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venerdì 23 gennaio 2009

Caso Eluana Englaro: non è meglio il veleno che la morte per fame?

Un altro capitolo della condanna a morte della povera Eluana, ormai assurta - certo suo malgrado - a bandiera ideologica e campo di battaglia politico.
E ancora ricerca e offerta di cliniche per farla "morire con dignità" dicono.
Ma io mi chiedo: se tanto deve morire (e con questo si riconosce che ora è viva, e poi non si deve parlare di eutanasia, perchè scandalizza...), dunque, se tanto deve morire, non sarebbe meglio darle un'iniezione di veleno e farla finita in 3 minuti, piuttosto che condannarla alla lenta agonia della fame e della sete, che andrà avanti oltre una settimana? Perchè - mi chiedo - questa assurda ipocrisia: se le togliamo da mangiare e da bere va bene, se no è reato? Io non sapevo che in Italia ci fosse la pena di morte e che la Cassazione potesse comminare quella per fame e per sete, ma non la fucilazione o l'iniezione letale (che mi paiono comunque molto più compassionevoli).
Proporrei lo sproposito di invocare San Massimiliano Kolbe. Lui è stato condannato dai Nazisti alla morte nel bunker della fame e della sete nel campo di sterminio. Visto che era rimasto l'ultimo sopravvissuto del suo gruppo e continuava a non voler morire, anche i nazisti, con un guizzo di umanità, gli hanno praticato una iniezione di acido fenico in vena.
Perchè non essere altrettanto compassionevoli con la povera Eluana che proprio continua insistente a non morire? San Massimiliano intercedi per lei, e per quanti non vogliono capire il valore di una vita.

1 commento:

Anonimo ha detto...

L'iniezione letale non è possibile dato che nel nostro ordinamento l'eutanasia è illegale.

Questo caso invece tratta della ricostruzione della volontà di una paziente (beninteso, ricostruzione consentita solo a causa della voragine giuridica lasciata da certi simpatici politici, gli stessi che ora pontificano dall'alto delle loro cattedre cercando di acchiappare voti e consensi) riguardo la continuazione o meno delle cure. La costituzione italiana lascia la libertà al singolo di scegliere come e quando disporre delle cure. Fine.

Detto questo, concordo anche io che se morte deve essere, sarebbe meglio accorciare il calvario di questa ragazza e dei suoi familiari: come vede, pur avendo opinioni diverse, si può tuttavia trovare dei punti di accordo su alcune questioni. Cordialmente.

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