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martedì 6 gennaio 2009

La questione teologica dietro l'Humanae Vitae

Vi segnalo un'interessantissima recensione dell'agenzia ZENIT del volumetto “La profezia di Paolo VI. L’enciclica Humanae vitae (1968)” a proposito delle risorgenti polemiche sull'enciclica di Paolo VI sull'amore umano e sulll'unità inscindibile in esso dei valori unitivo e procreativo:
Quando fu pubblicata, il 25 luglio 1968, scatenò un putiferio, non solo tra coloro che avversavano la Chiesa, ma anche all’interno della gerarchia e del clero cattolico.
Il 30 luglio del 1968 il New York Times pubblicò un appello di oltre duecento teologi, che invitava i cattolici a disubbidire all’enciclica Humanae vitae.
Il clero e la conferenza episcopale olandese si ribellarono e il 6 dicembre del 1968, 774 cattolici francesi scrissero una lettera molto critica al Pontefice in merito alla stessa enciclica.
Il clamore e le critiche offesero così tanto Paolo VI che da allora non pubblicò più una enciclica.
In merito all’Humanae vitae, Giovanni Maria Vian, Direttore de “L’Osservatore Romano”, ha ricordato cosa scrisse nel 1995 il Cardinale Joseph Ratzinger: “Raramente un testo della storia recente del Magistero è divenuto tanto un segno di contraddizione come questa Enciclica, che Paolo VI ha scritto a partire da una decisione profondamente sofferta”.
Su quanto era accaduto il 29 giugno del 1972, Papa Paolo VI disse che “attraverso qualche fessura il fumo di Satana è entrato nella Chiesa”.
A quanti di noi che teologi moralisti non siamo, ma ci occupiamo di teologia fondamentale, il libretto di mons. M. Schooyans, docente emerito dell’Università di Lovanio “La profezia di Paolo VI. L’enciclica Humanae vitae (1968)”, interesserà moltissimo. Infatti pone l'accento sul problema basilare della "sofferta decisione" del papa di non accettare la contraccezione anche per le coppie sposate: si tratta di un problema teologico sulla perennità del dato di fede e di morale. Può quello che era falso ieri diventare vero oggi e viceversa? E non tanto nella valutazione soggettiva della coscienza o dell'intelligenza umana, ma addirittura nella valutazione oggettiva del magistero della Chiesa. Non è certo una questione di poco conto. Il relativismo, in realtà, si insinua proprio a partire dal tentativo di mostrare come anche la Chiesa cambia opinione e facilmente abbandona ciò che prima credeva.
Come riporta l'articolo che appare oggi su ZENIT: 
Secondo Schooyans, Paolo VI fu profetico nell’opporsi al relativismo morale. Opponendosi alla contraccezione difese infatti il matrimonio, la dignità e la salute delle donne, e contrastò il controllo e la selezione delle nascite.
“Se Paolo VI avesse ceduto sul tema della contraccezione – ha scritto il professore belga – avrebbe aperto la porta ad un naufragio in campo morale, avrebbe cioè sconfessato la ragione, capace di discernere il vero dal falso, il bene dal male”.
“Inoltre – sottolinea Schooyans -, egli avrebbe avviato una crisi capace di scuotere tutta la teologia dogmatica: Creazione, Incarnazione, Ecclesiologia”.
Per il professore belga, “la principale sfida dell’Humanae vitae, la questione veramente fondamentale, è quella dell’autorità del Papa e del rapporto con la Tradizione. Si voleva, né più né meno, cercare di convincere Paolo VI a sconfessare Pio XI e portarlo a distruggere la propria autorità e quella dei suoi successori”.
Importante questo rilievo, che si può applicare a tanti altri campi: l'esegesi biblica, la cosmologia, l'antropologia teologica.... Una volta eliminato il principio di Tradizione, che insieme alla Scrittura ci lega alla fonte della Rivelazione, il Cristianesimo rimane privo del contenuto stesso del suo messaggio. Che questo contenuto sia insopportabile alle orecchie del mondo era già previsto dal fondatore! Che sorgano ciclicamente lupi rapaci in veste di pecore, anche questo era stato annunciato. Non preoccupiamoci dunque, e continuiamo il nostro lavoro di "umili operai nella vigna del Signore", senza cercare di trasformare la vigna in una piantagione di ananas perchè sarebbe più moderna o redditizia....

Per leggere tutto l'articolo di ZENIT: http://www.zenit.org/article-16682?l=italian

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