Isidoro con il suo "tablet" d'epoca |
Di recente, invece, sento piuttosto spesso circolare dubbi e larvati timori a proposito dell'attività dei ministri di Dio nella vasta e affollata piazza mondiale di Internet. Quasi una sfiducia che i nuovi media possano davvero essere qualcosa di più che un passatempo per ragazzi, o paura di aprire un'"attività" accanto a tanti venditori di idee che gremiscono il mercato del Web con proposte spesso scadenti anche sul versante religioso.
Capisco che anche tra i sacerdoti c'è il gap generazionale, per cui da una certa età in su i "nuovi media" suscitano un discreto sospetto. Sono convinto pure che problemi ce ne saranno sempre, con ogni strumento che ti mette nell'arena pubblica e ti fa uscire dalla porta della sagrestia per immetterti nel mare magnum della "cultura popolare". Ma opposizioni ostacoli e ostracismi non sono nuovi e la Chiesa ne ha sempre incontrato e affrontato sulla sua strada. C'è tuttavia da chiedersi: è davvero pensabile oggi disertare il "luogo virtuale" dell'incontro e del confronto e preferire solo altre forme di contatto con chi crede, con chi è in rierca e con chi desidera incontrare la Chiesa o capire qualcosa di essa e della proposta di Gesù?
Penso che un'autorevole risposta a un tale quesito la possiamo trovare nel rileggere il Messaggio illuminante che Benedetto XVI inviò nel 2010, in occasione della 44a giornata mondiale delle comunicazioni sociali, intitolato: "Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola". Questo messaggio mette i cristiani - e tra di essi in prima fila i ministri ordinati - al passo di quanti li hanno preceduti nel ministero ecclesiale, nella ricerca di utilizzare le tecnologie del proprio tempo per rendere presente e operante la Chiesa e l'annuncio evangelico.
Qui sotto sintetizzo il testo del messaggio papale, mettendo in evidenza solo alcuni passaggi che mi paiono importanti:
I moderni mezzi di comunicazione sono entrati da tempo a far parte degli strumenti ordinari, attraverso i quali le comunità ecclesiali si esprimono, entrando in contatto con il proprio territorio ed instaurando, molto spesso, forme di dialogo a più vasto raggio, ma la loro recente e pervasiva diffusione e il loro notevole influsso ne rendono sempre più importante ed utile l’uso nel ministero sacerdotale.
[...] afferma l’apostolo Paolo: “Dice infatti la Scrittura: Chiunque crede in lui non sarà deluso… Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato. Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati?” (Rm 10,11.13-15).
Per dare risposte adeguate a queste domande all’interno dei grandi cambiamenti culturali, particolarmente avvertiti nel mondo giovanile, le vie di comunicazione aperte dalle conquiste tecnologiche sono ormai uno strumento indispensabile. Infatti, il mondo digitale, ponendo a disposizione mezzi che consentono una capacità di espressione pressoché illimitata, apre notevoli prospettive ed attualizzazioni all’esortazione paolina: “Guai a me se non annuncio il Vangelo!” (1Cor 9,16).
Ai Presbiteri è richiesta la capacità di essere presenti nel mondo digitale nella costante fedeltà al messaggio evangelico, per esercitare il proprio ruolo di animatori di comunità che si esprimono ormai, sempre più spesso, attraverso le tante “voci” scaturite dal mondo digitale, ed annunciare il Vangelo avvalendosi, accanto agli strumenti tradizionali, dell’apporto di quella nuova generazione di audiovisivi (foto, video, animazioni, blog, siti web), che rappresentano inedite occasioni di dialogo e utili mezzi anche per l’evangelizzazione e la catechesi.
Chi meglio di un uomo di Dio può sviluppare e mettere in pratica, attraverso le proprie competenze nell’ambito dei nuovi mezzi digitali, una pastorale che renda vivo e attuale Dio nella realtà di oggi e presenti la sapienza religiosa del passato come ricchezza cui attingere per vivere degnamente l’oggi e costruire adeguatamente il futuro?
A voi, carissimi Sacerdoti, rinnovo l’invito a cogliere con saggezza le singolari opportunità offerte dalla moderna comunicazione. Il Signore vi renda annunciatori appassionati della buona novella anche nella nuova “agorà” posta in essere dagli attuali mezzi di comunicazione.
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