangelizzazione si sta sviluppando contemporaneamente su due livelli, l’introduzione alla fede dei bambini e l’istruzione dei loro genitori. Per molti insegnanti e per chi è già catechizzato, questo è un momento speciale, perché questa volta, i giovani adulti si avvicinano alla fede con una maggiore apertura data dal loro profondo bisogno di conoscere di più [e hanno meno pregiudizi].Oggi molti giovani trovano punti di contatto nei programmi di pastorale universitaria presso università laiche e istituti, nei programmi parrocchiali o diocesani, dove si mettono a fuoco questioni di attuale interesse, e, per chi ha bambini, anche in manifestazioni organizzate per famiglie, dove trovano sostegno spirituale e sociale.Oggi un accenno speciale deve essere fatto alla famiglia stessa come Modello-Luogo della Nuova Evangelizzazione e delle relative questioni sulla vita. Mentre la società contemporanea vuole sottovalutare e, a volte, ridicolizzare la vita della famiglia tradizionale, questa rimane però una realtà naturale e il primo elemento costitutivo della comunità. La famiglia rappresenta il contesto naturale e normale per la trasmissione sia della fede che dei valori, ed è quella realtà a cui spesso si ritorna per sostegno durante tutta la vita. (cf Instrumentum laboris nn. 110-113)...
Mi raccomando, non tralasciate di leggere tutto il testo pregnante e denso del Cardinale! 

3 commenti:

sergio ha detto...

Ma poi uno legge anche l'articolo sul concilio di cui parla oggi il sito Messa in Latino e pubblicato su una rivista di religiosi, e allora si chiede come possano coesistere opinioni opposte che configurano opposte teologie all'interno della Chiesa. Sono perplesso e amareggiato da questa deriva in cui non vi é certezza del depositum fidei. Sarebb questo il pluralismo di voci che sarebbe da considerare una ricchezza? Questo frastuono di opposti? Questo c....o?

A.R. ha detto...

Sergio, Sergio! Non mettiamo sullo stesso piano i vescovi riuniti in sinodo e le opinioni apparse su giornali o siti internet, nemmeno se sono "di religiosi". Noi dobbiamo obbedire e seguire il magistero dei vescovi in comunione con il Papa, ma non dobbiamo lo stesso ossequio alle proposte dei teologi. La teologia può farci argomentare, può farci discutere, ma è appunto una riflessione sulla fede. La teologia è sempre stata "a più voci" fin dai tempi antichi (ricordiamo le diverse teologie scolastiche di Tommaso e di Bonaventura: Giovanni Paolo II era di scuola Tomista, papa Benedetto XVI di scuola Bonaventuriana, ma tutti e due papi!).
Il depositum fidei lo riceviamo da coloro che devono custodirlo, dispiegarlo e consegnarlo alle prossime generazioni (cioè i vescovi), ma non mescoliamo confusamente teologia e trasmissione della fede. Non si equivalgono: il magistero dei maestri e dottori, non è il magistero dei pastori. I primi ci fanno riflettere ma a volte possono anche ingannare. I secondi devono essere più sintetici e asciutti, ma devono ancorarci al dato rivelato e farlo credere.
Bando alle perplessità, e non confondiamo i documenti del Concilio Vaticano II, con le varie "interpretazioni" che se ne danno.

sergio ha detto...

Non mi sono spiegato. I vaniloqui di pseudo-teologi e le chiacchiere di studiosi vari sono seguite pedissequamente da presbiteri e vescovi,che invitano nelle loro sedi i suddetti personaggi a parlare ai fedeli. Non é Sergio a fare confusione ma sono certi,tanti,troppi pastori che effettivamente non sono in comunione con il papa nel senso che il papa dice e loro invece si comportano diversamente. Devo fare nomi? Devo ricordare fatti? Mi pare che le cronache forniscano abbondanti motivi di riflessione su che cosa viene inteso oggi con le parole " essere in comunione col papa". L'opinione comune,generale non viene modellata dagli atti pontifici, dall'enorme mole di carta che é impossibile leggere e che la gente normale non legge,ma da ció che si sente alla televisione, da quello che si legge nelle riviste cattoliche (cattoliche?),dal conferenziere invitato dal parroco,dalle frequentazioni d vescovo. Magistero dei pastori? Pastori che devono custodire e consegnare il depositum fidei? Dicevo di opposte teologie e mi riferivo a sottili insinuanti azioni dei pastori che seguono piú il nome di turno che gli insegnamenti papali. Non é contro Mancuso o Melloni o altri che c'è l'ho ma con chi li ascolta e c'è li pone in cattedra.

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